Twitter banna i link agli altri social, gli utenti insorgono e Musk fa retromarcia

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Twitter banna i link agli altri social, gli utenti insorgono e Musk fa retromarcia

Non c’è giorno che Twitter ed Elon Musk, un’orma un’unica entità simbiotica, non facciano notizia. D’altronde c’era da aspettarselo, da una parte il nuovo proprietario vuole plasmare la società a sua immagine e somiglianza, dall’altra sembra si stia giocando la carta dell’attenzione costante per attirare utenti e creare vivacità sul social, al motto del “purché se ne parli” in un gioco dove calcolo e rischio si muovono su un filo sottile.

E a volte è facile prendere un granchio, per essere politically correct, perché nel giro di poche ore Twitter ha introdotto e si è rimangiato un cambio di policy abbastanza controverso, con tanto di scuse da parte di Elon Musk.

Cos’è accaduto? Proprio mentre Musk si trovava in Qatar per assistere alla finale della Coppa del Mondo, ecco la notizia che non ti aspetti: un nuova norma per la quale Twitter non avrebbe più permesso agli utenti di promuovere la loro presenza su altre piattaforme social, tra cui Facebook, Instagram, Mastodon, Truth Social, Tribel, Nostr e Post. Una policy (link a Web Archive) valida “sia a livello di Tweet che a livello di account” che, però, escludeva altri social popolari come Telegram, TikTok, YouTube, Weibo e OnlyFans.

In pratica, Twitter vietava espressamente l’inserimento di link verso altri social nella cosiddetta “bio” e nei post, ma anche la pubblicazione di nomi utente o “handle” da piattaforme concorrenti senza URL. Inoltre, il social non avrebbe più consentito agli utenti di collegarsi ad aggregatori di link di terze parti, come Linktree o Lnk.bio. La pena? Cancellazione del tweet, blocco temporaneo dell’account e infine sospensione.

“Riconosciamo che molti dei nostri utenti sono attivi su altre piattaforme di social media. Tuttavia, non consentiremo più la promozione gratuita di determinate piattaforme di social media su Twitter”, riportava un account legato alla società. “La condivisione casuale di link occasionali va bene, ma basta con la pubblicità incessante dei concorrenti gratuitamente“, scriveva Musk sul proprio profilo.

“Riconosciamo che alcune piattaforme di social media forniscono esperienze alternative a Twitter e consentono agli utenti di pubblicare contenuti su Twitter da queste piattaforme. In generale, qualsiasi tipo di pubblicazione incrociata sulla nostra piattaforma non viola questa politica, anche dai siti proibiti elencati. Inoltre, consentiamo la pubblicità/promozione a pagamento per qualsiasi piattaforma di social media vietata”, riportava la nuova norma su Twitter.

In un battibaleno, gli utenti di Twitter hanno iniziato a lamentarsi della nuova policy, tra cui l’ex CEO Jack Dorsey che in un tweet bollava la scelta come “senza senso”, forse anche perché recentemente ha donato 245 mila dollari per lo sviluppo del social decentralizzato Nostr, uno di quelli citati dalla norma.

E così arriviamo alla fine della vicenda: la pagina della norma è stata cancellata e Musk si è scusato personalmente con gli utenti, spiegando che in futuro i cambiamenti importanti alla policy saranno applicati dopo un voto. “Non succederà di nuovo”, ha assicurato l’imprenditore.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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