La sonda spaziale NASA Voyager 1 ricomincia a inviare dati ingegneristici utilizzabili

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La sonda spaziale NASA Voyager 1 ricomincia a inviare dati ingegneristici utilizzabili

Dallo Spazio profondo arrivano buone notizie e riguardano la sonda spaziale NASA Voyager 1. Come sappiamo quest’ultima aveva riscontrato un problema alla fine dello scorso anno e, tra molte difficoltà tecniche legate sia all’hardware obsoleto sia alla distanza di quasi un giorno luce, gli ingegneri sono riusciti finalmente a ricevere dati utilizzabili.

voyager 1 nasa

L’ultimo aggiornamento risaliva a inizio aprile quando il JPL e l’agenzia spaziale statunitense avevano annunciato di aver individuato la probabile causa del problema che aveva reso non utilizzabili i dati inviati dalla sonda spaziale. Si trattava di una parte di memoria (circa il 3%) riguardante il Flight Data System o FDS che era stata danneggiata forse a causa dell’interazione con particelle energetiche o forse per “semplice” obsolescenza del sistema.

Ora, a distanza di qualche settimana, arriva un ulteriore aggiornamento che sembra essere decisamente promettente per ristabilire completamente la funzionalità di NASA Voyager 1. Come spiegato nel comunicato, per la prima volta dal 14 novembre 2023 la sonda sta inviando dati utilizzabili che riguardano la sua salute e lo stato dei sistemi di bordo. Un piccolo ma grande passo in avanti per tornare alla normalità. Successivamente si punterà a tornare a inviare dati scientifici essenziali per la comprensione dello Spazio.

nasa voyager 1 problem

La felicità del team del JPL alla ricezione dei dati utilizzabili

La perdita di un singolo chip della memoria di FDS ha causato grandi problemi in questi mesi non permettendo al software del computer di bordo di funzionare correttamente. Gli ingegneri hanno pensato, per risolvere il problema, di suddividere il codice in più sezioni e di memorizzarle in porzioni della memoria ancora funzionanti. Una delle principali problematiche era riuscire a far funzionare queste parti all’unisono senza peggiorare la situazione.

Il 18 aprile la patch software è stata inviata a NASA Voyager 1 e, considerando che un segnale impiega 22,5 ore per arrivare alla sonda (distante 24 miliardi di chilometri) e lo stesso tempo è necessario per ricevere la risposta, è stata necessaria una buona dose di pazienza. Il 20 aprile è arrivata la conferma che la modifica software è avvenuta con successo così da permettere di ottenere nuovamente dati ingegneristici. Nelle prossime settimane si lavorerà a ulteriori invii di aggiornamenti così da iniziare a ricevere nuovamente dati scientifici e a ripristinare la condizione nominale della sonda spaziale.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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