Artemis I: l’ammaraggio della capsula Orion è previsto per le 18:40 dell’11 dicembre

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Artemis I: l’ammaraggio della capsula Orion è previsto per le 18:40 dell’11 dicembre

Dopo anni di attesa (e diversi ritardi) finalmente la missione Artemis I sta per concludersi. La capsula Orion rientrerà nei prossimi giorni sul pianeta Terra dopo aver raggiunto distanze che non erano state toccate da navicelle validate per il volo umano da decenni. Un momento storico perché precede il lancio di una missione con equipaggio (non prima del 2024) che arriverà fino all’orbita lunare, senza però toccare la superficie della Luna, compito che spetterà alla terza missione di questo nuovo programma, anche grazie al contributo di SpaceX (che realizzerà il lander).

orion rientro

Negli scorsi giorni la navicella ha realizzato il secondo flyby del satellite naturale per sfruttarne l’attrazione gravitazionale ed essere così indirizzata verso la Terra. L’ammaraggio avverrà al largo delle coste della California nella zona di San Diego. Questo permetterà di raccogliere i dati anche per questa parte della missione, una delle più delicate e che prevede una sequenza di operazioni a breve distanza temporale che dovranno essere svolte con altissima precisione perché quando ci saranno persone a bordo non potrà esserci margine d’errore.

La navicella Orion di Artemis I verso il rientro

L’ammaraggio della navicella Orion della missione Artemis I è previsto per l’11 dicembre alle 18:40 (ora italiana). Sono ancora previste alcune accensioni dei motori per consentire di fare le ultime correzioni orbitali e permettere l’inserimento corretto nell’atmosfera terrestre per poter toccare la superficie dell’oceano in sicurezza.

orion

Mike Sarafin (a capo della missione di Artemis I) ha dichiarato nelle scorse ore “al momento, siamo sulla buona strada per avere una missione di pieno successo con alcuni obiettivi bonus che abbiamo raggiunto lungo il percorso. Il giorno dell’ingresso [ndr. nell’atmosfera terrestre], realizzeremo il nostro primo obiettivo prioritario, che è quello di dimostrare il veicolo in condizioni di rientro lunare, così come il nostro terzo obiettivo prioritario , che è recuperare il veicolo spaziale”.

Nelle scorse ore gli ingegneri hanno osservato (attraverso le fotocamere poste sui quattro pannelli solari) sia il modulo di servizio europeo che i 1300 pannelli per la protezione termina della capsula Orion così da assicurarsi che tutto fosse in ordine e pronto per il rientro.

Come specificato dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea), 40 minuti prima dell’ammaraggio della navicella, il modulo di servizio europeo (ESM) si staccherà e rientrerà nell’atmosfera disintegrandosi completamente. Orion invece si orienterà grazie ai suoi motori e, dopo la fase iniziale di rientro (dove la velocità scenderà fino a 520 km/h), rilascerà i paracadute che permetteranno di rallentare la discesa con quest’ultima che durerà circa 10 minuti. Prima saranno rilasciati tre piccoli paracadute per separare la copertura, successivamente si apriranno due paracadute drogue finendo poi con i paracadute principali (in totale sono undici). A quel punto la nave USS Portland (classe San Antonio) porterà la capsula all’interno della stiva con un cavo agganciato da dei sommozzatori.

Sempre nelle scorse ore sono arrivate le immagini ad alta risoluzione del secondo flyby della Luna mostrando nuovi dettagli, anche se le fotografie migliori sono ottenute da sonde specializzate (come LRO). Si tratta comunque di un momento con un particolare significato considerando che tra circa tre anni lì gli esseri umani metteranno di nuovo piede dopo le missioni Apollo. Circa un’ora fa la capsula Orion si trovava a 291.889 km dalla Terra con una velocità di 3072 km/h.

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