Google: a Epic è stato offerto un accordo da 147 milioni di dollari per lanciare Fortnite su Google Play

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Google: a Epic è stato offerto un accordo da 147 milioni di dollari per lanciare Fortnite su Google Play

Google ha rimosso Fortnite dal Play Store nell’estate del 2020 in seguito alla diatriba che era nata tra Epic Games, il produttore del gioco, e Apple e che ha portato a un lungo contenzioso che ha visto una sentenza nel 2021 dove si stabiliva che Apple non gestiva l’App Store come un monopolio. La questione è ancora in tribunale negli Stati Uniti, dove sono emerse nuove informazioni a proposito delle presunte paure della rivale di Apple, Google, su una possibilità di “contagio”, risalenti alla vigilia del lancio originale di Fortnite per dispositivi mobili, avvenuto nel 2018.

Pare che l’azienda, una volta saputo che Epic avrebbe lanciato il gioco autonomamente tramite il proprio sito, abbia proposto a Epic un accordo da 147 milioni di dollari affinché il lancio di Fortnite avvenisse sul Play Store. L’accordo, che secondo il vicepresidente delle partnership Play di Google, Purnima Kochikar, è stato approvato e presentato a Epic nel 2018 ma non accettato da quest’ultima, prevedeva che l’importo fosse spalmato su 3 anni con scadenza nel 2021. Aveva lo scopo di arginare un potenziale “contagio” per altre app popolari dal Play Store, che Google temeva in particolar modo in quella fase.

Fortnite

Nello specifico, che altri produttori di videogiochi come Blizzard, Valve, Sony e Nintendo avrebbero potuto rilasciare delle versioni Android dei loro giochi con sistemi di pagamento alternativi. Google avrebbe tentato di prevenire un fenomeno a cascata di questo tipo offrendo vantaggi speciali o addirittura acquisendo interamente Epic.

Come noto, la faccenda è nata nel 2018 quando Epic ha lanciato Fortnite per Android e iOS tramite il suo sito web aggirando il Play Store e l’App Store. Ciò gli ha permesso di vendere la valuta di gioco di Fortnite, i V-buck, senza pagare la commissione richiesta alle app dai due colossi del mondo degli smartphone. Una causa antitrust lanciata in quello stesso anno ha portato ad alcune sentenze, ma è ancora all’esame della giuria.

I documenti che evidenzierebbero i timori sul “contagio” sono arrivati ​​in tribunale martedì quando è intervenuto Lawrence Koh, l’ormai ex capo dello sviluppo del business gaming di Google Play Store. Koh ha ammesso che Google era preoccupata del fatto che tutti i migliori sviluppatori di giochi avrebbero potuto abbandonare il suo store entro un paio d’anni dalla decisione di Epic, il che avrebbe portato a perdite per miliardi di dollari per Google. I documenti mostrati in tribunale prevedevano che l’assenza di Fortnite da Google Play avrebbe potuto comportare una contrazione nelle entrate tra 130 e 250 milioni di dollari e una perdita a valle più ampia fino a 3,6 miliardi di dollari se si fosse verificata la massiccia defezione prospettata dai dirigenti di Google.

“Volevamo solo che gli sviluppatori scegliessero Play” e creare le condizioni per cui non scegliessero di lanciare prima su iOS di Apple: è il senso delle dichiarazioni dei dirigenti di Google al processo. Al contrario, Epic fa perno su questi documenti per sostenere che Google temeva la concorrenza nella distribuzione di app Android e puntava a mantenere lo status di monopolio illegale per il suo Play Store. L’esistenza di questo accordo non lo dimostra, ma dà un’interessante prospettiva sulle strategie di Google verso il settore dei videogiochi.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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