Razzo spaziale cinese in rientro incontrollato: i nuovi dati aggiornati

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Razzo spaziale cinese in rientro incontrollato: i nuovi dati aggiornati

Continua l’aggiornamento dei dati riguardanti il rientro incontrollato del razzo spaziale cinese Lunga Marcia 5B. Ricordiamo che dopo il lancio del modulo-laboratorio Mengtian nella giornata del 31 ottobre, lo stadio principale di questo vettore pesante, dopo aver raggiunto l’orbita e separatosi dal modulo stesso ha iniziato la fase di rientro verso la superficie. A causa del design di questo razzo non è possibile effettuare un rientro controllato e questo significa che potenzialmente potrebbero arrivare fino a terra dei detriti dopo la sua distruzione nelle parti più alte dell’atmosfera.

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Il problema principale riguarda la massa di questa sezione, che è di circa 22 tonnellate. Si tratta quindi di abbastanza materiale per non riuscire a disintegrarsi completamente e questo potrebbe rappresentare un pericolo per le popolazioni che si trovano nella zona effettiva del rientro. Solamente pochi mesi fa, con il lancio del modulo Wentian, era accaduto qualcosa di analogo. Lo stadio principale del Lunga Marcia 5B era quindi rientrato in una zona compresa tra la Malesia e le Filippine sei giorni dopo il lancio. In tutti e tre i rientri attualmente effettuati con questo tipo di vettore non ci sono state vittime o feriti.

I dati del rientro del razzo spaziale cinese

Per i tre precedenti lanci (uno di test, uno per Tianhe e uno per Wentian) non ci sono stati danni alle persone. Il rischio è stato però alto considerando che i detriti sono arrivati nelle vicinanze di alcuni villaggi (cadendo fortunatamente in zone non abitate) sia nell’estate del 2022 che nel 2020. In quest’ultimo caso era l’unità di test, chiamata Y1, con il rientro avvenuto nella zona della Costa d’Avorio.

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In queste ore sono state rilasciate le ultime informazioni circa il razzo spaziale cinese Lunga Marcia 5B che ha lanciato il modulo Mengtian. Secondo Aerospace Corporation il rientro è ora previsto per il 04 novembre 2022 alle 12:20 ± 3 ore (orario italiano). Secondo questo modello i detriti dovrebbero toccare la superficie in una zona dell’Oceano Pacifico vicina a Point Nemo. Questo però è ancora difficile da stimare con precisione.

Marco Langbroek (che collabora anche con la Aerospace Corporation) ha indicato invece un rientro sempre per il 4 novembre ma alle 14:30 ± 4,7 ore (orario italiano). Questo farebbe cadere detriti nella zona dell’Oceano Atlantico vicino alla Costa d’Avorio, in maniera similare a quanto accaduto nel 2020.

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Il Combined Space Operations Center (CSpOC) ha invece indicato un possibile rientro il 4 novembre 2022 alle 13:16 ± 5 ore. Sempre un altro modello, questa volta dell’EU Space Surveillance and Tracking (EU SST), indica il rientro il 4 novembre 2022 alle 11:49:35 ± 223 minuti (pari a 3,7 ore) con un impatto che potrebbe avvenire nell’Oceano Indiano, come avvenuto nel 2021.

Per chi si chiedesse se altre nazioni possano fare qualcosa di concreto per evitare questo genere di problematiche, la risposta è difficile. La regolamentazione internazionale è rimasta ferma per troppo tempo rispetto all’accelerazione che ha avuto l’economia spaziale negli ultimi anni. In generale non è possibile vietare a una nazione di lanciare un razzo spaziale cinese come il Lunga Marcia 5B anche se potenzialmente rappresenta un problema di sicurezza. Il Trattato sullo Spazio extra-atmosferico indica semplicemente che “le attività spaziali dovrebbero essere condotte a beneficio e nell’interesse di tutti i paesi, indipendentemente dalla loro posizione economica o tecnica”. Anche l’articolo IX non è particolarmente restrittivo in merito riconducendo ad alcuni raccomandazioni ma non vincoli.

Come specificato poi nell’articolo VII “ogni stato è responsabile a livello internazionale per i danni a un altro Stato Parte al Trattato o alle sue persone fisiche o giuridiche danneggiate da tale oggetto o sue componenti sulla Terra, nell’aria o nello Spazio […]. Questo significa che anche se un detrito spaziale causasse feriti o morti, non ci sarebbero sanzioni particolari ma una richiesta formale di risarcimento, in questo caso specifico alla Cina. Sempre la Cina potrebbe poi richiedere le componenti rientrate in superficie che rimarrebbero di sua proprietà. In generale servirebbe una revisione di tutta la normativa e la regolamentazione riguardante i lanci spaziali a livello internazionale. Questo però si scontra sia con le decisioni politiche (e attriti tra le nazioni) così come questioni riguardanti i piani di difesa interna dei vari stati.

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Un modello prototipale del razzo spaziale Lunga Marcia 9 (fonte)

C’è da sottolineare però che la Cina attraverso la CNSA, CMSA e società private sta cercando di “cambiare rotta” per quanto riguarda lo sviluppo di razzi spaziali. Un esempio è il razzo Lunga Marcia 9 che potrebbe essere il primo vettore pesante riutilizzabile per le missioni verso la Luna (ma anche utilizzabile in LEO). Un nuovo prototipo è stato presentato allo Zhuhai Airshow da parte della CALT (società statale). Si possono notare l’assenza di booster con propellente allo stato solido e alette superiori. Il suo arrivo è comunque previsto poco prima degli anni ’30. Sempre recentemente un detrito di un razzo spaziale Lunga Marcia 2D Y72 è precitato nelle campagne cinesi dopo il lancio avvenuto il 29 ottobre. Si tratta quindi di un evento diverso rispetto a quanto potrebbe accadere con il Lunga Marcia 5B (che è decisamente più grande e con massa maggiore).

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Detrito di un razzo Lunga Marcia 2D Y72 caduto in Cina (fonte)

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