Western Digital e Samsung cambiano (in peggio) le specifiche di alcuni SSD senza dichiararlo

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Western Digital e Samsung cambiano (in peggio) le specifiche di alcuni SSD senza dichiararlo

Western Digital e Samsung sono state sorprese a cambiare le componenti dei propri dischi SSD senza, però, comunicare adeguatamente il fatto. Nello specifico, Western Digital ha sostituito la memoria NAND dei dischi NVMe WD Blue SN550 con moduli dalle prestazioni inferiori, mentre Samsung ha fatto lo stesso con il disco NVMe 970 EVO Plus incrementando, però, significativamente la cache SLC per compensare la perdita prestazionale.

Western Digital e Samsung cambiano le specifiche degli SSD senza comunicarlo

Western Digital ha modificato le caratteristiche dei propri dischi WD Blue SN550 da 1 TB (non è nota la situazione per gli altri modelli) cambiando i moduli NAND utilizzati e andando di fatto a ridurre le prestazioni degli stessi, senza però dichiarare esplicitamente il cambiamento. A scoprire il fatto è stato il sito cinese Expereview, in seguito a una comparazione tra un modello fabbricato a fine luglio 2021 e uno fabbricato in precedenza. Il sito ha scoperto che Western Digital ha sostituito i chip NAND con un modello dalle prestazioni inferiori: una volta che la cache viene esaurita, il nuovo SN550 ha prestazioni in scrittura pari a 390 MB/s, circa la metà della configurazione precedente.

Il WD Blue SN550 è un modello non dotato di DRAM che, per compensare tale carenza, usa la tecnologia Host Memory Buffer (HMB) e una cache SLC. Il grosso della memoria è di tipo NAND TLC. La tecnologia HMB permette al disco di utilizzare una parte della RAM di sistema quando necessario, ma tale accorgimento si rivela comunque limitante quando si esaurisce la cache SLC.

Western Digital ha ammesso il fatto, come riporta The Register, affermando di aver aggiornato i listini con nuovi numeri di serie a giugno 2021: il vecchio modello era caratterizzato dal numero 60523 1T00 e dal firmware 211070WD, mentre il nuovo è caratterizzato dal numero 002031 1T00 e dal firmware 233010WD. Tuttavia l’azienda non ha pubblicizzato il cambiamento, lasciando così agli acquirenti l’onere di capire se stiano acquistando un disco con la nuova memoria, più lenta, o con quella precedente, più veloce.

“Per garantire una maggiore trasparenza d’ora in poi, se apporteremo un cambiamento a un SSD interno esistente, ci impegniamo a introdurre un nuovo numero di modello qualora siano coinvolte delle specifiche pubblicamente disponibili. Teniamo alla nostra clientela e ci impegniamo a fornirle le migliori soluzioni possibili per le sue esigenze di archiviazione dei dati”, ha dichiarato un portavoce a The Register.

Il problema che emerge in questa situazione è che non è la prima volta che Western Digital viene sorpresa a effettuare cambiamenti in negativo alle specifiche senza avvisare i propri clienti: l’azienda era stata sorpresa in maniera simile lo scorso anno a utilizzare dischi con tecnologia SMR nella propria gamma WD Red, nonostante tali dischi siano fortemente sconsigliati nell’uso in NAS e dispositivi simili, per i quali però tale gamma viene consigliata; l’azienda aveva altresì confermato di aver venduto dischi dichiarando un numero di giri al minuto non corretto. Il caso dei dischi SMR si è recentemente concluso con un accordo nell’ambito di una class action.

Il caso di Samsung è lievemente diverso: come riporta TechPowerUp, l’azienda ha infatti apportato dei cambiamenti ai propri dischi 970 EVO Plus da 1 TB, usando un controller Elpis similmente alla linea 980 Pro. Il nuovo modello è più veloce del precedente quando le scritture non superano i 115 GB: tale è infatti la dimensione approssimativa della cache SLC, esaurita la quale le scritture avvengono direttamente sulla memoria TLC. La cache sul modello originale era pari a circa 40 GB e, dal punto di vista dell’utenza comune, si tratta dunque di un cambiamento in positivo perché nella stragrande maggioranza dei casi la nuova cache SLC offre prestazioni migliori. Il problema sorge con le operazioni che effettuano scritture superiori alla dimensione della cache, perché a quel punto le prestazioni appaiono nettamente inferiori: il modello originale offriva velocità di circa 1.500 MB/s una volta esaurita la cache, mentre quello nuovo arriva a 800 MB/s, circa la metà.

Anche Samsung non ha comunicato correttamente il cambiamento, per quanto abbia introdotto un nuovo numero seriale e una nuova confezione; l’azienda avrebbe potuto rendere più chiaro il cambiamento intervenendo in una maniera più facile da capire per l’utente comune, ad esempio chiamando la nuova versione “V2”.

Western Digital e Samsung non sono le uniche aziende produttrici di SSD a usare queste tattiche: recentemente anche Patriot, ADATA e altri nomi del settore sono stati sorpresi a usare pratiche simili. Per quanto sia comprensibile che sia necessario effettuare dei cambiamenti per via delle difficoltà di approvvigionamento dei componenti che tutto il mondo dell’elettronica sta affrontando, tutto il settore deve impegnarsi per una maggiore chiarezza e trasparenza per consentire agli acquirenti di sapere esattamente cosa stanno acquistando.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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