Diablo II Resurrected, primo incontro ravvicinato: un remaster sorprendente

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Diablo II Resurrected, primo incontro ravvicinato: un remaster sorprendente

È possibile restaurare un vecchio gioco preservandone il fascino originale? In pochi sono stati in grado di realizzare buoni remaster senza stravolgere il tradizionale feeling del titolo di riferimento, e chi è riuscito nell’intento si è spesso limitato a un semplice “lifting”. Per nostra fortuna non è il caso di Diablo II: Resurrected, ultima fatica di Vicarious Visions, studio che si è già destreggiato nella delicata arte dei remaster riportando in vita franchise come Crash Bandicoot (N. Sane Trilogy) e Tony Hawk’s Pro Skater, con risultati più che convincenti.

Con la reincarnazione di Diablo II, tuttavia, la software house americana potrebbe essersi già ampiamente superata. L’edizione Resurrected dell’intramontabile RPG si presenta come un prodotto semi-miracoloso: un titolo che conserva le fattezze del mai troppo lodato gioco del 2000, ma che allo stesso tempo propone un comparto grafico del tutto nuovo, in linea con il livello qualitativo delle produzioni di ultima generazione. Insomma, un gioco che accontenterà tanto i novizi quanto i puristi della diabolica serie hack ‘n’ slash.

A poche settimane dal reveal alla BlizzConline, abbiamo messo le mani sull’Alfa Tecnica di Diablo II: Resurrected e, dunque, sui primi due atti della campagna single player. Dopo la prova dobbiamo ammettere di aver avuto torto: no, questo non è un remake, ed è meglio così.

Alla ricerca del Viandante Oscuro, 21 anni dopo

Prima di analizzare questo primo assaggio di Diablo II: Resurrected facciamo qualche passo indietro e ripercorriamo in breve gli eventi introduttivi dell’avventura di Blizzard North. Dopo aver sconfitto il Signore del Terrore, l’eroe sigilla l’anima del demone nel suo stesso corpo. Un atto coraggioso, che purtroppo risulterà nella corruzione dell’eroe stesso da parte di Diablo: quest’ultimo, alla fine, si impossesserà del suo carnefice con l’intento di scatenare il caos sul mondo di Sanctuary.

Il testimone passa ora a Vicarious Visions, incaricata del rifacimento grafico (e non solo) dell’amato action RPG. Si riparte dallo stesso accampamento dei banditi in cui aveva inizio la storia del nostro nuovo eroe, selezionabile tra sette differenti classi: di queste è stato possibile provarne solo tre nell’Alfa Tecnica. Al valoroso Barbaro e all’Incantatrice abbiamo preferito (ri)vestire i panni dell’Amazzone, almeno per la nostra prima run di prova. Del resto, parliamo di una classe che è stata del tutto assente in Diablo III e che rischia di saltare anche il quarto capitolo.

Nonostante si tratti di una semplice Alfa Tecnica, la demo offertaci da Blizzard Entertainment ci ha permesso di giocare i primi due Atti della campagna, senza tagli. Dopo aver sconfitto la temibile Andariel – uno dei Mali Minori, che per giunta tornerà in Diablo IV – ci siamo diretti verso Lut Gholein per rintracciare il Viandante Oscuro. In queste occasioni abbiamo impiegato le versatili abilità dell’Amazzone per farci strada tra le orde demoniache, restando meravigliati dall’incredibile cura riposta dal team di Vicarious nella trasposizione dei combattimenti, pronti a esplodere in un tripudio di effetti particellari conditi da animazioni rivisitate.

Dopo aver mosso i primi passi, infatti, abbiamo avuto una reazione alquanto inaspettata: il gameplay di Diablo II è rimasto praticamente inalterato e restituisce le stesse sensazioni che avremmo provato rigiocando il titolo originale, nel bene e nel male.

Sì, perché i movimenti dei personaggi risulteranno talvolta macchinosi e l’esecuzione di alcune manovre con mouse e tastiera sarà tutt’altro che immediata, proprio come avveniva nel classico per PC. Da questo punto di vista si potrebbe dire che il gioco “è invecchiato male”, ma chi aveva amato Diablo II tornerà a innamorarsi di questo dungeon crawler, anche se in salsa moderna.

Ciononostante, Vicarious non si è limitata ad omaggiare la vecchia scuola, ma ha anche tenuto un occhio di riguardo per quei giocatori che scopriranno per la prima volta le bellezze di questo GdR. Ecco dunque che una serie di miglioramenti destinati alla quality of life “svecchiano” Diablo II attraverso feature più che gradite, prima fra tutte quella del baule condiviso che ci consente di trasferire gli item raccolti agli altri personaggi da noi creati.

La più grande implementazione coincide però con il supporto al controller, novità che influenza in maniera percepibile diversi aspetti del gioco originale, a partire dal controllo del nostro alter ego. Muovendo le levette analogiche direzioneremo agilmente l’eroe all’interno delle complesse (e brillanti) mappe di Diablo II, raccogliendo automaticamente il loot dalle spoglie dei nemici e combattendo con la medesima elasticità – il che non andrà sottovalutato nel momento in cui ci toccherà passare da un incantesimo all’altro o “switchare” il set di armi.

Il nuovo layout per controller si incastra alla perfezione nell’elaborato sistema del gioco originale, affibbiando a ogni tasto azioni diverse senza mai risultare macchinoso. L’unico ostacolo in cui ci aspettavamo di imbatterci riguarda la gestione dell’inventario, ma questa è stata notevolmente semplificata: l’oro viene raccolto automaticamente, così come è automatico il riarrangiamento degli oggetti che andranno a occupare i diversi – ma comunque limitati – slot del magazzino.

Dal nostro canto, rigiocare questo evergreen con mouse e tastiera è stato un piacere, ma dobbiamo ammettere che la “leggerezza” derivata dall’utilizzo del controller è una sensazione palpabile. Siamo sicuri che ne guadagneranno tanto gli utenti PC quanto quelli console, che dopo il più recente Diablo III avranno la fortuna di sviscerare un altro hack ‘n’ slash della saga di Blizzard, traendo vantaggio da un sistema di controllo immediato e, soprattutto, intuitivo.

Questi accorgimenti hanno portato Diablo II: Resurrected a un livello tale da potersi definire un gioco di nuova generazione, con tutti i crismi del caso. Il supporto nativo al nuovo Battle.net rimpiazza la vecchia infrastruttura online per garantire sessioni multiplayer stabili e, si spera, un matchmaking pressoché instantaneo, ma ne avremo la certezza quando riusciremo a testare anche il comparto multigiocatore, magari nell’eventuale Beta.

Vicarious Visions e l’attenzione maniacale ai dettagli

Rivolgiamo ora la nostra completa attenzione al piatto forte di questo remaster: il comparto tecnico. Non accontentandosi di ampliare i margini della schermata – si passa dai 4:3 del gioco originale ai 16:9 – Vicarious Visions ha anche introdotto il supporto alle elevate risoluzioni concesse dai moderni sistemi di gioco. Spazio al 4K dunque, ma anche a un nuovo motore che renda giustizia all’incredibile restauro realizzato dalla software house.

Di seguito le immagini comparative che evidenziano le differenze tra la grafica del gioco originale (a sinistra) e quella di Diablo II: Resurrected (a destra).

Dopotutto è proprio osservando la grafica che ci scontriamo con la vera essenza next-gen di Diablo II: Resurrected. È quasi difficile da spiegare – e qui rischiamo di ripeterci -, ma il risultato ottenuto dal team di Vicarious ha dell’incredibile: si ha l’impressione di avere davanti lo stesso gioco di 21 anni fa, ma è chiaramente un titolo moderno, che vanta texture in alta definizione, un sistema d’illuminazione avanzato e un’effettistica di tutto rispetto. L’effetto “illusorio” deriva da un’estetica estremamente fedele all’opera originale, la quale rispetta il design del mondo di gioco, le sue atmosfere e persino il posizionamento dei singoli elementi che compongono lo scenario.

Un autentico effetto sorpresa, che stupisce ulteriormente nel momento in cui inneschiamo la modalità Legacy: con la semplice pressione di un tasto passiamo immediatamente alla veste grafica del gioco originale, con il medesimo formato in 4:3 e gli stessi effetti sonori. Passando da Legacy a Resurrected si ha modo di apprezzare ancora di più questo lavoro di rivisitazione, imbattendosi in nuovi dettagli che arricchiscono i livelli dei primi due Atti – senza tuttavia snaturarli – e scoprendo altri particolari che rischiavano di passare inosservati con la bassa risoluzione.

Le texture ridisegnate da Vicarious non solo rispettano il materiale di riferimento, ma donano nuova linfa agli ambienti e ai personaggi stessi che popolano le ammalianti lande di Sanctuary. Stupisce, a questo proposito, il livello di dettaglio degli eroi giocabili, quasi fotorealistici mentre attraversano gli oscuri corridoi dei dungeon. Gioca senz’altro un ruolo fondamentale l’illuminazione dinamica, che dà il meglio di sé quando scateniamo le nostre abilità di classe: le magie elementali si rifletteranno sui materiali dell’ambiente circostante e sui nemici stessi, ravvivando la scena come mai prima d’ora, con risultati che farebbero invidia anche ai titoli più recenti.

Anche il solo osservare il moto impetuoso delle onde affacciandoci dalle mura di Lut Gholein diventa uno spettacolo per gli occhi, il che è una vera sorpresa se consideriamo che stiamo parlando del remaster di un gioco ventennale. Il tutto, ribadiamo, nel rispetto dell’opera originale e della stessa tavolozza che si compone di colori cupi, alternati solo dal rosso vivido del sangue che sgorgherà dai corpi deturpati dei demoni e dalle truculenti carcasse che infestano i dungeon.

Certo, trattandosi di un’Alfa Tecnica manca ancora qualcosa all’appello. Le cutscene che anticipano l’inizio di ogni Atto sono ancora quelle originali, ma nel gioco finale verranno rimpiazzate da filmati rielaborati in alta definizione e chissà, Vicarious Visions potrebbe sempre riservarci qualche sorpresa. Siamo già soddisfatti, invece, della rimasterizzazione della colonna sonora di Diablo II, quella che oseremmo definire una delle soundtrack più belle dell’intera storia dei videogiochi – riascoltare il tema di Tristram è sempre una gioia per le orecchie.

Nella trepidante attesa di avere un altro appuntamento con Diablo II: Resurrected, vi ricordiamo che il gioco non uscirà solo su PC – piattaforma su cui abbiamo testato l’Alfa Tecnica – ed è infatti previsto anche per console, nello specifico PS5, PS4, Xbox Series X|S, Xbox One e Nintendo Switch. Arriverà entro la fine del 2021, con la pubblicazione di Blizzard Entertainment.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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