Intel, CPU Sapphire Rapids con 64 GB di memoria HBM2E e Ponte Vecchio con 408 MB di cache L2

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Intel, CPU Sapphire Rapids con 64 GB di memoria HBM2E e Ponte Vecchio con 408 MB di cache L2

Intel ha diffuso, durante la conferenza Supercomputing 2021, maggiori dettagli sui futuri processori server Intel Xeon “Sapphire Rapids” e su Ponte Vecchio, l’acceleratore basato su architettura Xe HPC. Di questi due componenti, cuore dell’atteso supercomputer Aurora che dovrebbe raggiungere una potenza di calcolo superiore ai 2 exaflops, abbiamo parlato a più riprese, l’ultima volta qui e qui.

Proprio in Aurora troveranno posto anche le versioni non tradizionali di Sapphire Rapids, ovvero quelle dotate di memoria HBM sul package, il cui arrivo era già stato indicato dall’azienda. Quello che Intel non aveva detto era di quanta memoria HBM avrebbe dotato i processori: adesso sappiamo che i futuri Xeon avranno fino a 64 GB di memoria HBM2E grazie a quattro chip da 16 GB ciascuno (otto die da 16 Gbit). Stando alle indiscrezioni, la memoria dovrebbe essere fornita da Micron e potrebbe garantire una bandwidth di picco tra 1,43 e 1,64 TB/s a seconda della versione usata da Intel.

L’azienda afferma che le versioni standard di Sapphire Rapids e quelle con HBM condivideranno lo stesso socket. Come già dichiarato, i chip Sapphire Rapids avranno quattro tile collegate tramite EMIB, sigla di Embedded Multi-Die Interconnect Bridge. Nonostante questo “spezzatino”, il sistema vedrà la CPU come una soluzione monolitica.

I modelli dotati di HBM potranno funzionare con e senza memoria DRAM sulla piattaforma. Intel parla infatti di tre modalità di funzionamento chiamate HBM-Only, Flat Mode e Cache Mode. La prima non prevede la presenza di memoria DRAM, con il software che comunque funzionerà senza modifiche usando la HBM.

La Flat Mode, invece, renderà visibile al sistema tanto la DDR5 quanto la HBM2E, presentandole ognuna come un nodo NUMA. Ciò permetterà al software di indirizzare i diversi tipi di memoria con approcci di programmazione NUMA standard.

Quanto alla ‘Cache Mode’, consentirà di usare la memoria HBM come cache per la DDR5. Anche in questo caso caso non serviranno modifiche al software, con la cache HBM che verrà gestita dai controller di memoria come una cache a mappatura diretta.

Infine, Intel fa sapere che il chip potrà essere partizionato in quattro differenti nodi NUMA tramite Sub-Numa Clustering (SNC).

Come già noto, le CPU Sapphire Rapids avranno core Golden Cove prodotti con processo Intel 7 (come i Performance Core di Alder Lake) e supporteranno le istruzioni Advanced Matrix eXtensions (AMX) per migliorare le prestazioni nei carichi di inferenza e di allenamento di intelligenze artificiali. Ogni CPU supporterà inoltre otto canali DDR5, connettività PCIe 5.0, espansione CXL 1.1 e memoria Optane. Le nuove CPU Intel si scontreranno con i processori AMD Milan-X, ovvero gli EPYC con memoria 3D V-Cache confermati recentemente e in arrivo nel Q1 2022.

Ogni “nodo” di Aurora avrà due processori Sapphire Rapids e sei acceleratori Ponte Vecchio con connettività PCI Express 5.0. Ogni acceleratore, forte di 128 Xe-Core e altrettante unità ray tracing, sarà collegato a tutti gli altri tramite il protocollo Xe-Link in grado di supportare fino a otto acceleratori. Intel non ha spiegato come questi acceleratori saranno collegati alle CPU Sapphire Rapids, ma ci sarà un’architettura di memoria unificata tra CPU e GPU.

La novità più importante rispetto a quanto dichiarato sinora è che Ponte Vecchio avrà un totale fino a 64 MB di cache L1 e 408 MB di cache L2 su due stack, oltre alla memoria HBM2E. All’interno di Aurora ci saranno oltre 18000 CPU Sapphire Rapids e oltre 54000 GPU Ponte Vecchio. Ricordiamo che l’acceleratore di Intel se la vedrà con le rispettive soluzioni di NVIDIA e AMD, quest’ultima fresca di annuncio delle potentissime soluzioni MI250 e MI250X.

Intel ha inoltre abbozzato una sorta di roadmap, affermando che ci saranno progetti dopo Ponte Vecchio e che, anche nel caso dei successori di Sapphire Rapids, vedremo soluzioni equipaggiate con memoria HBM a bordo.

Sapphire Rapids e Ponte Vecchio non saranno un’esclusiva solo di Aurora, ma come facilmente intuibile arriveranno anche nel mercato enterprise più generale (Ponte Vecchio sarà disponibile in formato OAM e PCIe) e, tal proposito, Intel sta lavorando con Atos, Dell, Lenovo, Supermicro, HPE e altri per fornire piattaforme ottimizzate a possibili clienti.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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