Il rover NASA Perseverance ha depositato anche il decimo campione sul suolo marziano

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Il rover NASA Perseverance ha depositato anche il decimo campione sul suolo marziano

Si è conclusa da poco la serie di operazioni che ha portato il rover NASA Perseverance a depositare dieci provette contenenti dei campioni di roccia e regolite marziana sul suolo di Marte. Si tratta della strategia di backup per la missione Mars Sample Return che dovrebbe portare i campioni sulla Terra intorno al 2033. Un momento storico perché, se la Cina non arriverà prima, sarà la prima volta che porteremo dei campioni di un altro pianeta sul nostro.

Operazione complicata che avrà bisogno di molti passaggi prima di essere portata a compimento. Per ridurne il costo la NASA ha scelto la cooperazione dell’ESA. Quest’ultima svilupperà il braccio robotico del lander e l’orbiter che raccoglierà la capsula in orbita per riportarla sulla Terra. Qui gli scienziati potranno analizzare con i migliori strumenti a disposizione le caratteristiche dei campioni così da avere informazioni sulla possibile presenza di vita su Marte così come la sua formazione ed evoluzione. La missione Mars 2020 non è comunque finita: rover e drone (NASA Ingenuity) hanno ancora molto da scoprire.

NASA Perseverance deposita anche il decimo campione, ora si guarda avanti

Negli scorsi giorni abbiamo scritto diverse volte delle operazioni compiute dal rover. NASA Perseverance, meno di una settimana fa, aveva realizzato un “selfie” mettendo in mostra le provette sulla superficie, ma solamente fino alla nona. Ora il JPL ha annunciato ufficialmente che il rover ha depositato con successo anche la decima provetta completando così questa sessione.

nasa perseverance

La strategia iniziale prevedeva già in origine di avere due campioni simili per ogni sito di raccolta. Uno serve per la strategia principale (quella dove le provette sono conservate all’interno del rover per depositarle in poi nel lander) mentre l’altro è quello della strategia di backup. Unico cambiamento c’è stato per il primo campione raccolto, diversi mesi fa, che non è andato come previsto raccogliendo invece dell’atmosfera (operazione invece prevista). Questo non è ancora stato replicato.

Il JPL ha scritto “è ufficiale: NASA Perseverance ha rilasciato l’ultima provetta per il deposito di Mars Sample Return! Dieci campioni sono stati depositati sulla superficie marziana e potrebbero essere riportati sulla Terra per analisi approfondite in futuro”. La conferma dell’operazione si è conclusa nella giornata odierna quando erano le 2:00 (in Italia), su Marte era invece il 690° sol.

Sempre stando alle informazioni rilasciate, nella zona di Three Forks ora è anche presente un campione che serve a determinare se ci sono state possibili contaminazioni da parte di materiale o microorganismi terrestri. Questo dovrebbe ridurre la possibilità di avere falsi positivi durante le future analisi. Negli scorsi giorni gli ingegneri hanno anche raccontato perché pensano che la sabbia/polvere marziana non sarà un problema per ritrovare le provette in caso di bisogno (sì, ci hanno pensato).

nasa

La durata delle operazioni di NASA Perseverance è stata dovuta alla necessità di mappare correttamente la zona (scelta appositamente pianeggiante). Non esistendo un sistema di localizzazione globale su Marte ci si affida alle immagini ad alta risoluzione del Mars Reconnaissance Orbiter (con HiRISE) ma anche con le immagini catturate dal suolo dal rover stesso. Ora Perseverance si dirigerà verso l’Hawksbill Gap per risalire il delta.

Ken Farley (scienziato del Caltech) ha dichiarato “abbiamo scoperto che dalla base del delta fino al livello in cui si trova Rocky Top [ndr. limite dove è arrivato il rover], le rocce sembrano essere state depositate in un ambiente lacustre. Quelli appena sopra Rocky Top sembrano essere stati creati all’interno o alla fine di un fiume marziano che scorreva nel lago. Mentre risaliamo il delta in un ambiente fluviale, ci aspettiamo di spostarci su rocce composte da granelli più grandi, dalla sabbia ai grandi massi. Quei materiali probabilmente hanno avuto origine in rocce al di fuori di Jezero, erose e poi trascinate nel cratere”.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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