Amazon ha disabilitato un sito dell’ISIS! Sui server del colosso l’immagine del kamikaze con l’esplosivo

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Amazon ha disabilitato un sito dell’ISIS! Sui server del colosso l’immagine del kamikaze con l’esplosivo

L’attentato all’aeroporto di Kabul di qualche giorno fa ha permesso, in modo indiretto, di scovare un portale propagandistico dell’ISIS ”hostato” sulla piattaforma di cloud di Amazon ossia la Amazon Web Services (AWS). In questo caso proprio Amazon ha disabilitato il sito web che veniva quotidianamente utilizzato dalla propaganda dell’ISIS per inviare messaggi di supporto ai suoi utenti. Non solo perché in questo caso, subito dopo l’attentato all’aeroporto di Kabul, sono state pubblicate su di esso immagini celebrative della strage con foto ritratto del kamikaze con indosso l’esplosivo usato poi probabilmente per l’attentato.

Amazon Web Services: l’ISIS li ha usati senza problemi per la propaganda

Come detto il portale era “hostato” sulla piattaforma di cloud del colosso dell’e-commerce, Amazon Web Services, e addirittura da aprile veniva utilizzato dallo Stato Islamico per promuovere le sue azioni o anche per mandare messaggi ai suoi utenti. Chiaramente le politiche del servizio vietano l’utilizzo da parte di gruppi terroristici degli Amazon Web Services, ma di fatto l’agglomerato media dell’ISIS conosciuto come Nida-e-Haqq li ha utilizzati indisturbato fino all’attentato di questa settimana.

Cosa c’era sul portale? Tra i vari contenuti presenti sul portale ma anche nell’app ad esso associata in lingua Urdu, figuravano dunque anche le rivendicazioni dell’attacco suicida all’aeroporto di Kabul. Addirittura sarebbe stata posta online un’immagine del kamikaze con addosso la veste esplosiva poi utilizzata per farsi esplodere tra la folla dell’aeroporto. “A seguito di un’investigazione abbiamo disabilitato un sito legato a Nida-e-Haqq poiché in violazione delle politiche di utilizzo degli AWS” ha spiegato il portavoce di Amazon Casey McGee in una nota. “È incredibile come dopo tutti questi anni l’ISIS possa ancora trovare un modo per sfruttare aziende di hosting come Amazon” ha commentato Rita Katz, direttrice del SITE Intelligence Group, un’organizzazione che monitora l’estremismo online. “Dobbiamo presumere che l’ISIS cercherà sempre modi per bypassare i protocolli di sicurezza, ma questa applicazione non provava nemmeno a non essere notata”

  Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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