Microsoft Teams: privacy e sicurezza sono priorità

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Microsoft Teams: privacy e sicurezza sono priorità

al gruppo di Redmond l’ennesima conferma di come privacy e sicurezza siano al primo posto tra le priorità della squadra al lavoro su Teams.

Nel momento in cui l’emergenza coronavirus costringe sempre più professionisti a lavorare da casa abbracciando la formula dello smart working, l’utilizzo delle soluzioni per il cosiddetto lavoro agile è andato incrementandosi rapidamente. È importante non sottovalutare aspetti quali privacy e sicurezza, fattori che Microsoft ritiene di primaria importanza per quanto concerne Teams, tra i servizi disponibili a tale scopo.

Teams: il focus di Microsoft su privacy e sicurezza
Il gruppo di Redmond ne parla in un paio di interventi sul blog ufficiale a firma di Jared Spataro, Corporate Vice President per Microsoft 365. Nei post si focalizza l’attenzione sulla possibilità offerta agli utenti di controllare chi può accedere ai meeting (impossibile non intravedere un riferimento al concorrente Zoom e al fenomeno Zoombombing) e di stabilire nel dettaglio coloro ai quali attribuire le autorizzazioni per mostrare o condividere contenuti, distinguendoli da chi invece è solo spettatore.

Ancora, nel caso in cui viene attivata la registrazione della riunione, tutti ne sono immediatamente avvisati, rendendo poi il contenuto crittografato e accessibile solo ai partecipanti (altra stoccata a uno dei punti deboli di Zoom?).

Teams rispetta oltre 90 leggi e standard normativi a livello globale, incluso il GDPR, e applica le massime misure di sicurezza per limitare l’accesso ai dati degli utenti. Microsoft ha definito nel dettaglio i requisiti necessari per rispondere alle richieste dei governi e aggiorna regolarmente i propri report sul Transparency Hub, dove vengono dettagliate le risposte alle richieste di terze parti.

Nei post di Spataro anche un riferimento all’impiego del protocollo SRTP (Secure Real-time Transport Protocol) per la crittografia dei dati comunicati attraverso Teams archiviati all’interno dei data center di Microsoft così come alla possibilità offerta agli amministratori IT di attivare l’autenticazione a fattori multipli per innalzare il livello di protezione degli account richiedendo una seconda forma di verifica dell’identità.

Fonte: https://www.punto-informatico.it/
Foto: https://www.punto-informatico.it/

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