Fitbit: al via lo studio per il monitoraggio della pressione sanguigna senza manicotto gonfiabile

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Fitbit: al via lo studio per il monitoraggio della pressione sanguigna senza manicotto gonfiabile

Quando gli smartwatch sono arrivati sul mercato qualche anno fa, da subito sono apparsi come una categoria di dispositivi in cerca di un’identità e di una vera destinazione d’uso. Al di là degli sportwatch specializzati per gli atleti e con funzioni per il monitoraggio degli allenamenti, gli smartwatch per la vita di tutti i giorni inizialmente agivano né più né meno che una specie di “estensione” dello smartphone risultando per lo più non così indispensabili o utili alla maggior parte delle persone.

Apple, quando ha presentato la propria idea di smart watch con l’Apple Watch di prima generazione, non ha indovinato fin da subito la sua corretta collocazione. Inizialmente fu proposto come un dispositivo dalle note fashion (ci ricordiamo, ad esempio, le versioni “Edition” con cassa in oro e prezzi ben superiori ai 10 mila Euro), una strategia che però si è rivelata abbastanza deludente e che ha spinto la Mela a riconsiderare tutta l’impostazione strategica e commerciale legata al dispositivo. Ecco che poco a poco si è andati ad esplorare l’ambito del monitoraggio della salute con Apple Watch di quarta generazione che fu esplicitamente definito da Tim Cook come “ultimate guardian of your health”.

Gli Smartwatch: piccoli dispositivi di prevenzione

Il monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni di forma e di salute è diventato quindi l’ambito applicativo principale per tutti gli smartwatch non specializzati, e oggi praticamente tutti offrono la possibilità di rilevare il battito cardiaco, la saturazione, la qualità del sonno e alcuni di essi offrono anche funzioni di ECG.

Vi sono altri parametri che ancora non possono essere rilevati con facilità, come ad esempio i livelli di glucosio o la pressione sanguigna, poiché i metodi tradizionalmente utilizzati non possono essere sfruttati avendo a disposizione semplicemente un orologio. Si tratta di parametri che se potessero essere misurati contribuirebbero a rendere gli smartwatch dei veri e propri dispositivi di prevenzione portatili.

Un tentativo di rendere il monitoraggio della pressione arteriosa alla portata di tutti tramite gli smartwatch è stato già compiuto da Samsung con gli smartwatch Galaxy Watch 3 e Galaxy Watch Active 2. Samsung sfrutta un metodo chiamato metodo Pulse Wave Analysis che basandosi sulla forma d’onda delle pulsazioni periferiche è in grado di risalire alla pressione aortica centrale, ma che necessita anche di una calibrazione periodica, ogni quattro settimane, utilizzando uno sfigmomanometro tradizionale.

Anche all’interno dei laboratori Fitbit si sta ora studiando un metodo che consenta la rilevazione della pressione arteriosa anche senza l’impiego del tradizionale manicotto gonfiabile. Assieme alle irregolarità della frequenza cardiaca, l’ipertensione è uno dei “killer silenziosi” più noti e tristemente efficaci. Spesso una condizione di ipertensione viene rilevata solamente durante un controllo occasionale, e altrettanto spesso può avere raggiunto una condizione cronica di difficile reversibilità e che richiede un trattamento farmacologico costante e duraturo nel tempo. E’ chiaro, quindi, che la possibilità di monitorare regolarmente la pressione in maniera agevole può consentire di raggiungere un efficace livello di prevenzione.

Fitbit: al via gli studi sulla rilevazione della pressione arteriosa

L’approccio che Fitbit sta provando a seguire per quanto riguarda la misurazione di questo parametro si basa sul concetto di Pulse Arrival Time. Semplificando, è possibile risalire ai valori pressori misurando il tempo impiegato da un impulso sanguigno per viaggiare dal cuore al polso. In ambito clinico e accademico da diverso tempo si studia la possibilità di usare questo metodo per poter avere un riscontro delle condizioni della pressione arteriosa senza dover impiegare il tradizionale sistema basato sui rumori di Korotkov. Probabilmente si tratta di un metodo che non è in grado di fornire precisamente i valori pressori, quanto più di dare indicazioni se essi si collochino in una fascia di variabilità del tutto normale o se possono già rappresentare una condizion di rischio.

Gli studi PAT condotti fino ad ora sono stati eseguiti su campioni limitiati o scenari controllati. Fitbit sta ora invitando gli utenti possessori dello smartwatch Fibit Sense negli USA a partecipare ad uno studio della durata di un mese: lo scopo è quello di espandere il pubblico per lo studio e disporre di una buona vastità di dati per capire se tale metodo possa rappresentare un’alternativa pratica e affidabile per rendere il monitoraggio della pressione sanguigna un impegno meno oneroso da assumersi.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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