La stupidità umana è più pericolosa dell’intelligenza artificiale secondo l’ex ministro Cingolani

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La stupidità umana è più pericolosa dell’intelligenza artificiale secondo l’ex ministro Cingolani

Un’intelligenza artificiale capace di evolvere fino a sfuggire al nostro controllo e diventare da amica a nemica è uno scenario che viene richiamato spesso da esperti e semplici osservatori.

Regolamenti e paletti vengono richiesti anche da chi è protagonista dall’evoluzione della stessa IA, come il CEO di OpenAI, ma siamo sicuri che il vero pericolo per noi non siamo, alla fine, noi stessi?

Il quesito sorge spontaneo dopo le parole di Roberto Cingolani, attuale amministratore delegato di Leonardo, società pubblica che opera nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Cingolani è stato anche direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) ed ex ministro della transizione ecologica nel governo Draghi.

Parlando al programma Squawk Box Europe della CNBC, Cingolani non ha usato giri di parole. “A dire il vero, quello che mi preoccupa di più è la mancanza di controllo da parte degli esseri umani, che dopo 2.000 anni continuano a fare guerre”.

Secondo Cingolani, “l’intelligenza artificiale è uno strumento. È un algoritmo creato dagli esseri umani, gestito da computer realizzati dagli esseri umani, che controlla le macchine realizzate dagli esseri umani. A dire il vero, ho più paura, sono più preoccupato [per] la stupidità nazionale che per l’intelligenza artificiale“, ha aggiunto.

La formazione scientifica di Cingolani lo porta considerare la tecnologia come “neutrale” e di conseguenza “il problema è l’utente, non la tecnologia stessa“. Insomma, non è tanto l’IA ma l’uso che se ne fa.

I sostenitori dell’intelligenza artificiale affermano che la tecnologia può essere sfruttata a beneficio dell’umanità in diversi modi, dal trovare nuovi farmaci ad aiutare nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

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I detrattori sostengono non solo che potrebbe essere usata per scopi meno nobili, ma anche sfuggire al controllo diventando autonoma ed entrando in competizione con l’uomo. Uno scenario alla Terminator.

Quello che sembra certo è un impatto l’avrà sicuramente, in primi sul mondo del lavoro, da una parte facilitando la vita ad alcuni, dall’altro sostituendo in toto lavori oggi richiesti: secondo il Fondo Monetario internazionale, quasi il 40% dei posti di lavoro in tutto il mondo potrebbe essere influenzato dall’avanzata dell’intelligenza artificiale, e questo potrebbe ampliare le disuguaglianze.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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