Mac Studio, la workstation compatta di Apple che non fa rimpiangere nulla

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Mac Studio, la workstation compatta di Apple che non fa rimpiangere nulla

Quando Apple ha introdotto il sistema Mac Studio, a marzo del 2022, lo ha fatto per dare una risposta ad una specifica tipologia d’utenza che, dopo l’avvento dei sistemi basati su System-on-Chip Apple Silicon, non riusciva a trovare una propria collocazione all’interno del catalogo della Mela. Apple aveva infatti dato precedenza, per avviare la transizione dei propri sistemi verso i chip ARM sviluppati internamente, ai portatili e ai sistemi desktop consumer, lasciando a bocca asciutta chi poteva desiderare un sistema desktop ad elevate prestazioni, a meno di rivolgersi a soluzioni precedenti equipaggiate con chip Intel.

Mac Studio rappresenta quindi un prodotto espressamente indirizzato ai professionisti creativi, e in particolare per coloro i quali hanno l’esigenza di lavorare in un assetto “stanziale”, magari con monitor di grandi dimensioni e senza i compromessi di una configurazione ibrida mobile/desktop. Mac Studio è proposto in due configurazioni standard: una con SoC M2 Max e una con SoC M2 Ultra: nel primo caso si tratta di un sistema desktop di fascia “prosumer”, nel secondo caso di una vera e propria workstation a tutti gli effetti, che viene proposta in un formato compatto, così da ingombrare poco, lasciare molto spazio sul piano di lavoro e trovare collocazione accanto o sotto il monitor.

Apple ha adottato un design a base “quasi quadrata”, cioè con gli angoli arrotondati. La Mela ha in generale nel suo passato mostrato una certa predilezione per realizzare sistemi desktop a base quadrata, ad esempio con il debutto del sistema PowerMac G4 “Cube” nell’estate del 2000, e poi successivamente con il Mac mini a gennaio del 2005 (sistema che, attraversando qualche evoluzione e rivisitazione stilistica è giunto fino ai giorni nostri).

Mac Studio con M2 Max: tanta potenza per i creator esigenti

Alla vista ciò che immediatamente colpisce di Mac Studio è il suo spessore che a sua volta conferisce al sistema un aspetto decisamente massiccio: dal momento che la componentistica interna è altamente integrata, la decisione di adottare uno chassis di dimensioni così relativamente generose discende dall’impiego di un sistema di raffreddamento capace di garantire le massime prestazioni del SoC in ogni condizione d’esercizio. 

Per comprendere come la progettazione del sistema sia incentrata pressoché interamente sulla soluzione di raffreddamento è sufficiente osservare Mac Studio nella parte posteriore dove si trova una ampia superficie forata, che si estende per più di metà dello spessore dello chassis, corrispondente allo spazio occupato internamente dal dissipatore di calore e dalle ventole per il ricicolo dell’aria. Le porte di espansione sono invece tutte collocate nella parte più bassa del sistema (sia quelle posteriori, sia quelle anteriori) a testimonianza di come la scheda logica porti via veramente poco spazio all’interno del case.

Ed è proprio sulle porte di espansione che Apple ha operato alcune scelte volte a mettere a disposizione dell’utente di Mac Studio tutta la flessibilità necessaria per il collegamento di quei dispositivi e periferiche che rappresentano strumenti fondamentali per i lavori creativi. Sul frontale troviamo due porte USB-C adatte al collegamento rapido ed estemporaneo di periferiche di storage e capaci inoltre di erogare 15W di potenza: nella versione con SoC M2 Max come quella in prova supportano la connettività USB 3 a 10 Gigabit al secondo, mentre per i Mac Studio equipaggiati con M2 Ultra troviamo due porte Thunderbolt 4 da 40Gb/s. Accanto alle due porte USB frontali è stato collocato un lettore di schede SD, che supporta lo standard SD 4.0 e le schede SDXC UHS-I e UHS-II. Si tratta di una soluzione pratica per fotografi e videomaker che desiderano scaricare il proprio materiale direttamente dalla scheda di memoria di una fotocamera, senza dover ricorrere a lettori esterni.

Alle due porte USB-C (o Thunderbolt, a seconda della configurazione) frontali si aggiungono le quattro porte Thunderbolt 4 collocate nella parte posteriore con banda di 40Gb/s e supporto a USB e DisplayPort, oltre a fornire fino a 15W di alimentazione. A queste si aggiungono due porte USB-A a 5 Gigabit al secondo, un connettore RJ-45 da 10Gb e una porta HDMI con uscita 8K60Hz o 4K240Hz e supporto a VRR e audio multicanale.  Infine è presente un connettore mini-jack da 3,5mm per cuffie o altoparlanti.

Il numero e le tipologie di display supportati da Mac Studio dipende dalla configurazione hardware. Gli esemplari equipaggiati con SoC M2 Max come quello in prova sono in grado di gestire contemporaneamente fino a cinque display, in diversi allestimenti: quattro display con risoluzione 6K a 60Hz via Thunderbolt e un display con risoluzione 4K a 60Hz via HDMI, oppure due display con risoluzione 6K a 60Hz via Thunderbolt e un display con risoluzione 8K a 60Hz o un display con risoluzione 4K a 240Hz via HDMI.

Nel caso in cui, invece, si optasse per la versione con SoC M2 Ultra, il supporto offerto (grazie alle due porte Thunderbolt frontali) è fino a otto display con risoluzione fino a 4K a 60Hz, oppure sei display con risoluzione fino a 6K a 60Hz oppure ancora tre display con risoluzione fino a 8K a 60Hz.

Anche la base è provvista di una serie di fori, disposti a corona circolare, per il ricambio d’aria interno. In particolare il sistema di raffreddamento lavora apsirando aria dalla base, che viene convogliata lungo il dissipatore per lo scambio termico e infine espulsa dalla parte posteriore dello chassis.

Infine, dal momento che tutto sommato parliamo di un sistema caratterizzato da una certa compattezza pur trattandosi di una soluzione desktop, Apple ha previsto la presenza alla base dello chassis di un foro per lucchetti Kensington così da assicurare Mac Studio al piano di lavoro ed evitare che, in ambienti poco controllati, possa essere trafugato da persone non autorizzate. 

Mac Studio, due configurazioni con M2 Max e M2 Ultra

Mac Studio è previsto, come anticipato, in due configurazioni di riferimento, una con SoC M2 Max e una con SoC M2 Ultra. Come già accaduto con M1, anche con questa generazione si assiste di fatto ad una “moltiplicazione” di core, sia lato CPU, sia lato GPU, allo scopo di raggiungere maggiori prestazioni, a testimonianza di come Apple abbia deciso di affrontare l’incremento delle capacità di calcolo con un approccio sostanzialmente “modulare”.

M2 Max in particolare è un SoC da 67 miliardi di transistor, realizzato con processo a 5 nanometri, che mette a disposizione una CPU a 12 core e una GPU da 30 o 38 core a seconda delle configurazioni (il modello in prova è equipaggiato con la versione da 30 core GPU), supporta da 32GB a 96GB di memoria unificata (32GB per il sistema in prova) e mette a disposizione una largezza di banda di 400GB/s.  M2 Max mette inoltre a disposizione il Neural Engine a 16 core che è capace di gestire fino a 15,8 trilioni di operazioni al secondo, con un incremento del 40% rispetto ad M1 Max. Il SoC incorpora poi i Media Engine che supportano codec H.264 e HVEC, e specificatamente per M2 Max troviamo un motore di decoding video, due motori di decoding video e due motori encoding/decoding ProRes che consentono di riprodurre fino a 10 flussi video 8K ProRes.

Per realizzare M2 Ultra, invece, Apple fa uso della tecnologia di packaging chiamata UltraFusion che di fatto consente di abbinare due die M2 Max allo scopo di raddoppiare le prestazioni. I sistemi con M2 Ultra avranno di fatto il doppio delle caratteristiche sopra elencate: CPU a 24 core, GPU a 60 o 76 core, Neural Engine a 32 core e quattro motiri ProRes capaci di gestire fino a 22 flussi video 8K ProRes. Rispetto a M1 Ultra, inoltre, in questa generazione i motori di codifica video possono lavorare in sinergia per codificare un singolo flusso video 1,8 volte più velocemente. Anche la larghezza di banda raddoppia, arrivando a 800GB/s e il supporto alla memoria arriva a 192GB.

Le analisi prestazionali per questo Mac Studio con SoC M2 Max mostrano una potenza di calcolo davvero elevata, in maniera particolare per quanto riguarda il comparto GPU. Sul fronte CPU osserviamo un comportamento analogo agli altri sistemi Mac – Apple Silicon fin qui provati: in task single core non vi sono particolari differenze tra i SoC di classe M2 (il singolo core è infatti identico per tutti), mentre sui carichi di lavoro multi core le prestazioni crescono in maniera direttamente proporzionale al numero di core di elaborazione. In altri termini: se le vostre attività coinvolgono lavori dipendenti pressoché esclusivamente dalla CPU, Mac Studio potrebbe in alcuni frangenti rivelarsi una scelta sovradimensionata in quanto un sistema come Mac Mini con M2 Pro vi garantirebbe prestazioni del tutto confrontabili, ad un costo sensibilmente inferiore. Tutto cambia, come dicevamo, lato GPU anche in questo caso con prestazioni capaci di scalare proporzionalmente al numero di core e tali da assicurare tutta la capacità di calcolo necessaria a sostenere quei carichi di lavoro propri delle attività creative di alto livello, come editing video con flussi 4K e 8K, gestione di grandi cataloghi di fotografie ad alta risoluzione e modifiche in batch, modellazione e progettazione tridimensionale e via dicendo.

Abbiamo dato uno sguardo anche alla capacità di gestire le temperature d’esercizio, con conseguente analisi sia delle frequenze operative sia della velocità di rotazione delle ventole. Vediamo che non vi è alcun imbarazzo nel riuscire a mantenere le temperature ben al di sotto dei livelli di guardia, così da poter garantire il pieno della potenza elaborativa lungo tutta l’esecuzione dell’attività. Il pregio, inoltre, è quello di poter avere un sistema decisamente tranquillo, grazie al particolare sistema di raffreddamento capace di smaltire efficacemente il calore pur con un regime di rotazione delle ventole molto contenuto che non supera mai i 1400 giri al minuto. E anche i consumi sono positivamente impressionanti: in condizioni di pieno carico si registrano picchi di 70W-75W per l’intero SoC, cioè CPU, GPU e memoria.

Mac Studio: configurazioni, prezzi e opzioni di personalizzazione

Mac Studio, come dicevamo in precedenza, è proposto in due configurazioni di riferimento, ciascuna delle quali è personalizzabile scegliendo tra alcune opzioni che riguardano sostanzialmente il quantitativo di memoria unificata e la capienza dell’unità SSD. Riassumiamo schematicamente di seguito le configurazioni standard e le opzioni di configurazione con prezzi ed esborsi aggiuntivi.

Mac Studio M2 Max Mac Studio M2 Ultra
SoC Apple M2 Max Apple M2 Ultra
CPU 12 core (8 performance, 4 efficiency) 24 core (16 performance, 8 efficiency)
GPU 30 core 60 core
Memoria 32GB unificata 64GB unificata
Storage 512GB SSD 1TB SSD
Porte I/O 4x Thunderbolt 4, 2x USB-C, 2x USB-A, HDMI, Ethernet 10Gb, jack 3,5mm, slot SDXC 6x Thunderbolt 4, 2x USB-A, HDMI, Ethernet 10Gb, jack 3,5mm, slot SDXC
Audio Speaker integrato, jack 3,5mm, HDMI audio multicanale Speaker integrato, jack 3,5mm, HDMI audio multicanale
Wireless WiFi 6E 802.11ax WiFi 6E 802.11ax
Dimensioni e peso 9,5cm x 19,7cm x 19,7cm – 2,7kg 9,5cm x 19,7cm x 19,7cm – 3,6kg
Prezzo € 2499,00 € 4899,00
Mac Studio M2 Max Mac Studio M2 Ultra
SoC M2 Max con 12 core CPU, 38 core GPU + €230,00 n/a
SoC M2 Ultra con 24 core CPU, 60 core GPU + €1760,00 default
SoC M2 Ultra con 24 core CPU, 76 core GPU + €2910,00 + €1150,00
Memoria unificata 64GB + €460,00 default
Memoria unificata 96GB + €920,00 * n/a
Memoria unificata 128GB n/a + €920,00
Memoria unificata 192GB n/a + €1840,00
SSD 1TB + €230,00 default
SSD 2TB + €690,00 + €460,00
SSD 4TB + €1380,00 + €1150,00
SSD 8TB + €2760,00 + €2530,00

* Opzione possibile solo scegliendo M2 Max con 38 core GPU

Divertendosi a configurare un sistema Mac Studio al massimo di quanto permesso (GPU a 76 core, 192GB di memoria e SSD da 8TB) si arriverebbe ad una spesa complessiva di ben €10419,00.

La ricerca di componentistica hardware altamente integrata permette da un lato di ottenere sistemi più compatti e anche con un miglior rapporto tra prestazioni e consumi, ma ha il rovescio della medaglia di rendere le configurazioni di fatto statiche e non soggette ad alcuna possibilità di aggiornamento futuro. E’ un aspetto che con Apple si incontra ormai da parecchi anni su praticamente tutte le linee di prodotti, che impone quindi una attenta considerazione delle proprie esigenze, anche in ottica futura, per scegliere la configurazione più adatta.

Se questo approccio può essere al limite tollerabile con i sistemi portatili o i sistemi più indirizzati alla fascia consumer (considerandoli quasi alla stregua di un elettrodomestico), appare un po’ restrittivo quando si ha a che fare con soluzioni dedicate al professionista il quale potrebbe trovarsi nella situazione di voler sostituire e aggiornare almeno quei componenti più facilmente a rischio “invecchiamento”, così da estendere ancora per qualche anno la vita utile del sistema, come ad esempio l’unità SSD o la memoria. Nel caso specifico, quest’ultima ovviamente non è in alcun modo accessibile essendo un elemento integrato direttamente nel SoC, ma lascia un po’ di amaro in bocca vedere che nemmeno l’SSD su un sistema di questo stampo può essere sostituito in futuro. .

Mac Studio è un Mac Pro in miniatura

Mac Studio è pertanto un sistema desktop/worstation di elevata potenza, che può rispondere efficacemente alle esigenze di ogni ambito creativo di alto profilo, sia in termini di campo d’applicazione (dal videomaker al fotografo, dal musicista all’animatore 3D, passando per sviluppatori, colorist) sia in termini di capacità di calcolo necessaria. L’architettura Apple Silicon continua a dimostrarsi capace di sostenere carichi di lavoro onerosi, specie in queste particolari configurazioni “moltiplicate” che a loro volta testimoniano come l’approccio modulare di Apple consenta di scalare in termini prestazionali semplicemente aggiungendo core e motori di elaborazione secondo necessità.

L’aspetto compatto di Mac Studio non deve trarre in inganno e per quanto possa risultare quasi automatico ritenerlo un “Mac mini potenziato”, in realtà è corretto considerarlo come un “Mac Pro in miniatura”. Questo per dire che un sistema come Mac Studio è un sistema che si rivolge ad una fascia di utenti ben precisa e molto verticale, che ha realmente bisogno di reattività ed elevata potenza di calcolo così da poter ridurre i tempi di lavorazione che si tratti di rendering, compilazione di codice, gestione di grandi archivi di materiale audiovisivo e via discorrendo.

E proprio per questo motivo viene naturale il confronto con l’altro sistema professionale desktop di casa Apple, il già citato Mac Pro: la configurazione di Mac Studio con M2 Ultra è di fatto identica a quanto può offrire Mac Pro, ad un prezzo però sensibilmente inferiore (parliamo di 3600 euro in meno). Dove sta la differenza? Mac Pro va a rivolgersi ad un pubblico ancor più verticale, mettendo a disposizione possibilità di espansione specialistiche – grazie alla presenza di slot PCIe Gen4 che consentono l’installazione di schede SDD, schede di rete o interfacce specialistiche audio/video – che Mac Studio semplicemente non ha.

Il creator esigente si orienterà più facilmente verso una configurazione con M2 Max, mentre professionisti e studi che hanno la necessità di realizzare produzioni complesse, con materiali video ad altissima risoluzione troveranno una valida risposta nella più costosa variante con M2 Ultra, la quale offre inoltre anche la possibilità di connettere fino a otto monitor. Si tratta, in entrambi i casi, di esborsi elevati, ma che trovano ampia giustificazione in un prodotto che condensa una serie di elementi peculiari, tanto da rendere entrambe le versioni un unicum sul mercato: tante prestazioni, ingombri contenuti, ampia disponibilità di porte, silenziosità e, non da ultimo, consumi ridotti. Non è necessario l’upgrade dalla generazione immediatamente precedente, che risulterebbe non commisurato rispetto all’esborso economico, ma è un acquisto da fare ad occhi chiusi per tutti gli utenti professionali dell’ecosistema Apple che ancora sono in possesso di un sistema Mac Pro o iMac Pro con processori Intel.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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