Il telescopio spaziale James Webb cattura un’immagine di NGC 346 con MIRI

Another ICT Guy

Il telescopio spaziale James Webb cattura un’immagine di NGC 346 con MIRI

Dopo l’immagine della Nebulosa di Orione e quella della galassia irregolare NGC 6822 è il momento di osservare la nuova immagine catturata dal telescopio spaziale James Webb della regione di formazione stellare NGC 346 che si trova nella Piccola Nube di Magellano (galassia satellite della Via Lattea). Non è la prima volta che viene rilasciata un’immagine di quella zona dal JWST, lo stesso era accaduto a gennaio 2023. Quello che è cambiato è l’utilizzo nell’immagine meno recente dello strumento NIRCam mentre in quella recente di MIRI (medio infrarosso).

Gli scienziati hanno sottolineato come, grazie alla capacità di osservare nell’infrarosso con una risoluzione più elevata che in passato, Webb permette di guardare con “nuovi occhi” le regioni di formazione stellare che presentano grandi quantità di polvere cosmica. Proprio l’immagine catturata con MIRI (Mid-Infrared Instrument) di NGC 346 della Piccola Nube di Magellano ne è un chiaro esempio.

NGC 346 vista da MIRI del telescopio spaziale James Webb

La Piccola Nube di Magellano si trova nella costellazione del Tucano a una distanza di circa 200 mila anni luce dalla Terra ed è considerata meno recente della Via Lattea. Nell’immagine del telescopio spaziale James Webb è possibile individuare quelle che appaiono come “ragnatele” di colore blu che sono composte di polvere di silicati e idrocarburi policiclici aromatici.

ngc 346

Click sull’immagine per ingrandire

La zona di colore rosso invece è dovuta a polvere che ha una temperatura più elevata di quella circostante. Il calore deriva da stelle più luminose e massicce che si trovano nella parte centrale di NGC 346. Ci sono poi alcuni artefatti legati alla luce proveniente da alcune stelle poste ai margini dell’immagine che prendono la forma di archi (visibili anche nella zona centrale-sinistra).

Ci sono poi altre zone un po’ più luminose che sono dove si trovano un numero maggiore di stelle in formazione (protostelle). Secondo quanto riportato, sarebbero state rilevate fino a 1001 sorgenti luminose, per lo più stelle giovani che sono ancora nascoste dalla polvere.

Il telescopio spaziale James Webb ha impiegato i filtri F770W, F1000W, F1130W, F1500W e F2100W rispettivamente per le lunghezze d’onda 7,7 μm, 10 μm, 11 μm, 15 μm e 21 μm alle quali sono state assegnate le colorazioni blu, ciano, verde, gialla e rossa. L’immagine non è recente in quanto è stata catturata durante le osservazioni di ottobre 2022 e copre 200 anni luce (o 3,4 arcominuti).

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *