Urbanista Los Angeles: le cuffie wireless che non dovrete mai ricaricare! Ecco il video

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Urbanista Los Angeles: le cuffie wireless che non dovrete mai ricaricare! Ecco il video

Erano stati uno dei lanci più interessanti della scorsa primavera e finalmente abbiamo avuto la possibilità di metterle alla prova, testando la loro peculiare caratteristica. Stiamo parlando delle cuffie wireless Bluetooth Noise Cancelling Urbanista Los Angeles e della loro capacità di ricaricarsi con l’energia solare.

Indice dell’articolo

Urbanista Los Angeles, la ricarica con la luce funziona! Guardate il video

[HWUVIDEO=”3191″]Urbanista Los Angeles: le cuffie wireless che non dovrete mai ricaricare![/HWUVIDEO]

Caratteristiche tecniche

Il marchio svedese Urbanista, nato a Stoccolma nel 2010, offre una ampia gamma di cuffie wireless, tutte caratterizzate da un piacevole design, molto nordico e molto essenziale. L’ultima incarnazione, come detto nell’introduzione, è quella che ha maggiormente attirato l’attenzione del pubblico, per la presenza nell’archetto della pellicola fotovoltaica Powerfoyle dell’azienda, anch’essa svedese, Exeger. Questa pellicola unisce un’ottima efficienza di conversione della luce in energia elettrica e, grazie alla flessibilità e a un’ampia gamma di finiture superficiali, permette grande libertà ai designer. Tra le caratteristiche anche il fatto di non essere affetta da problemi derivanti dalla schermatura parziale: in parole semplici, la membrana riesce a convertire la luce in elettricità anche se parzialmente coperta. A seconda della struttura utilizzata, questo non è vero per tutti i pannelli solari: per alcuni basta oscurare poche celle per vedere calare drasticamente la resa.

Ero un po’ scettico sulle prime in merito a questa tecnologia, ma nell’uso quotidiano mi sono dovuto totalmente ricredere: la presenza del pannello non è solo una velleità estetica, ma risulta perfettamente funzionale. Vi do solo in dato: ho caricato le cuffie la prima volta tramite cavo USB-C e non le ho mai più attaccate alla corrente elettrica: nel momento in cui scrivo questa recensione e preparo il video le cuffie sono ancora al 71%/72% di batteria.

La pellicola Powerfoyle è davvero molto sensibile e basta il minimo quantitativo di luce per attivare la conversione fotovoltaica, anche con la luce artificiale. Se siete sotto una lampada in ufficio, le cuffie si ricaricano, ma basta anche la luce ambientale di una stanza per fornire un po’ di energia alla batteria. Io, ad esempio, le ho lasciate appese alla maniglia della finestra quando non in uso, per averle sempre cariche.

La batteria interna offre una capacità di 750 mAh e viene utilizzata in modo molto efficiente dalle cuffie, che dichiarano 80 ore di autonomia. I due dati ci permettono di capire come basti anche un piccolo aiuto da parte del pannello solare per estendere praticamente all’infinito l’autonomia delle cuffie.

Urbanista Los Angeles: come suonano

Il profilo sonoro delle Urbanista Los Angeles (basate su driver dinamici da 40mm) è in linea con le tendenze del momento: bassi molto corposi e potenti, ma comunque con una resa sonora buona anche sulle altre frequenze. A volte i bassi inglobano un po’ il resto della gamma, ma in generale l’ascolto è piacevole. Naturalmente beneficiano della firma sonora soprattutto i generi che puntano sulla potenza dei bassi: hip-hop e dance su tutti. Addirittura le cuffie sembrerebbero integrare un sistema bass reflex all’interno dei padiglioni: non solo la resa di alcune frequenze è molto ‘fisica’ ma la pressione sonora del violento chiudersi delle porte della metropolitana risulta in una vibrazione percepibile nelle cuffie. La resa è insospettabile ottima su brani come Don Raffaè di Fabrizio De André, con le percussioni molto fisiche e i fiati bene in primo piano, mentre, se passate ai Megadeth, i bassi sono troppo presenti e impastano un po’ tutte le gamme.

Urbanista Los Angeles: come riducono il rumore

Il sistema Hybrid Active Noise Canceling forse è quello meno all’altezza delle aspettative. Avrebbe strappato un ottimo giudizio fino a qualche tempo fa, ma oggi la concorrenza si è evoluta parecchio e nel confronto le Urbanista Los Angeles restano un po’ defilate. La riduzione delle frequenze basse e continue è molto buona, con l’eliminazione quasi totale del rumore di sottofondo dei mezzi di trasporto. Meno efficace è invece il sistema di cancellazione del rumore per quanto riguarda le frequenze più alte e i suoni non ripetitivi, su tutti le voci. Anzi, togliendo le frequenze basse, le voci a volte risultano quasi più udibili rispetto alla funzione ANC spenta e all’isolamento passivo.

Urbanista Los Angeles: materiali premium

Le cuffie utilizzano materiali di prima qualità e sono molto comode da indossare. I cuscinetti dei padiglioni in pelle sintetica sono molto morbidi, l’archetto stringe il giusto, mantenendo le cuffie salde in testa, ma senza dare fastidio. La regolazione della lunghezza dell’archetto è continua – non a scatti – e permette di trovare sempre il giusto compromesso per adattarsi bene alle dimensioni della testa.

Anche il cuscinetto dell’archetto è molto morbido, contribuendo alla sensazione di buon comfort. Le plastiche utilizzate danno una buona impressione di solidità e la finitura superficiale satinata è piacevole al tatto. Solo una piccola critica all’essenzialità nordica è da fare per quello che riguarda i tasti, in particolare quelli sul padiglione destro, che permettono di gestire Play/Stop, volume e salto avanti e indietro dei brani: sono piccoli e molto a filo del corpo, in più la piccola tacca che contraddistingue i due tasti più esterni è poco percepibile al tatto. Il risultato è che fermare la musica, ma soprattutto regolare il volume è un’operazione meno immediata rispetto alle cuffie in cui i tasti sono più sporgenti e meglio identificabili al tatto.

I padiglioni sono del tipo circumaurale, ma le dimensioni dei cuscinetti sono un po’ ‘al pelo’ per non interferire con le orecchie più grandi. Per fortuna la morbidezza degli stessi non rende fastidiose le eventuali interferenze con l’orecchio esterno.

Di rilievo anche la custodia semirigida fornita in confezione per il trasporto: morbida al tatto offre due superfici rigide che proteggono le cuffie da eventuali schiacciamenti e torsioni che possono accadere in borsa o nello zaino. Grazie ai padiglioni ruotabili, le cuffie possono essere appiattite per tenere meno spazio e infilarsi nella custodia, dove vengono tenute in posizione da un anello elastico, una soluzione pratica e veloce.

App e connettività

Le cuffie supportano lo standard Bluetooth 5.0 e i codec SBC and AAC. Offrono, purtroppo, solo una connessione a un dispositivo per volta, mentre ultimamente molti prodotti della concorrenza mettono a disposizione la connessione a due apparecchi contemporaneamente, utile per chi le usa, ad esempio, per i suoni del laptop, ma anche per rispondere al telefono.

L’app permette di gestire la modalità di utilizzo (ANC, Ambient Sound e Default), modificabile anche da pulsante sul padiglione sinistro: le cuffie non ricordano l’impostazione precedente e partono sempre a sistemi spenti, per attivare il noise cancelling. .È necessario, quindi, agire sul bottone o sullo schermo dell’app a ogni volta che si accendono le cuffie per attivane l’ANC. Dall’applicazione è possibile anche decidere anche come gestire il pulsante sul padiglione sinistro, ossia se avere in loop le tre modalità o solo due (se non interessa l’ANC o l’Ambient Sound) sulla pressione breve. Per la pressione lunga è possibile scegliere se attivare l’assistente vocale o una delle due modalità. È inoltre possibile attivare o meno il sensore di presenza, che spegne e riattiva la musica automaticamente quando si tolgono e indossano le cuffie.

Manca, rispetto a buona parte della concorrenza, l’equalizzatore o almeno la possibilità di commutare diversi profili audio. Visto che le cuffie sono spostate verso una timbrica con bassi molto corposi e in primo piano, sarebbe stato utile avere qualche profilo con maggiore enfasi su medi e bassi, per adattare meglio la resa a diversi generi musicali.

La parte più interessante dell’app è il sistema di monitoraggio dell’energia. Esso permette in tempo reale (con grande reattività per altro) di avere un’idea precisa del consumo energetico e della quantità di energia di ricarica fornita dal pannello solare sull’archetto, il tutto chiaramente indicato come +Gain e Drain- in mA (milliampère).

Prezzo e considerazioni finali

Il prezzo di listino di €199 merita diverse considerazioni. Da un lato è pure basso, considerati alcuni fattori, come gli ottimi materiali, il design e la presenza del Noise Cancelling. Per confronto un prodotto nordico (in questo caso danese) di simili caratteristiche come Bang & Olufsen Beoplay HX è proposto a €499.

D’altro canto le migliori cuffie noise cancelling sul mercato, le Sony WH-1000M4, hanno un prezzo che varia molto a seconda delle offerte, ma che, a fronte di un listino di €380, oggi oscilla tra i €280 e €300, offrendo però un sistema di cancellazione del rumore molto più efficace sui suoni non periodici e sulle frequenze più alte.

Contando che a un prezzo inferiore le Urbanista Los Angeles offrono un pacchetto completo e di qualità, già potrebbero essere un’alternativa interessante per chi cerca cuffie wireless Bluetooth circumaurali con ANC, ma la presenza del pannello fotovoltaico le rende oggi l’unico prodotto perfetto per chi si vuole liberare del tutto della schiavitù della ricarica tramite presa elettrica: basta un po’ di luce per avere davvero un’autonomia infinita.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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