Lancio con equipaggio della capsula Boeing CST-100 Starliner: rinviato per un problema al razzo spaziale

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Lancio con equipaggio della capsula Boeing CST-100 Starliner: rinviato per un problema al razzo spaziale

Dopo il test orbitale senza equipaggio (OFT-1) avvenuto nel 2019 e un secondo test (OFT-2) del 2022 che ha portato la navicella ad attraccare alla Stazione Spaziale Internazionale non senza qualche problema, nella nottata appena trascorsa si sarebbe dovuto tenere il primo test con equipaggio per la capsula Boeing CST-100 Starliner. Un test tanto atteso sia da parte della società ma anche dalla NASA che così potrebbe avere un doppio sistema completamente distinto per portare degli astronauti verso la ISS assicurando ridondanza e minore dipendenza dai russi.

Il Crew Flight Test (CFT) è stato però rinviato a non prima delle 3:00 dell’11 maggio (ora italiana) a causa di un problema al secondo stadio del razzo spaziale ULA Atlas V. Gli astronauti-collaudatori Butch Wilmore e Suni Williams hanno quindi dovuto lasciare la capsula per aspettare il nuovo tentativo una volta che il problema sarà risolto. Alcune ore prima della partenza Elon Musk, in risposta a un articolo pubblicato da ArsTechnica e dedicato proprio a Starliner e alla gestione di Boeing, aveva scritto su X “sebbene Boeing abbia ricevuto 4,2 miliardi di dollari per sviluppare una capsula per astronauti e SpaceX solo 2,6 miliardi di dollari, SpaceX ha terminato il suo progetto 4 anni prima. Da notare che il design della capsula dell’equipaggio di Dragon 2 non ha quasi nulla in comune con Dragon 1. Troppi manager non-tecnici in Boeing”.

Il lancio di Boeing CST-100 Starliner bloccato da un problema al razzo

Secondo quanto riportato ufficialmente da ULA il problema è relativo a una valvola di sicurezza a solenoide autoregolante per l’ossigeno liquido dello stadio superiore Centaur del razzo spaziale Altas V. Quest’ultimo si è dimostrato piuttosto affidabile in passato ma è attualmente al termine della sua carriera con l’arrivo del nuovo Vulcan Centaur.

Stando alle dichiarazioni durante la conferenza stampa successiva al rinvio, la valvola emetteva una frequenza di circa 40 Hz ed era udibile dal persona addetto alla torre di lancio. La chiusura della valvola ha fermato l’emissione di quello che è stato definito come un “ronzio” ma non ha consentito comunque il lancio come previsto.

Il razzo spaziale Atlas V con la navicella Boeing CST-100 Starliner sarebbe dovuta decollare dallo Space Launch Complex-41 della Cape Canaveral Space Force Station in Florida quando in Italia sarebbero state le 4:34 della notte appena passata. I problemi alle valvole non sono così infrequenti ma quando si tratta di una missione con equipaggio umano le precauzioni sono ancora più elevate del solito portando così al rinvio.

boeing starliner

Lo stesso Tory Bruno (CEO di ULA) ha dichiarato che se non si fosse trattato di una missione con equipaggio avrebbero provato a far funzionare la valvola e poi lanciare se la situazione fosse stata nominale, ma le condizioni della missione imponevano una procedura diversa e quindi il rinvio di alcuni giorni. In particolare non è possibile “lo stato del propellente” quando l’equipaggio è a bordo per questioni di sicurezza.

boeing capsula

Bruno ha anche aggiunto che ulteriori rinvii potrebbero essere possibili nel caso la valvola dovesse essere rimossa e sostituita (un’altra data per il lancio potrebbe essere lunedì della prossima settimana). Gli ingegneri e i tecnici dovranno quantificare i cicli ai quali è stata sottoposta la valvola, oltre i 200 mila cicli di apertura/chiusura sarà necessaria la sua sostituzione. Avere una corretta pressione per l’ossigeno dello stadio superiore è importante sia per avere un’alimentazione corretta del propulsore (che porta la capsula in orbita) ma anche per questioni strutturali legate al serbatoio.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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