NASA Curiosity ha rilevato del metano che filtra dalla superficie del cratere Gale su Marte

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NASA Curiosity ha rilevato del metano che filtra dalla superficie del cratere Gale su Marte

Mentre il rover NASA Perseverance sta proseguendo la risalita del delta del fiume che un tempo riempiva il cratere Jezero lasciandosi alle spalle (per il momento) il drone NASA Ingenuity, l’altro rover attivo su Marte, NASA Curiosity sta fornendo informazioni utili per comprendere l’ecosistema del Pianeta Rosso così da continuare a capirne la storia e l’evoluzione nel corso di miliardi di anni.

Una delle ultime novità riguarda la rilevazione di metano che sta filtrando dalla superficie del cratere Gale. Il metano non viene prodotto esclusivamente da processi biologici ma può essere generato anche da altre tipologie di processi (di tipo geologico) che non coinvolgono la vita. Se sulla Terra sappiamo che la maggior parte del metano è derivante da processi biologici, su Marte invece questa è attualmente un’ipotesi remota.

curiosity

Gli scienziati sono quindi alla ricerca dell’origine di questa molecola. Per riuscirci è stato impiegato lo strumento SAM (Sample Analysis at Mars) a bordo di NASA Curiosity. Le rilevazioni hanno mostrato come, nel cratere Gale, il metano venga generato di notte mentre di giorno scompaia. Sono presenti poi fluttuazioni stagionali importanti e di come questa molecola non riesca ad accumularsi nell’atmosfera marziana.

Alcuni ricercatori si sono concentrati quindi non tanto su quale sia la fonte (almeno per il momento) ma piuttosto perché siano presenti queste variazioni. Nello studio viene presentata l’ipotesi che il metano filtri attraverso uno strato di sale solidificato. A giocare un ruolo fondamentale sarebbe la temperatura del Pianeta Rosso, sia a livello stagionale che giornaliero. Un altro motivo sarebbe legato proprio alla presenza di NASA Curiosity (che ha una massa di circa una tonnellata).

curiosity metano

Il rover statunitense passando sopra questi strati di sali li romperebbe permettendo la fuoriuscita di metano che sarebbe poi rilevato. Questo spiegherebbe perché gli orbiter non riuscirebbero a rivelarlo. Sono stati condotti anche esperimenti sulla Terra per riprodurre il suolo marziano e quindi verificare questa ipotesi.

I test hanno impiegato neon come gas e della simil-regolite marziana con addizionata con perclorato. Il risultato positivo è stato dato con concentrazioni di questo sale tra il 5% e il 10% (superiore a quella rilevata dal rover nel cratere Gale). Una possibile spiegazione è che anche i solfati possano essere importanti per intrappolare o meno il metano al di sotto della regolite. In futuro dovrebbero essere svolti ulteriori esperimenti che potrebbero dare un contorno più chiaro a questa ipotesi.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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