L’idrogeno secondo H3Dynamics: cartucce di supporto a un velivolo elettrico, dai droni ai taxi

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L’idrogeno secondo H3Dynamics: cartucce di supporto a un velivolo elettrico, dai droni ai taxi

Non è sicuramente la prima volta che sentiamo parlare dell’idrogeno applicato al mondo dell’aviazione, ma il punto di vista di H3Dynamics, con base a Tolosa, è certamente diverso dal solito.

L’adattamento di velivoli al sistema fuel cell a idrogeno, ovvero aggiungendo bombole di idrogeno, celle a combustibile, e batterie al litio, non è sempre facile, e rischia in molti casi di ridurre sensibilmente lo spazio a bordo.

Qui entra in gioco il sistema “decentralizzato” di H3Dynamics, che prevede l’uso di POD a innesto rapido, che non hanno nessun componente nella carlinga, ma sono un all-in-one, da montare ad esempio sulle ali, come nel prototipo di prova che si vede nel video seguente:

L’idea di H3Dynamics è di iniziare in piccolo (il primo velivolo pesa solo 25 kg) con droni per missioni particolari, consegne dell’ultimo miglio e simili, per poi salire gradualmente verso mezzi più grandi. Già il primo concept può arrivare a 900 km di autonomia. Ma la differenza vera può essere l’uso dei POD come supporto e non come propulsione principale.

H3Dynamics

Tante aziende stanno sviluppando aero-taxi a decollo verticale, quasi sempre elettrici, ma che ancora faticano ad avere grandi autonomie per vie della bassa densità energetica delle batterie odierne. I POD di H3Dynamics potrebbe essere collegati al volo solo all’occorrenza, in caso di tragitti più lunghi, mantenendo sempre le zero emissioni, e senza interventi al corpo principale, ma predisponendo solo degli attacchi rapidi sulle ali. L’azienda vuole arrivare a testare il trasporto di quattro passeggeri entro la fine del 2023.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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