CPU Intel con funzioni sbloccabili a pagamento? Ormai sembra essere tutto pronto

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CPU Intel con funzioni sbloccabili a pagamento? Ormai sembra essere tutto pronto

Lo scorso settembre riportavamo che Intel stava lavorando a un driver per Linux, dedicato probabilmente alle sole CPU Xeon, grazie al quale sarà possibile sbloccare, previo pagamento, funzionalità e caratteristiche specifiche all’interno di una CPU come se si trattasse di una sorta di aggiornamento software o meglio di un “DLC”.

Quel lavoro, identificato dalla dicitura Software Defined Silicon (SDSi), è chiaramente andato avanti e, come riporta Phoronix, se tutto andrà bene sarà integrato nel kernel 5.18 che sarà pronto nei prossimi mesi. Le tempistiche danno modo di pensare che questa nuova opportunità sarà offerta a partire dalle CPU Xeon Scalable di 4a generazione, nome in codice Sapphire Rapids, al debutto ufficiale nei prossimi mesi (secondo o terzo trimestre).

Software Defined Silicon (SDSi) è un meccanismo che permette di attivare funzionalità all’interno del chip che, seppur presenti, sono disabilitate di base. Il tutto, ovviamente, dietro il pagamento di una cifra non meglio precisata a Intel. Al momento la casa di Santa Clara non ha diffuso alcun dettaglio su SDSi, quindi si possono fare solo speculazioni.

Intel potrebbe consentire di abilitare determinate istruzioni, presenti ma disattivate su alcuni modelli, oppure ampliare il supporto di memoria e tanto altro ancora. Chissà, magari si potranno sbloccare core, thread o altre peculiarità hardware. In questo modo Intel potrebbe da una parte razionalizzare la lineup, dall’altra risparmiarsi in molti casi la necessità di creare SKU (ovvero modelli) specifiche per ogni possibile necessità dei suoi clienti. Allo stesso tempo Intel riuscirebbe a crearsi un introito post vendita dal suo parco di CPU, cosa da una parte interessante ma dai riflessi tutti da valutare.

Non resta che attendere informazioni ufficiali, ma di certo è una novità da tenere d’occhio: sarà interessante capire come sarà proposta e quali saranno gli esborsi richiesti. Concludiamo ricordando che poco più di un decennio fa Intel cercò di portare un simile approccio nel settore consumer con Intel Upgrade Service, un programma che ebbe vita breve (e non venne sperimentato in Italia), avversato sia dagli appassionati che dalla stampa di settore.

All’epoca Intel proponeva di sbloccare le caratteristiche di alcune CPU di fascia bassa pagando un obolo: dopo il versamento si otteneva un codice di attivazione da inserire in un programma apposito. Ad esempio, nel settembre 2010 applicò questa strategia al Pentium G6951: versando 50 dollari era possibile sbloccare un megabyte aggiuntivo di cache e l’Hyper-Threading, trasformando la CPU in una soluzione molto simile al Core i3-530, frequenza di clock a parte. La CPU “aggiornata” diventava un Pentium G6952.

Intel provò a spingere il servizio anche l’anno successivo, ma poi desistette a causa delle critiche, legate anche al prezzo troppo elevato dello sblocco. Intel si difese affermando che era un modo per offrire di più ai consumatori senza che questi dovessero aprire il PC e cambiare la CPU per ottenere maggiori prestazioni.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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