Il superconduttore che non lo era: lo studio che fece scalpore è stato ritirato da Nature

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Il superconduttore che non lo era: lo studio che fece scalpore è stato ritirato da Nature

Quando si parla di superconduttori, il sogno è quello di realizzarne uno capace di funzionare a temperatura e pressione ambiente o comunque ad alta temperatura e bassa pressione.

Un superconduttore, infatti, consente di condurre elettricità senza resistenza, quindi ottenerne uno capace di mostrare tale caratteristica a condizioni ambientali innescherebbe una rivoluzione senza precedenti in molteplici settori, in quanto l’elettricità non andrebbe più dispersa in calore nel passaggio lungo le linee elettriche.

Rivoluzionerebbe anche il settore dell’elettronica perché gli ingegneri non dovrebbero più preoccuparsi della dissipazione del calore. Purtroppo dopo il caso estivo di K-99, anche su un altro controverso studio viene posta la parola fine con il ritiro dalla rivista Nature.

Stiamo parlando dello studio del marzo di quest’anno che, portato avanti dai ricercatori dell’Università di Rochester guidati da Ranga Dias, assistente professore di ingegneria meccanica e fisica, prometteva di rivoluzionare il mondo moderno. Tra l’altro, la decisione di Nature arriva ad alcuni mesi dalla richiesta degli stessi ricercatori di ritirare il paper: il composto di lutezio-azoto-idrogeno che sembrava promettere meraviglie non è un superconduttore.

Inizialmente accolto con entusiasmo, lo studio di Dias e compagni fu quasi subito contestato dalla comunità, la quale espresse forti dubbi su alcuni dei risultati ottenuti, in particolare “l’affidabilità del dato di resistenza elettrica presentato nello studio“. Nature in una prima analisi disse che i dubbi erano fondati e sostanziali, ma non aveva ancora i dati necessari per prendere una decisione. Il ritiro è avvenuto dopo che otto degli undici autori dello studio hanno inviato una lettera alla rivista chiedendo che l’articolo venisse ritirato.

Nature scrive che gli autori “hanno espresso l’opinione… che l’articolo pubblicato non riflette accuratamente la provenienza dei materiali oggetto di indagine, le misurazioni sperimentali intraprese e i protocolli di elaborazione dei dati applicati“, perciò “questi problemi minano l’integrità dell’articolo pubblicato“.

Nella lettera, gli otto autori hanno preso le distanze da Ranga Dias, il quale non avrebbe agito in buona fede nella preparazione e nella presentazione dello studio. Dias ha depositato il brevetto per questa scoperta lo scorso giugno. In precedenza aveva fondato una società chiamata Unearthly Materials per commercializzare la sua ricerca sui superconduttori e ha raccolto 16,5 milioni di dollari dagli investitori.

Questa è la terza volta che un articolo sui superconduttori a temperatura ambiente di Dias viene ritirato. Dias e il fisico Ashkan Salamat dell’Università del Nevada a Las Vegas avevano precedentemente affermato di aver creato un superconduttore ad alta temperatura usando idruro di zolfo carbonioso, ma lo studio è stato ritirato da Nature l’anno scorso. Un altro paper di Dias e Salamat è stato ritirato da Physical Review Letters ad agosto.

Sono state avanzate anche accuse secondo cui circa il 20% della tesi di dottorato di Dias sarebbe stata copiata. La University of Rochester ha avviato un’indagine su Dias nei mesi passati. Insomma, pur con tutto il tatto del caso, sembra che Dias insegua un sogno impossibile o, più probabilmente, sia un cialtrone. Allo stesso tempo, anche Nature ha cercato di porre rimedi analizzando il processo di revisione editoriale.

Se non altro da questa vicenda si ricava un nuovo esempio di come funziona il metodo scientifico: nulla viene preso per oro colato, ma solo l’analisi degli studi diffusi da parte di team indipendenti consente di convalidare oppure no una scoperta.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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