Apple, Google, Twitter, Facebook: le ‘sanzioni’ del Web contro la Russia di Putin

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Apple, Google, Twitter, Facebook: le ‘sanzioni’ del Web contro la Russia di Putin

Tutto il mondo occidentale sta applicando sanzioni contro la Russia di Putin dopo l’avvio delle operazioni militari in Ucraina. I pacchetti di sanzioni decisi da Stati Uniti, Europa e Gran Bretagna hanno un effetto immediato anche sulle aziende hi-tech, costrette ad adeguarsi.

Il funzionamento di Apple Pay, Google Pay e altri “wallet digitali” è stato sospeso in Russia per ottemperare al blocco delle transazioni estere verso le banche russe inserito nel pacchetto di sanzioni. La Banca Centrale russa ha dichiarato che cinque grandi istituti di credito (VTB Group, Sovcombank, Novikombank, Promsvyazbank e Otkritie) hanno subito restrizioni alle loro operazioni internazionali a causa delle sanzioni.

I clienti di queste banche non potranno più usare le proprie carte all’estero, e nemmeno fae pagamenti online verso le società registrate in Paesi che hanno emesso sanzioni. La Banca Centrale russa ha inoltre precisato che le carte emesse da queste cinque banche non funzionano più con Apple Pay o Google Pay, poiché entrambe le piattaforme hanno sede negli Stati Uniti.

I cittadini russi possono effettuare pagamenti contactless utilizzando le loro carte fisiche in Russia, ma i wallet digitali di Apple e Google sono stati sospesi a tempo indeterminato.

Vi sono poi le iniziative dirette, come quelle di Facebook (Meta) e Twitter. Nel primo caso Facebook ha annunciato il blocco per i media russi controllati dallo Stato di fare pubblicità e monetizzare contenuti sulla piattaforma. “Vietiamo ai media statali russi di pubblicare annunci o monetizzare sulla nostra piattaforma in qualsiasi parte del mondo”, ha annunciato su Twitter Nathaniel Gleicher, a capo della politica di sicurezza di Facebook. “Questi cambiamenti sono già stati implementati e continueranno nel fine settimana”.

La Russia ha parzialmente bloccato l’accesso a Facebook come rappresaglia. L’autorità di regolamentazione della tecnologia e delle comunicazioni russa ha ordinato al social network di interrompere il fact checking e l’etichettatura dei contenuti dei media statali, ma Facebook ha deciso di non ottemperare alla richiesta.

Twitter, invece, ha annunciato di aver bloccato temporaneamente la visione della pubblicità in Russia e Ucraina per dare maggiore visibilità delle informazioni relative alla sicurezza pubblica. “Stiamo temporaneamente sospendendo la pubblicità in Ucraina e Russia per garantire che le informazioni critiche sulla sicurezza pubblica appaino in primo piano e le pubblicità non le offuschino”, ha affermato Twitter aggiungendo che sta impendendo di registrare nuovi account sulla piattaforma dalla Russia.

Il social network sta inoltre “esaminando in modo proattivo i tweet per rilevare la manipolazione della piattaforma” e sta intraprendendo “azioni di contrasto” contro le fake news. Twitter sta monitorando gli account di giornalisti, funzionari governativi, attivisti e altri account di alto profilo per prevenire anche “furti di account o manipolazioni mirate”.

La Russia ha bloccato Twitter nel paese non come rappresaglia ma per impedire che circolino informazioni e immagini relative al conflitto. “Siamo consapevoli del fatto che Twitter è soggetto a restrizioni per alcune persone in Russia e stiamo lavorando per mantenere il nostro servizio sicuro e accessibile”, ha affermato il social network. 

Anche YouTube ha deciso di impedire ai media controllati dal governo russo di fare pubblicità sulla piattaforma e monetizzare i contenuti. YouTube ha dichiarato all’agenzia Reuters che sta “mettendo in pausa la capacità di una serie di canali di monetizzare su YouTube, inclusi diversi canali russi affiliati con le recenti sanzioni”.

Il portavoce di YouTube, Farshad Shadloo, ha aggiunto che la piattaforma raccomanderà meno spesso i media statali russi agli utenti. Alcuni di questi canali, incluso RT (ex Russia Today, finanziato dal Cremlino), saranno limitati anche in Ucraina per rispondere a “una richiesta del governo” volta a limitare la propaganda russa.

Intanto il vice primo ministro ucraino Mykhailo Fedorov che ieri aveva chiesto a Tim Cook di Apple di interrompere la vendita di prodotti Apple e bloccare l’App Store in Russia, continua la sua azione di “moral suasion” verso il comparto tecnologico in modo da bloccare quanti più servizi in Russia e creare scontento tra i giovani, inducendoli a rivoltarsi contro lo “zar” Putin.

Fedorov, ad esempio, si è rivolto a Netflix chiedendole di bloccare l’accesso al servizio in Russia. Inoltre, ha bussato alla porta di Elon Musk per ottenere copertura Starlink sull’Ucraina.

“Elon Musk, mentre tu cerchi di colonizzare Marte, la Russia cerca di occupare l’Ucraina! Mentre i tuoi razzi atterrano con successo dallo Spazio, i razzi russi attaccano la popolazione civile ucraina! Ti chiediamo di fornire all’Ucraina le stazioni Starlink e di rivolgerti ai russi sani di mente affinché resistano”. Musk ha prontamente risposto annunciando l’attivazione del servizio Starlink in Ucraina.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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