Qualcomm elogia RISC-V e bacchetta ARM (senza nominarla): prove di ribaltone?

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Qualcomm elogia RISC-V e bacchetta ARM (senza nominarla): prove di ribaltone?

Qualcomm potrebbe adottare l’architettura open source e senza royalty RISC-V al posto di quella ARM per realizzare i suoi futuri processori. Il condizionale è d’obbligo, e non va inteso come uno sviluppo che si concretizzerà dall’oggi al domani, ma alcune dichiarazioni fanno trasparire una certa irritazione per gli ultimi sviluppi nel rapporto con il progettista britannico.

Il colosso dei SoC per smartphone è in rotta con ARM per il caso NUVIA, argomento che le due società stanno affrontando in tribunale. In sintesi, ARM vuole che Qualcomm paghi una nuova licenza per i suoi core custom basati sulla tecnologia dell’acquisita NUVIA, mentre la casa degli Snapdragon ritiene di non doverlo fare e di avere già tutti i diritti del caso. Di solito queste vicende si risolvono in due modi, con l’intervento di un giudice o con un accordo tra le parti, ma potrebbe esserci anche una terza via: il progressivo passaggio di Qualcomm a RISC-V.

Nel corso del RISC-V Summit, la direttrice per la gestione prodotti Manju Varma ha dichiarato (come riportato The Register) che RISC-V ha l’opportunità di insediarsi nei vari settori per cui Qualcomm progetta i suoi chip, dai dispositivi wearable agli smartphone, fino a portatili e automobili moderne.

In realtà c’è già un po’ di RISC-V dentro i chip Snapdragon, infatti sebbene la società crei SoC basati su ISA ARM standard o custom, all’interno c’è un microcontroller RISC-V fin dallo Snapdragon 865 del 2019. Questo microcontroller, trasversale nell’offerta di Qualcomm, si occupa di svolgere lavoro di basso livello, cioè gestire vari operazioni che consentono al SoC di funzionare.

In pratica Qualcomm ha commercializzato più di 650 milioni di core RISC-V, rendendo l’ISA “una delle tecnologie principali per Qualcomm” e Qualcomm “uno dei leader nell’implementazione di RISC-V”. Non a caso, Qualcomm è un membro fondatore di RISC-V International.

La dirigente di Qualcomm ritiene che RISC-V abbia le caratteristiche per scalare molto bene e ricoprire diverse vesti, in quanto si tratta di un’architettura personalizzabile con istruzioni e funzionalità custom. “Le soluzioni dell’architettura legacy esistente non soddisfacevano questi requisiti“, ha aggiunto. Ed è proprio il termine “architettura legacy” ad aver fatto pensare a una frecciata rivolta ad ARM, visto che Qualcomm non realizza alcuna soluzione x86 ed è ARM la principale soluzione nel campo dei microcontroller.

Secondo Varma, il principale vantaggio di RISC-V è che riceve contributi da varie aziende e organizzazioni in tutti i livelli della “catena del valore”, dall’ISA al software di sistema, dal sistema operativo alle applicazioni per l’utente finale. Ciò è in netta contrapposizione “all’architettura legacy”, che è “di proprietà di un’entità nella catena del valore”. In pratica si crea “un’opportunità di aggiungere funzionalità che aggiungono valore ai consumatori finali [e] sono definite di concerto da tutti nella valore catena”, al contrario dell’architettura preesistente “in cui sono state introdotte funzionalità che non sembravano davvero aggiungere valore ai consumatori finali”, ha affermato Varma.

Insomma, con RISC-V Qualcomm ritiene di avere maggiore libertà per creare soluzioni con le “prestazioni migliori della categoria, l’efficienza energetica migliore della categoria e funzionalità a valore aggiunto”. Ciò detto, non è tutto oro quel che luccica: secondo Varma, la comunità RISC-V deve lavorare sulla standardizzazione delle funzionalità e nella riduzione della frammentazione al fine di creare un ecosistema più coeso in grado di facilitare il cosiddetto “time to market”, ovvero i tempi di arrivo sul mercato di prodotti e applicazioni finali.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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