Recensione Google Pixel 8 e 8 Pro: sempre più magici con l’Intelligenza Artificiale

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Recensione Google Pixel 8 e 8 Pro: sempre più magici con l’Intelligenza Artificiale

Con 40 milioni di smartphone Pixel venduti dal 2016 ad oggi, di cui 10 milioni solo nel 2022, la serie di smartphone “pure Google” sta diventando sempre più consueta fra gli utenti appassionati. Non sono numeri che di certo possono fare impensierire i colossi più blasonati del settore, ma la crescita costante per la famiglia di device realizzati dalla Grande G evidenza l’ottimo lavoro fatto nelle ultime generazioni per renderla un po’ meno “geek” e più adatta ai gusti del mercato mainstream. Il tutto senza snaturare un approccio rivolto alla concretezza che ha da sempre contraddistinto i device della serie Nexus, prima, e Pixel, poi.

I nuovi Pixel 8 e Pixel 8 Pro si fondano sullo stesso approccio stilistico introdotto con la serie Pixel 6 e poi leggermente migliorato con Pixel 7 e Pixel 7 Pro. E anche quest’anno troviamo un (nuovo) processore proprietario, Google Tensor G3, un lieve ma importante rinnovamento per quanto riguarda il design soprattutto per il Pro e tante novità e ottimizzazioni basate sull’intelligenza artificiale. Si rinnovano anche i display, che adesso sono ancor più luminosi rispetto ai due modelli precedenti della famiglia superando i 2000 nit per la versione top di gamma, mentre al primo avvio troviamo Android 14, l’ultimissima versione del sistema operativo del robottino verde che è stata appena rilasciata al pubblico.

Cambia, purtroppo, anche il prezzo: se l’anno scorso eravamo stati graziati con un mantenimento dei listini per i due Pixel 7 di fascia alta, quest’anno si parte da 799€ e 1099€ per i due smartphone, prezzi comunque in linea con la media del settore e certamente commisurati – lo anticipiamo già da subito – al livello di qualità dei nuovi top di gamma firmati Google. Abbiamo avuto modo di provare Pixel 8 e Pixel 8 Pro in anteprima rispetto al lancio commerciale in Italia e in questa nostra recensione vi raccontiamo tutte le novità e come effettivamente si comportano sul campo.

I nuovi Pixel 8 e 8 Pro arrivano all’interno di scatole abbastanza consuete per i canoni dell’azienda: fra di loro non sono molto diverse per quanto riguarda le dimensioni, che sono comunque ridotte ai minimi termini per via dell’assenza del caricabatterie in dotazione. Una scelta ormai consolidata fra le big tech che si occupano di telefonia mobile.

Sotto al telefono, che viene esposto in primo piano non appena aperta la scatola, sono ancora presenti: un cavo di ricarica USB-C, uno strumento per la rimozione del vano SIM, la documentazione e un “adattatore di trasferimento rapido” che consente di collegare un cavo al Pixel per trasferire dati da un altro dispositivo Android o iOS in maniera veloce.

Recensione Google Pixel 8 e Pixel 8 Pro

Al solito i due smartphone si differenziano principalmente per le dimensioni del display, ma non solo, visto che tale caratteristica si porta dietro diverse esigenze strutturali:

  • Pixel 8 implementa un pannello “Actua OLED” da 6,2 pollici a risoluzione FullHD+ (2400×1800 pixel), integrato all’interno di una superficie da 150,5 x 70,8 millimetri, per un dispositivo che pesa complessivamente 187 grammi (10 in meno rispetto a Pixel 7). Sono due le fotocamere al posteriore, mentre la batteria integrata è da 4485 mAh.
  • Pixel 8 Pro adotta invece un pannello “Actua OLED” più grande, da 6,7″ a risoluzione 2992×1344 pixel. La superficie dello smartphone è quindi più ampia (162,6 x 76,5 millimetri), mentre lo spessore è molto simile per entrambi i modelli (8,8mm per il Pro e 8,9mm per la versione base). Il top di gamma può vantare tre fotocamere al posteriore con un teleobiettivo 5x periscopico oltre ai moduli principale e ultra grandangolare, mentre la batteria è da 4950mAh e il peso del dispositivo ammonta a 213 grammi.

Trovate tutte le specifiche tecniche nella tabella che riportiamo qui di seguito.

Specifiche tecniche

Google Pixel 8 Google Pixel 8 Pro
OS (al lancio)
Android 14
Processore
Google Tensor G3
Coprocessore di sicurezza Titan M2
RAM 8 GB LPDDR5X 12 GB LPDDR5X
Display Actua OLED @ 60-120Hz
6,2″ (20:9, 428 PPI)
Super Actua OLED LTPO @ 1-120Hz
6,7″ (20:9, 489 PPI)
Risoluzione 2400 x 1080 2992 x 1344
Storage 128 GB – 256 GB UFS 3.1 128 GB – 256 GB – 512 GB UFS 3.1
Fotocamere Retro:
Wide 50 MP f/1.7 OIS
Ultrawide 12 MP f/2.2

Flash Dual-LED
Video 4K @ 60 fps

Fronte:
10,5 MP f/2.2
Video 4K @ 60 fps

Retro:
Wide 50 MP f/1,7 OIS
Ultrawide 48 MP f/1.95
Teleobiettivo 48MP f/2.8 5x OIS

Flash Dual-LED
Video 4K @ 60 fps

Fronte:
10,5 MP f/2.2
Video 4K @ 60 fps

Extra
5G
Wi-Fi 7
Bluetooth 5.3
NFC
Sensore impronte display
Dual SIM
Porte
USB Type-C
Batteria 4575 mAh
Ricarica rapida a 30W
Ricarica Wireless 18W
5050 mAh
Ricarica rapida a 30W
Ricarica Wireless 23W
Dimensioni 150,5 x 70,8 x 8,9 mm 162,6 x 76,5 x 8,8 mm
Peso 187 gr 213 gr

Google Pixel 8 e Pixel 8 Pro prezzo

Come abbiamo già scritto, i nuovi Pixel 8 e Pixel 8 Pro subiscono un aumento nei prezzi di listino. Nello specifico abbiamo in questo caso un rincaro di 150€ per quanto riguarda Pixel 8, mentre Pixel 8 Pro aumenta di 200€ rispetto al listino al lancio del suo predecessore. Un cambio di strategia che va in contrapposizione rispetto a quanto abbiamo visto con gli ultimi iPhone di Apple, che ha sorpreso tutti abbassando i prezzi ufficiali dei suoi melafonini in questa ultima generazione.

  • Google Pixel 8
    • 8 + 128GB: 799€ – (Grigio verde, Nero ossidiana e Rosa)
    • 8 + 256GB: 859€ – (Grigio verde, Nero ossidiana e Rosa)
  • Google Pixel 8 Pro
    • 12 + 128GB: 1099€ – (Azzurro cielo, Nero ossidiana, Grigio creta)
    • 12 + 256GB: 1159€ – (Azzurro cielo, Nero ossidiana, Grigio creta)
    • 12 + 512GB: 1299€ – (Nero ossidiana)

È da sottolineare però che, nonostante i rincari, i nuovi Pixel possono essere acquistati a un prezzo ancora inferiore rispetto ai top di gamma sia di Apple, sia di Samsung, con cui competono direttamente (prendendo come riferimento il prezzo di listino ufficiale dei vari prodotti).

Design

Sul piano estetico non ci sono grandi stravolgimenti rispetto a quanto avevamo visto con le due generazioni precedenti. Il design introdotto con la serie Pixel 6 è stato ulteriormente rifinito, soprattutto nel Pro che introduce una finitura opaca quasi morbida al tatto, che migliora nettamente l’ergonomia rispetto ai predecessori. Un vantaggio che, però, viene ridimensionato dal fatto che Pixel 8 Pro difficilmente verrà utilizzato dai suoi utenti senza una custodia protettiva.

Questo anche in virtù della ormai iconica fascia al posteriore che accoglie le fotocamere, presente su entrambi i modelli. Una scelta stilistica coerente con il passato e che identifica sin da subito gli smartphone della Grande G: diversamente dal box fotografico che troviamo sulla stragrande maggioranza degli smartphone in commercio, Google sceglie ancora una volta la fascia che occupa la scocca posteriore in tutta la sua larghezza. Questo design consente di evitare del tutto eventuali dondolii dello smartphone quando viene utilizzato su un piano d’appoggio.

Come avevamo visto con i due predecessori, anche su Pixel 8 e Pixel 8 Pro troviamo un solo colore sia per la scocca (lucida sul primo, opaca per il Pro), sia per la fascia che include le due fotocamere. Altra differenza fra i due modelli: la cornice delle fotocamere è in metallo satinato per la variante base, mentre il top di gamma può vantare una cornice in alluminio lucido.

Pixel 8 si può comprare nei toni Grigio verde, Nero ossidiana e Rosa; mentre Pixel 8 Pro in Azzurro cielo, Nero ossidiana, Grigio creta. Da notare che la versione top di gamma del Pro con 512 GB di storage integrato viene proposta attualmente solo in Nero ossidiana. Un design che rimane, quindi, elegante e sofisticato, capace di far trasparire

Al centro è invece posizionata la G che sta, inutile dirlo, per Google. Il vetro anteriore del Pro è inoltre un Gorilla Glass Victus 2, mentre Pixel 8 presenta un vetro Victus di prima generazione. Grande novità rispetto allo scorso anno è il fatto che entrambi i display sono piatti, quindi anche sul Pro avremo una superficie flat che – al netto di forme un po’ meno aggraziate – garantisce uno spazio utilizzabile più ampio rispetto al predecessore.

Al solito il frame delle fotocamere posteriori crea un gradino importante con il resto della scocca, ma nell’uso di tutti i giorni si tratta di una caratteristica che non si fa sentire più di tanto, con i due smartphone che trasudano eleganza in ogni dettaglio, anche in virtù di una qualità ai livelli più alti per quanto riguarda l’assemblaggio. Inutile dire che Pixel 8 è quello comodo della famiglia, mentre il Pro con il suo ampio display flat da 6,7″ si fa sentire di più in tasca e nelle sessioni d’uso prolungate. Non aiutano neanche gli angoli non proprio morbidissimi, anch’essa caratteristica ripresa dalle precedenti generazioni.

Il foto della fotocamera frontale è ancora una volta nella parte superiore del display, al centro, così come l’altoparlante per le chiamate che viene posizionato in una sottile fessura sul bordo superiore del vetro, proprio sopra il modulo fotografico. La porta USB Type-C è nella parte inferiore, insieme ai foti per microfono e al secondo altoparlante. Ottima anche la qualità dei tasti integrati lungo il lato destro, sia per l’accensione che per la gestione del volume (un unico tasto a due vie combinato): risultano sempre molto rigidi ed emettono un suono soddisfacente e scattante quando vengono premuti. È completamente libero il lato sinistro, ad eccezione del vano dual SIM con la seconda virtuale eSIM.

L’audio stereo integrato è di buona qualità grazie alla presenza di un doppio speaker stereo: il volume è ottimo, anche se manca leggermente di bassi rispetto ad altri dispositivi di pari fascia di merca e le tonalità più alte sono visibilmente arretrate rispetto al resto della scena sonora. La distorsione percepita dall’utente però è ai minimi termini anche ai volumi più alti.

Android 14 al primo avvio

Android 14 non rappresenta di certo una rivoluzione rispetto alle precedenti versioni del sistema operativo, ma a dire il vero non si sente la necessità di un rinnovamento generale per quanto riguarda l’interfaccia utente o le modalità di interazione con il dispositivo. La nuova versione porta con sé diverse novità, fra cui nuove possibilità di personalizzazione per la schermata di blocco e miglioramenti di varia natura, fra cui l’integrazione nativa di Health Connect.

La novità più evidente di Android 14 riguarda la personalizzazione dell’interfaccia utente. Sui dispositivi Pixel è ora possibile modificare lo stile dell’orologio nella schermata di blocco tra diversi layout e formati, sia analogici che digitali. Inoltre, le due scorciatoie nella parte inferiore possono essere sostituite con azioni rapide personalizzate, come l’attivazione della torcia o della fotocamera, e molto altro. Un’altra novità è il tema monocromatico, che utilizza sfondi in scala di grigi per le app invece di adattarli in base alla tonalità dello sfondo.

Android 14 introduce anche l’integrazione nativa di Health Connect, il servizio di Google per la sincronizzazione sicura dei dati fitness tra le diverse app di salute e benessere. Grazie alla preinstallazione su Android 14, Health Connect potrà essere sfruttato facilmente dalla maggior parte delle app per lo sport senza dover implementare soluzioni proprietarie. Il nuovo sistema operativo introduce anche altre novità come la funzione Ultra HDR, nuovi sfondi generati dall’IA, miglioramenti per quanto riguarda la gestione energetica, e nuove feature di accessibilità.

Sul fronte della sicurezza, Android 14 permette di attivare un’opzione avanzata per nascondere le animazioni della tastiera durante l’inserimento del PIN di sblocco, così da impedire di risalire alle cifre osservando i movimenti delle dita. Inoltre, con i PIN lunghi almeno 6 cifre non è più necessario premere il tasto Invio dopo averli digitati correttamente. È stata cambiata anche l’interfaccia di condivisione nativa, che adesso può essere aggiornata indipendentemente dal resto del sistema come avviene con altri moduli che fanno parte dei Play Services.

Il sistema operativo si fonda sull’interfaccia utente stock di Android, caratterizzata sul linguaggio Material You e su un theme engine che consente di personalizzare completamente la resa estetica del sistema operativo, rendendola in linea con quella delle app installate. Il sistema parte da qualsiasi sfondo selezionato dall’utente proponendo dinamicamente diverse palette di colori che si adattano bene sulla base delle regole imposte dalla – tanto discussa – armocromia. La palette sarà applicata a tutte le componenti dell’OS, dai quick toggle, agli sfondi delle schermate e ad altri elementi anche all’interno delle varie app.

Non ci sono molte novità per quanto riguarda l’aspetto grafico della schermata delle notifiche e dei quick toggles: tirando giù la tendina abbiamo un primo livello con 4 toggle e le notifiche subito sotto. Abbassando ancora di più il menù a tendina i toggle diventano otto a cui si aggiunge anche la barra della luminosità. Qui le notifiche spariscono ma compaiono tre tasti: uno per modificare numero e posizione dei toggle, uno per le opzioni di spegnimento / riavvio ed uno per entrare nelle impostazioni. 


Clicca per ingrandire

Non cambia la schermata delle app in background, con il tasto “Cancella tutto” per pulire completamente la memoria del cellulare che è ancora una volta confinato all’estrema sinistra. Bisogna scorrere fra tutte le app aperte, insomma, per selezionarlo.

I nuovi smartphone implementano inoltre alcune feature esclusive, come un Filtro Chiamate migliorato dall’IA che consente di ricevere in media il 50% in meno di chiamate di spam. Può inoltre risponde alle chiamate da numeri sconosciuti con una voce più naturale per coinvolgere il chiamante e può separare dinamicamente le chiamate desiderate dall’utente da quelle indesiderate. In futuro Google implementerà le risposte contestuali da toccare per rispondere rapidamente a chiamate semplici, come le conferme di appuntamenti, senza dover rispondere al telefono.

Arriverà anche la feature Summarize, con gli smartphone che potranno generare automaticamente un riassunto di una pagina web data in pasto all’IA in modo da comprenderne rapidamente i punti chiave. Oltretutto lo smartphone potrà anche leggerla a voce alta e tradurla, con i Pixel che possono parlare e intuire un linguaggio molto più umano. Se chi utilizza le funzioni di dettatura fa una pausa, magari farfugliando degli “ehm” durante il pensiero, Google aspetterà prima di rispondere. Sul piano della sicurezza, sensore di impronte sotto il display e riconoscimento del volto sono sempre precisi, veloci e affidabili.

Quello che contraddistingue i Pixel dagli altri smartphone Android è comunque il supporto software, e non tanto le funzionalità di personalizzazione. E con i nuovi modelli Google si è letteralmente superata: Pixel 8 e 8 Pro verranno aggiornati per almeno 7 anni a livello software compresi gli update del sistema operativo e gli aggiornamenti di sicurezza, ricevendo anche regolari Feature Drop con le funzioni che abbiamo fin qui anticipato. Anche fluidità e reattività di sistema sono praticamente esemplari, ormai praticamente ai livelli di iPhone nella stragrande maggioranza delle circostanze. Difficile desiderare di più in questo ambito.

L’hardware e analisi tecnica

Dalla famiglia Pixel 6 anche Google ha introdotto sui propri smartphone processori fatti in casa. Sui nuovi modelli siamo alla terza generazione con Google Tensor G3, caratterizzato da una CPU nona-core con setup 1+4+4. Il nuovo SoC è realizzato con un processo a 4 nm e presenta un Cortex X3 principale in grado di spingersi fino a 2,91 GHz con altri quattro core Cortex-A715 a 2,45GHz e quattro core più piccoli Cortex-A510 con frequenza di 2,15GHz. La GPU integrata è anch’essa di ARM, ed è una Immortalis-G715s MC10.

Tensor G3 è il chip più potente di sempre realizzato per i Pixel e il focus è tutto – o quasi – sull’IA. Google ha dichiarato ufficialmente che l’obiettivo in fase di progettazione non è stato solo aumentare la potenza degli smartphone che lo implementano (anche perché le novità in fatto di potenza bruta, come potete vedere nei benchmark pubblicati poco sotto, non sono di certo eclatanti), quanto migliorare concretamente l’esperienza d’uso. Il nuovo chip integra i più recenti core CPU ARM, una GPU aggiornata, nuovi processori per imaging e computer vision e, chiaramente, anche una TPU ottimizzata per i modelli IA di Google. Nel SoC è inoltre presente un nuovo chip di sicurezza migliorato, Titan M2, in grado di proteggere più in profondità i dispositivi che lo integrano.

Grazie al nuovo SoC i nuovi Pixel possono eseguire in locale modelli di intelligenza artificiale generativa complessi come quelli sviluppati da Google DeepMind, impensabili fino a poco tempo fa su uno smartphone e l’architettura consente di gestire carichi elaborativi fino a 150 volte superiori rispetto a Tensor G1. I benefici del nuovo processore possono esprimersi in diversi ambiti, fra cui – come già detto – la comprensione del linguaggio naturale o anche l’elaborazione di foto e video. È grazie alla presenza di Tensor G3 che l’Assistente Google comprende meglio pause e incertezze nel parlato, mentre la sintesi vocale raggiunge livelli molto migliori rispetto al passato.

Il chip ottimizza tutta la pipeline di acquisizione video, permettendo funzioni come Live HDR a risoluzione più elevata e consumi ridotti. Anche la qualità fotografica trae beneficio dall’IA, con miglioramenti a Gomma Magica per la rimozione oggetti e nuove funzionalità, che vedremo in seguito, come lo Scatto migliore.

Google Pixel 8 e 8 Pro – SPECIFICHE TECNICHE

Google Pixel 8 Google Pixel 8 Pro
OS (al lancio)
Android 14
Processore
Tensor G3
Coprocessore di sicurezza Titan M2
RAM 8 GB LPDDR5X 12 GB LPDDR5X
Display Actua OLED 6,2″ (20:9, 428 PPI) Actua OLED LTPO 6,7″ (20:9, 489 PPI)
Risoluzione 2400 x 1080 2992 x 1344
Storage 128 GB – 256 GB UFS 3.1 128 GB – 256 GB – 512 GB UFS 3.1
Fotocamere

Retro:
Wide 50 MP f/1.68
Ultrawide 12 MP f/2.2
Flash Dual-LED
Video 4K @ 60 fps

Fronte:
10,5 MP f/2.2
Video 4K @ 60 fps

Retro:
Wide 50 MP f/1,8
Ultrawide 48 MP f/1.95
Teleobiettivo 48MP f/2.8

Flash Dual-LED
Video 4K @ 60 fps

Fronte:
10,5 MP f/2.2
Video 4K @ 60 fps

Extra
5G
Wi-Fi 7
Bluetooth 5.3
NFC
Sensore impronte display
Dual SIM
Porte
USB 2.0 Type-C
Batteria 4485 mAh
Ricarica rapida a 30W
Ricarica Wireless
4950 mAh
Ricarica rapida a 30W
Ricarica Wireless
Dimensioni 150,5 x 70,8 x 8,9 mm 162,6 x 76,5 x 8,8 mm
Peso 187 gr 213 gr

È da dire che i nuovi smartphone riscaldano un po’ durante l’uso di tutti i giorni, ma lo fanno con costanza durante attività pesanti come quelle legate alla Fotocamera, o quando è necessaria la potenza del chip nelle elaborazioni di vario genere. Si tratta di un “difetto” condiviso non solo con molti altri top di gamma delle ultime generazioni, ma anche con i precedenti modelli della serie Pixel. I nuovi flagship non sono comunque mai caldi da non poter essere impugnati, ma di fatto scaldano anche loro come gli altri top di gamma.  Per la cronaca, Pixel 8 possiede 8GB di RAM mentre il Pixel 8 Pro ne possiede 12GB di RAM, anche se le differenze nell’uso di tutti i giorni sono praticamente impercettibili.

Benchmark

Di seguito riportiamo i benchmark che abbiamo eseguito con il terminale.

Display

Come al solito, una delle differenze principali fra i due flagship della Grande G è relativa al display, con i due modelli che utilizzano pannelli di dimensioni e tecnologie diverse. Se da una parte le differenze fra i due modelli si sono assottigliate per via dell’uso di un pannello flat anche su Pixel 8 Pro, dall’altra sono state mantenute alcune differenze topiche per quanto riguarda la qualità generale del pannello e, soprattutto, l’efficienza energetica.

Pixel 8 Pro monta un pannello che Google definisce Super Actua, che di fatto è un OLED LTPO estremamente luminoso. Il display si sviluppa all’interno di una diagonale di 6,7 pollici, con una risoluzione massima di 2992 x 1344 pixel e un refresh rate che può spaziare da 1Hz fino a 120Hz, per offrire dinamicamente la massima fluidità solo quando serve, mentre in tutti gli altri frangenti l’aggiornamento viene regolato dinamicamente in modo da consumare il meno possibile senza compromettere l’esperienza d’uso. Google ha dichiarato una luminosità di picco di 2400 nit per i contenuti SDR, 1600 nit per quelli in HDR. L’aspect-ratio è di 20:9, quindi leggermente più allungato rispetto al suo predecessore, mentre la densità dei pixel è di 489 ppi.

Pixel 8 monta invece un display Actua, più modesto seppur dalle ottime doti tecniche: si tratta di un OLED da 6,2″ con una risoluzione Full HD+ da 1080 x 2400 pixel e 428 PPI di densità di pixel. Rispetto alla serie precedente, anche il modello base può raggiungere i 120Hz, anche se la soglia minima è di 60 Hz. C’è comunque il supporto all’HDR10+, come sul modello Pro, e la luminosità di picco dichiarata è anche in questo caso molto interessante: 2000 nit con i contenuti standard, 1400 nit durante la riproduzione di video, film e serie TV in HDR.

Due le modalità proposte da Google per quanto riguarda la gestione cromatica: “Colori Adattivi” è la più estesa, mentre “Colori Naturali” si adatta dinamicamente al contenuto per abilitare il profilo colore più idoneo fra sRGB e DCI-P3. Non è presente una regolazione avanzata della modalità colore ma è possibile modificare la modalità di risoluzione del display (solo sul Pro).

Iniziamo la nostra analisi tecnica dei display dei nuovi device della serie Pixel 8, al solito, con la luminanza massima.

Pixel 8 Pro è il display migliore in questo ambito, con un picco misurato di 2215 nits con un APL del 15%, mentre con schermata tutta bianca si raggiungono i 1441 nits. Quando si “accendono” tutti i pixel il nuovo Pure Google fa il miglior risultato in assoluto fra i dispositivi da noi testati in laboratorio, mentre lo scettro per la luminanza massima di picco rimane a iPhone 14 Pro Max. Ottimi, anche se inferiori, i risultati fatti registrare da Pixel 8: 1615 nits con un APL del 15% (un po’ distante dai 2000 nits dichiarati da Google, anche se non sappiamo con quale APL), mentre con schermata tutta bianca si ferma a 1354 nits.

I due nuovi Pixel 8 sono gli smartphone più luminosi in assoluto nelle condizioni in cui la maggior parte della schermata è bianca. Un esempio molto banale dove questa condizione può dare un apporto notevole nell’uso quotidiano: quando si naviga fra le pagine web sotto la luce del sole. Nell’esperienza d’uso di tutti i giorni aiuta anche il fatto di trovarsi di fronte a display AMOLED, che possono spegnere i pixel per riprodurre il nero sfornando un rapporto di contrasto ottimale in qualsiasi circostanza, anche negli ambienti più bui.

Analisi Pixel 8 Pro (Colori Naturali)


Gamut


RGB


Gamma


DeltaE

Analisi Pixel 8 (Colori Naturali)


Gamut


RGB


Gamma


DeltaE

I valori di ottimo livello che abbiamo rilevato nei test relativi alla luminosità di picco vengono confermati, senza mezzi termini, nell’analisi cromatica dei due display. Il profilo “Colori naturali” è chiaramente il più preciso, ma anche abilitando la modalità “Colori adattivi” si ottiene una visione di livello molto più che adeguato sia per la produzione che per la visione di contenuti multimediali. Tornando al profilo Colori naturali, tutte le componenti da noi analizzate sono calibrate con grande precisione: la copertura del triangolo di gamut è vicina al 99% secondo lo standard DCI-P3 su entrambi i modelli, la progressione tonale della scala dei grigi è precisa secondo lo standard 2.2 e il punto di bianco non presenta dominanti evidenti. Il DeltaE medio è di 1,6 e 1,5, rispettivamente per Pixel 8 Pro e Pixel 8, con entrambi gli smartphone che si comportano in maniera egregia nella rappresentazione fedele delle immagini che diamo loro in pasto. Per paragone, abilitando la modalità Colori adattivi il DeltaE diventa di 2,9 e 2,7 (per 8 Pro e 8), un valore comunque molto buono per la riproduzione dei contenuti.

Pixel 8 Pro – Riproduzione HDR


Gamma


Gamut


RGB


DeltaE

Pixel 8 – Riproduzione HDR


Gamma


Gamut


RGB


DeltaE

Passando ai più difficili contenuti HDR, i due device della serie Pixel 8 confermano ancora una volta le loro doti qualitative, sia in termini di luminanza massima, sia per quanto riguarda la riproduzione fedele dell’aspetto cromatico. Pixel 8 Pro può riprodurre una luminanza di picco di 1650 nits con i contenuti ad alta gamma dinamica, mentre il modello base della famiglia si ferma a un comunque ottimo 1468 nits. Sono entrambi valori non così banali anche per i canoni di un top di gamma. Ottima la riproduzione cromatica, con un DeltaE medio di 2,6 per Pixel 8 Pro e 3 per Pixel 8 che, in questo caso, risulta un po’ meno preciso. I due valori, eccellenti nell’ambito mobile, sono dovuti a un’ottima calibrazione generale dei pannelli, con Pixel 8 che viene un po’ penalizzato da una leggerissima dominante verde per il punto di bianco. Specialmente sul Pro la curva di gamma è perfetta fino all’80% del livello di bianco, mentre il gamut DCI-P3 coperto al 99,97% parla da sé. Non si trova comunque molto distante Pixel 8, che mostra anch’esso una riproduzione HDR estremamente fedele.

Inutile andare oltre con il commento: quelli di Pixel 8 Pro e Pixel 8 sono i migliori display che potete trovare su uno smartphone Android. Certo, con i nostri test andiamo a osservare i dettagli più piccoli della rappresentazione delle immagini, dettagli che possono essere insignificanti per la stragrande maggioranza degli utenti all’interno di un mercato che propone in questo ambito solo componenti di qualità estremamente elevata. Ma, a prescindere dalle dovute premesse, è da dire che i nuovi Pixel riescono a dare qualcosina in più rispetto alla qualità media dei flagship del 2023, sia in termini di luminosità massima che in termini di fedeltà dei colori.

Durata della batteria

I Google Pixel 8 e 8 Pro posseggono due batterie differenti: il Pixel 8 ne ha una da 4.575 mAh mentre quella del Pixel 8 Pro è decisamente più potente da ben 5.050 mAh. Entrambe supportano la ricarica a 30 W, come lo scorso anno, con possibilità di caricare lo smartphone in mezz’ora di almeno il 50%. Non è velocissima rispetto ad altri brand della concorrenza ma garantisce comunque anche il supporto fino a 23W tramite ricarica wireless (20W per il Pixel 8) e viene introdotta anche la ricarica wireless inversa per caricare appunto gli auricolari o altri device che la supportano.

Quali sono le autonomie di questi due device? Sappiate che con entrambi non abbiamo sorprese, ossia riusciamo ad arrivare a sera senza sostanziali problemi e con un utilizzo anche piuttosto intenso. Rispetto allo scorso anno entrambi i device sembrano già ottimizzati per raggiungere risultati di autonomie importanti simili a quelle dello scorso anno. Tutto sembra funzionare a perfezione perché non abbiamo subito momenti di battery drain ma anche in standby gli smartphone consumano veramente poco o niente.

Oltretutto gli smartphone dispongono di varie tecnologie integrate che consentono di ottimizzare i consumi energetici, ad esempio rilevando le app che vengono utilizzate meno e riducendo al minimo i loro consumi. Ci sono poi diverse modalità di risparmio energetico (fra cui anche Risparmio energetico estremo che consente di selezionare manualmente le app essenziali).

Fotocamera

Google Pixel 8 e 8 Pro offrono hardware delle fotocamere in parte rinnovato. Ci sono delle differenze nel numero dei sensori tra i due modelli ma anche nelle loro specifiche tecniche. Tutte però sono dotate di sensori al passo con i tempi e capaci di sfruttare il nuovo hardware della fotocamera e le modalità di scatto comandate dall’intelligenza artificiale.

Google Pixel 8 Pro

A livello tecnico la fotocamera principale del Google Pixel 8 Pro vede un sensore da 50 MP con autofocus dual-pixel e stabilizzazione ottica dell’immagine dietro un obiettivo f/1.68 che migliora notevolmente la cattura della luce e pixel di dimensioni pari a 1.2µm. C’è poi una fotocamera con sensore a periscopio da 48 MP con zoom ottico 5X. Questo sensore da 0,7 µm e si trova dietro un gruppo obiettivo con apertura f/2,8 e non f/3,5 come prima e dispone anche di PDAF e OIS. Utilizzando una combinazione di zoom Super Res e questo zoom ottico 5X, Pixel 8 Pro può raggiungere fino a zoom 30X. La terza fotocamera è la ultrawide con un sensore rinnovato da 48MP ( e non più da 12MP) con pixel da 0,8 µm e un obiettivo con apertura f/1,95. Infine la fotocamera frontale da 10,5 MP con pixel qui a 1,22 µm.

  • Principale
    • Sensore da 50 MP
    • Obiettivo grandangolare con apertura f/1,68
    • Pixel Size – 1,2 µm
    • OIS – Dual Pixel PDAF – Laser AF
  • Ultra Grandangolare
    • Sensore da 48 MP
    • Obiettivo 125,5° di visione con apertura f/1,95
    • Pixel Size – 0,8 µm
  • Telephoto Periscope Camera
    • Sensore da 48 MP
    • Obiettivo con apertura f/2,8 – 120 mm
    • OIS – PDAF – zoom 5x ottico fino a zoom 30x
    • Pixel Size – 0,7 µm 
  • Flash LED
  • Video 4K @ 30/60 fps – 1080p @ 30/60/120/240 fps

Google Pixel 8

Google Pixel 8 utilizza una fotocamera principale identica a quella del Pixel 8 Pro e cioè il sensore da 50 MP con autofocus dual-pixel e stabilizzazione ottica dell’immagine dietro un obiettivo f/1,68 e pixel di dimensioni pari a 1,2µm. Manca la fotocamera con sensore a periscopio ma c’è la fotocamera ultra wide con un sensore però classico visto lo scorso anno da 12 MP con pixel da 1,25 µm e un obiettivo con apertura f/2,2. Infine la fotocamera frontale da 10,5 MP con pixel qui a 1,22 µm.

  • Principale
    • Sensore da 50 MP
    • Obiettivo grandangolare con apertura f/1,68
    • Pixel Size – 1,2 µm
    • OIS – Dual Pixel PDAF – Laser AF 
  • Ultra Grandangolare
    • Sensore da 12 MP
    • Obiettivo 125,8° di visione con apertura f/2,2
    • Pixel Size – 1,25 µm 
  • Flash LED
  • Video 4K @ 30/60 fps – 1080p @ 30/60/120/240 fps

A livello funzionale l’app della fotocamera viene ridisegnata molto rispetto a quella dello scorso anno. La schermata principale vede ora l’ingranaggio per le Impostazioni nell’angolo in basso a sinistra mentre in basso a destra viene posizionato quello dei Controlli Pro che si differenziano in base allo smartphone quindi Pixel 8 e 8 Pro. Passare da una modalità di scatto a quella per i video è ancora più semplice visto che basterà switchare nel piccolo menù in basso al di sotto del pulsante di scatto vero e proprio. Per le foto saranno presenti le modalità di scatto come la classica Foto, Foto Notturna, Panoramica e ancora Ritratto, Esposizione Lunga e Panning, tutte che possono venire scelte tramite il classico swipe laterale. Per le modalità di video invece c’è la modalità Video classica, lo Slow Motion, il Time-Lapse e ancora la modalità Sfocatura (che è quella praticamente cinematografica) e ancora la panoramica. Anche qui vale lo swipe laterale per decidere quale usare.   


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Effettuando uno swipe verso l’alto si aprirà il menù delle impostazioni e qui, in base alla modalità Foto o Video, sarà possibile scegliere tutte le impostazioni solite che riguardano il timer, la possibilità di scattare le Macro o ancora di impostare lo Scatto Migliore e anche chiaramente possibilità di avere un risultato in RAW. Per i video invece si può scegliere la risoluzione delle clip, i fotogrammi al secondo ma anche l’HDR a 10bit e ancora la stabilizzazione delle riprese e anche il miglioramento vocale. 

Come scattano i nuovi Google Pixel 8 e 8 Pro?

Foto di giorno


Foto da Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire


Foto da Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire

Nelle foto di giorno gli smartphone ci piacciono molto. Le immagini hanno una resa notevole con elevati dettagli come anche la gamma dinamica, colori vivaci e contrasto elevato. Cambia leggermente il bilanciamento del bianco di Google che a differenza degli altri anni rimane meno freddo e determina scatti un po’ più naturali. Davvero ottima la percezione della profondità negli scatti con un miglioramento rispetto al passato per quanto concerne la morbidezza e anche le ombre che garantiscono ora praticamente sempre la migliore percezione della scena. Utilizzare il Pixel 8 o il 8 Pro per scatti con la fotocamera principale non fa differenza visto che il sensore principale da 50 MP è il medesimo come il medesimo è anche l’algoritmo messo in campo dall’azienda di Mountain View per questi due prodotti. È facile scattare con i due Pixel ed è anche facile utilizzare lo zoom 2X che ricordiamo non fa altro che realizzare un crop dei pixel centrali del sensore da 50 Megapixel. Un’idea utilizzata anche da altri concorrenti (Apple in primis) e con cui Google sembra essere decisamente a suo agio.

Foto al buio


Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire


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Google Pixel 8 Pro – Mod. Non Notturna e Mod. Notturna – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Mod. Notturna – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Mod. Notturna – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Mod. Notturna – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Mod. Notturna – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Mod. Notturna – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 – Mod. Non Notturna e Mod. Notturna – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 – Mod. Notturna – Clicca per ingrandire

Nelle condizioni di luminosità più difficili i risultati raggiungono ancora livelli elevati risultando ben bilanciati con dettagli altrettanto contrastati. Ci sono solo alcuni rumori che sfuggono al software ma che riguardano davvero zone molto scure. Per il resto il lavoro realizzato dalla fotocamera principale è notevole anche senza attivare la modalità Notturna. La riproduzione delle scene è praticamente sempre accurata con i parametri ben bilanciati, anche con la presenza di qualche pericolosa sorgente luminosa artificiale. Con il Google Pixel 8 Pro e il suo sensore a periscopio siamo riusciti ad ottenere scatti buoni anche in queste condizioni, un pelo migliorati grazie ad un sensore con un’apertura focale più aperta alla luce e ad una modalità Notturna spinta.

Modulo ultra grandangolare


Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 – Clicca per ingrandire

La fotocamera ultrawide dei Pixel 8 e 8 Pro è in grado di catturare una buona quantità di luce grazie ai suoi grandi pixel. Due sensori diversi che permettono di avere effettivamente risultati diversi. Per il Pixel 8 i risultati rispetto alla precedente generazione migliorano ma di poco. Il miglioramento invece in termini di dettaglio arriva con il Pixel 8 Pro che grazie alla cam da 48MP migliora la gamma dinamica, la vivacità dei colori e chiaramente anche la soppressione del rumore. I risultati sono buoni per qualità dei colori, del contrasto o anche del bilanciamento del colore. L’algoritmo e la lente lavorano bene nella correzione dell’effetto a barilotto che raggiunge un elevato livello riuscendo a scattare foto con ampiezza fino a 125 gradi, qualcosa in più rispetto allo scorso anno. C’è infine il supporto agli scatti macro che risultano decisamente convincenti garantendo foto originali e con una quantità elevata di dettagli per le distanze minime a cui vengono fatti.

Zoom (solo Pixel 8 Pro)


Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire


Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire

Direttamente nell’app della fotocamera è presente una preimpostazione per lo zoom 2X, che ritaglia un’immagine dallo scatto con la fotocamera principale. Lo scatto è veramente ottimo con una morbidezza molto sottile che solo un occhio esperto potrebbe notare, mentre a livello visivo lo scatto è bello e anche molto elaborato. C’è un miglioramento rispetto al passato con dettagli più pronunciati e con una dose di accuratezza generale maggiore. La fotocamera periscopica del Pixel 8 Pro supporta come detto lo zoom ottico 5X come lo scorso anno. Qui le immagini riprese sono buone e ci sembrano migliorate rispetto al passato risultando qualitativamente simili a quelle del sensore principale. La gamma dinamica è eccellente e i colori sono fedeli. Utilizzando lo zoom Super Res Zoom si scoprono scatti puliti, dettagli presenti e poca rumorosità segno di un’ottima post produzione. Oltretutto è possibile spingersi fino a zoom 30X anche se in digitale ma che in alcune situazioni siamo riusciti ad ottenere uno scatto che altri competitor non riescono a fare.

Selfie e Ritratti


Google Pixel 8 Pro – Clicca per ingrandire

Le foto di ritratto hanno le modalità 0,7X e 1X e come sempre i ritratti sono fantastici con Google e non potevano essere da meno nemmeno questi con il Pixel 8 e 8 Pro. La separazione dei soggetti è ottima. Qui a differenza del passato Google agisce con la fotocamera principale con alcuni dettagli a volte tralasciati. Stessa cosa per i selfie che sono comunque ottimi, con buoni colori e con una buona dose di dettaglio. 
Video: sfruttando Tensor G3, Google Pixel 8 e 8 Pro può registrare video fino a 4K a 60 fps. C’è un’ottima elaborazione della mappatura dei toni e una correzione HDR applicata a ogni fotogramma del video. I frame video vengono parzialmente elaborati direttamente sull’ISP e il video 4K dalla fotocamera principale è davvero ottimo. Non c’è quasi alcun rumore e la gamma dinamica è accurata con colori vivaci. Convincente anche la modalità Cinema che permette di avere riprese del soggetto in primo piano a fuoco con invece lo sfondo in secondo piano con effetto bokeh.

Ma allora cosa cambia rispetto allo scorso anno?

Considerando tutta la parte dei controlli Pro che su Pixel 8 Pro permette di lavorare di fino sulla luminosità, sulle ombre, sul bilanciamento del bianco ma anche sulla messa a fuoco, sui tempi di esposizione e sugli ISO. Google ci mette del suo a livello di Intelligenza Artificiale introducendo nuove funzionalità come il cosiddetto Magic Editor ossia la possibilità di modificare una foto scattata andando a eliminare eventuali soggetti, spostandone sulla scena altri e modificando anche il cielo o lo sfondo. Provandola abbiamo capito che c’è tanto potenziale ma anche il fatto che in alcune situazioni chiaramente risulta difficile utilizzarla e i soggetti non sempre vengono evidenziati e quindi è possibile spostarli sulla scena. Di fatto però se si vuole fare qualche modifica effettivamente la si può fare e lo strumento non può che rivelarsi molto potente anche se, forse, dopo i primi momenti di divertimento non è così palese che venga usata davvero tanto come ci si potrebbe aspettare. 


Magic Editor – Clicca per ingrandire


Magic Editor – Clicca per ingrandire


Magic Editor – Clicca per ingrandire

Ottima anche la Gomma Magica Audio ossia una funzionalità che permette di eliminare rumori molesti in una clip registrata. L’abbiamo potuto provare con una clip in cui erano presenti urla di bambini, una voce di una signora più forte e ancora rumori della natura e della musica. In questo caso la funzionalità ci ha proposto 4 diversi pulsanti su cui agire per ridurre o eliminare il rumore, la voce, la musica o i rumori della natura. Funziona anche se anche qui è necessario non esagerare con la riduzione perché chiaramente si può andare a rovinare del tutto la clip e soprattutto l’Intelligenza Artificiale può in alcune determinate situazioni e non sempre in tutte le clip. Ma è un ottimo strumento per modifiche rapide da smartphone. 

C’è anche lo Scatto Migliore che permette di modificare il viso dei soggetti dello scatto per avere una foto migliore. Una funzionalità un po’ particolare che però funziona relativamente bene perché basta avviare la modifica della foto con uno o più soggetti e lasciar fare allo smartphone la ricerca di altre foto con il video degli stessi soggetti. A questo punto i vari visi verranno proposti e con un semplice tocco sarà possibile cambiarli nella foto principale.

Rimane attiva anche la funzionalità ormai storica della Gomma Magica che tramite l’algoritmo di Google permette automaticamente di riconoscere oggetti o soggetti in una foto e di cancellarli in modo del tutto automatico con un semplice tap. Una feature che funziona sul serio e che permette di scattare una qualsiasi foto e di modificarla poi a posteriori andando ad agire proprio con un dito sugli oggetti o sui soggetti che si vuole eliminare dalla scena e che gli algoritmi hanno evidenziato. Ottima così come anche la funzione Elimina Sfocatura che permette di migliorare le foto sfocate magari per movimenti durante gli scatti. L’algoritmo funziona sull’intera immagine, ma ha un approccio speciale per migliorare i volti e basta veramente un tap sul pulsante per avere in pochi secondi un’immagine completamente pulita

Considerazioni finali

Con i Pixel di nuova generazione Google continua a tallonare sempre più da vicino Apple e Samsung, che sono i due competitor diretti a livello di approccio nel mercato degli smartphone. I due top di gamma quest’anno assottigliano le differenze, attraverso lo schermo piatto disponibile su entrambi i modelli, continuando a rivolgersi però a due utenze molto diverse.

Da una parte c’è Pixel 8, più compatto e maneggevole, ma comunque dotato di una potenza più che sovrabbondante per l’utente comune. Dall’altra c’è Pixel 8 Pro che, mai come quest’anno, si rivolge a un’utenza professionale attraverso non solo al display più ampio e alla fotocamera più versatile, ma anche alla possibilità di accedere a una modalità Pro per la fotocamera che strizza l’occhiolino in maniera evidente al pubblico dei creator o aspiranti tali. Entrambi occupano la fascia alta, e sono realizzati con la consapevolezza di chi fa parte di questo mercato ormai da anni.

A farla da padrona quest’anno è l’intelligenza artificiale per le funzioni utili nel quotidiano, con diverse novità che dovrebbero arrivare nei prossimi mesi proprio in questo ambito. Non ci sono novità evidenti invece per quanto riguarda il form factor, ma anche in questo caso Google vuole mantenere quel family feeling che è diventato quasi iconico a partire da Pixel 6.

Fa certamente storcere il naso l’aumento dei prezzi, proprio a brevissima distanza dal lancio dei nuovi iPhone che hanno inaugurato (si spera) una tendenza opposta. Pixel 8 e Pixel 8 pro costano, rispettivamente, 799 e 1099€, pur non migliorandosi in maniera così drastica rispetto ai predecessori che rimangono ad oggi due fra i migliori smartphone nelle loro fasce di mercato. Certamente gradito, invece, è il supporto esteso a 7 anni anche per aggiornamenti major del sistema operativo, una lezione che a poco a poco stanno apprendendo tutti i vari produttori più blasonati del settore.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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