Artemis I: il lancio di NASA SLS posticipato almeno a fine settembre, forse ottobre

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Artemis I: il lancio di NASA SLS posticipato almeno a fine settembre, forse ottobre

Dopo il primo tentativo fallito di lanciare per la prima volta NASA SLS per la missione Artemis I del 29 agosto, sembrano esserci buone prospettive per il secondo tentativo agli inizi di settembre. Dopo aver posticipato il lancio dal 2 al 3 settembre, i preparativi erano in corso quando l’agenzia ha dovuto nuovamente bloccare le operazioni per risolvere un problema.

La buona notizia (almeno parzialmente) questa volta è che non è il razzo Space Launch System o la capsula Orion ad aver causato il blocco definitivo del tentato di lancio quanto piuttosto una struttura di rifornimento (secondo quanto emerso dalle prime indagini sull’accaduto). Questo però significa posticipare il lancio di Artemis I almeno fino alla fine di settembre o addirittura alla fine di ottobre. Bill Nelson (amministratore della NASA) ha comunque confermato che, nonostante il rinvio, l’agenzia intende lanciare la missione Artemis II nel 2024 mentre l’allunaggio con Artemis III è ancora previsto nel 2025. Si tratta comunque di stime provvisorie che potrebbero essere riviste in futuro (e che quasi sicuramente lo saranno).

Il lancio di NASA SLS per Artemis I posticipato di alcune settimane

Durante la conferenza che si è tenuta nella serata di ieri, dopo l’annuncio del rinvio del lancio da parte dell’agenzia spaziale, sono state date le prime informazioni in merito a quanto accaduto. I dirigenti presenti hanno comunque dichiarato che le analisi sono ancora in corso e che quindi maggiori dettagli verranno rilasciati prossimamente. La situazione è quindi in evoluzione sia per quanto riguarda l’esame delle problematiche sia per le tempistiche di lancio di Artemis I.

Per quanto parte dei problemi che hanno afflitto NASA SLS sembrino riguardare sempre lo stesso componente, in realtà si tratta di parti diverse. Nell’ultimo tentativo di lancio della serata di ieri (ora italiana) si è trattato di una perdita di idrogeno liquido da un raccordo a sgancio rapido che alimenta lo stadio centrale. Nonostante i tentativi delle squadre di terra (dal riposizionamento del raccordo utilizzo di elio in pressione dopo la chiusura di una valvola o scaldare e raffreddare la sezione), non è stato possibile sigillare nuovamente il raccordo portando così alla prematura fine delle operazioni.

nasa sls artemis I

Considerando il rischio di infiammabilità dell’idrogeno, i direttori di lancio hanno concluso che non era sicuro proseguire (a differenza della perdita rilevata nello scorso tentativo). Cosa ha causato la perdita? Un “primo indiziato” è stato un rialzo di pressione causato da un possibile errore umano durante le operazioni. Michael Sarafin (missione manager) ha però aggiunto che è troppo presto per essere certi che quella sia stata effettivamente la causa.

Vista che il problema è “grave” non sarà possibile lanciare lunedì, quando si sarebbe aperta la nuova finestra di lancio per NASA SLS e Artemis I. Si passerà così ai due nuovi periodi di lancio che vanno dal 20 settembre al 4 ottobre e dal 17 ottobre al 31 ottobre. Molto dipenderà se la perdita dal raccordo sarà riparabile al pad oppure se bisognerà riportare il razzo al VAB. Ma la situazione rimane complicata e con più opzioni. Bisogna poi considerare che il 3 ottobre sarà lanciata la missione Crew-5 verso la ISS. Questa avrà la priorità rispetto a NASA SLS.

nasa sls artemis 1

Gestendo le operazioni al pad sarà possibile svolgere le operazioni in meno tempo ed eseguire un crio-test ma il sistema sistema di terminazione del volo (FTS o flight termination system) non è certificato per arrivare fino alla fine di settembre a causa delle batterie che devono essere verificate (questa operazione può essere eseguita solo al VAB), o avere la certificazione dalla Space Force che il sistema è ancora valido). Lasciando il razzo all’aperto inoltre lo si espone al clima della Florida che in questo periodo non è tra i migliori.

Far tornare NASA SLS al VAB permetterebbe di agire sull’FTS, riparare il razzo dalle intemperie e avere accesso alla zona dei Cubesat installati nell’adattatore superiore (l’alimentazione avviene attraverso batterie che potrebbero esaurirsi). Al VAB però non si potrebbe fare un crio-test ma solamente test a temperatura ambiente non simulando così correttamente quanto avverrebbe al momento del lancio. Una prima indiscrezione indicherebbe che il ritorno al VAB sarà l’opzione scelta. Il lancio poi potrebbe essere programmato a partire dal 17 ottobre (con o senza un Wet Dress Reharsal).

L’idrogeno liquido ha temperature di -253°C e la sua molecola è particolarmente difficile da gestire. Questo è uno dei motivi per i quali, per esempio, Starship di SpaceX impiega metano liquido che è più semplice da gestire. L’idrogeno però riesce a fornire prestazioni superiori e inoltre il progetto di NASA SLS prevedeva l’utilizzo dei motori RS-25 dell’orbiter dello Space Shuttle, che funzionano proprio con questo propellente.

Rimane infine l’incognita dei booster con propellente allo stato solido che sono già nel periodo sub-ottimale di utilizzo e che funzionano meglio con temperature estive piuttosto che autunnali. La situazione è sicuramente complessa, così come lo è lanciare un razzo di quasi 100 metri verso la Luna. Ulteriori aggiornamenti sono attesi per metà di questa settimana.

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