Bitcoin: e se fosse un bene per l’ambiente? Ecco il parere dello youtuber che smonta le critiche

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Bitcoin: e se fosse un bene per l’ambiente? Ecco il parere dello youtuber che smonta le critiche

Il consumo energetico del mining di critpovalute è tema spesso dibattuto e che rappresenta per lo più un’argomentazione a cui i detrattori e critici ricorrono per sostanziare le loro posizioni contro il mondo delle monetine virtuali. Recentemente abbiamo parlato della proposta di legge dello stato di New York in USA che mira ad introdurre una moratoria di tre anni per i miner di criptovalute che non rispettano determinati requisiti nell’uso di fonti rinnovabili. Il consumo delle attività di mining ha portato inoltre alla nascita di Chia, una criptovaluta che basa il proprio essere su principi completamente differenti e meno onerosi, in termini energetici, rispetto alla Proof of Work di Bitcoin.

Insomma le criptovalute sarebbero una vera e propria piaga per l’ambiente, colpevoli di consumare la stessa energia di una piccola nazione per uno scopo fondamentalmente, secondo i detrattori, inesistente. Secondo Guy, lo youtuber del canale Coin Bureau da 871 mila iscritti, si tratterebbe però di accuse e posizioni fuorvianti e infondate e, anzi, in ultima istanza le criptovalute giocherebbero un ruolo positivo per il pianeta.

Bitcoin consuma troppo? Tutto nasce da stime sbagliate

Guy afferma che la narrativa secondo cui il mining di criptovalute sarebbe dannoso per l’ambiente è basata su un articolo accademico del 2018 che stimava come le emissioni legate al mining di Bitcoin avrebbero contribuito al riscaldamento globale innalzando le temperature di 2°C. Articolo che, puntualizza Guy, conterrebbe diverse assunzioni imprecise e inesatte tra cui la proiezione secondo la quale la blockchain di Bitcoin sarebbe arrivata a processare 1 miliardo di transazioni al giorno, laddove il protocollo di Bitcoin prevede la possibilità di processare alcune centinaia di migliaia di transazioni al giorno (il limite oggi è di circa 7 transazioni al secondo, ma nel concreto la rete processa attualmente circa 3-4 transazioni al secondo)

Un’altra asserzione fondamentalmente sbagliata è quella secondo cui l’energia necessaria per processare una singola transazione sarebbe uguale a quella per la creazione di un intero blocco, quando sappiamo che così non è: ogni blocco della blockchain di Bitcoin contiene un numero variabile di transazioni, indicativamente tra le 1500 e le 2500 con un massimo teorico attorno alle 3000. Tutto ciò avrebbe quindi portato all’errata conclusione che una singola transazione di Bitcoin produce emissioni di CO2 pari a quelle di 750 mila “strisciate” di carta di credito.

Guy osserva poi che attualmente è comunque difficile poter valutare quale sia il consumo della rete Bitcoin e le varie stime su quanto sia il consumo effettivo del mining di Bitcoin sarebbero tutte basate su valori superiori rispetto all’energia minima per il funzionamento del sistema. Ma anche nel caso in cui si considerasse la parte superiore della forbice, “tutte le luci, computer, televisori, macchinette per il caffè negli Stati Uniti utilizzano più elettricità rispetto al mining di Bitcoin anche quando sono inattive, cioè collegate alla rete ma non effettivamente in funzione” afferma Guy.

Bitcoin è efficiente e incoraggia il risparmio

Bitcoin però non è “una macchina del caffè inattiva”, ma un “sistema di trasferimento del valore” e quindi la giusta comparazione va fatta con il sistema finanziario tradizionale. “Tutta l’infrastruttura (uffici, sportelli automatici, server, veicoli di trasporto valore – ndr) non è richiesta per le criptovalute. Se confrontiamo mele con mele, le criptovalute offrono il sistema finanziario più efficiente al mondo dal punto di vista energetico”.

E, in ogni caso, le stime non prendono in considerazione il fatto che i miner tendono nel corso del tempo ad usare strumenti sempre più efficienti e ad avvalersi di fonti rinnovabili: dopotutto minare criptovalute è un business, ed è nell’interesse dei miner portarlo avanti in maniera il più remunerativa possibile.

Lo youtuber esprime poi alcune considerazioni secondo le quali la natura deflazionistica di Bitcoin (cioè il suo acquistare valore nel tempo) incoraggia il risparmio laddove invece la natura inflazionistica di tutte le valute fiat spinge il consumo e, di conseguenza, contribuisce al cambiamento climatico e al degrado dell’ambiente.

“Segnatevi le mie parole: una volta che tutto queste chiacchiere sulle criptovalute e il clima diventeranno obsolete, l’establishment troverà qualcosa d’altro per cui lamentarsi. Sembra che a loro piaccia lo status quo, ma l’adozione di massa di questo magico internet money è già iniziata e non c’è nulla che possano fare o dire per fermarla”.

La posizione che Guy esprime nel suo canale Coin Bureau è suffragata, tra l’altro, da una serie di analisi condotte dal Cambridge Center for Alternative Finance della University of Cambridge e richiama una tesi già espressa nel 2017 da Jeff Booth, imprenditore visionario e sostenitore della necessità che il sistema finanziario si sposti verso la decentralizzazione.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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