NASA Perseverance inizia a disporre sul terreno i campioni per la missione Mars Sample Return

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NASA Perseverance inizia a disporre sul terreno i campioni per la missione Mars Sample Return

Abbiamo scritto poco fa del nuovo volo di NASA Ingenuity che ha sicuramente completato il 36° spostamento (e potrebbe anche aver compiuto il 37° negli scorsi giorni). A poche centinaia di metri di distanza è sempre presente il rover marziano NASA Perseverance che sta iniziando la fase di rilascio delle provette contenenti i campioni recuperi finora per poter essere riportati sulla Terra con la missione Mars Sample Return.

L’annuncio di questa fase era stato dato sul finire del mese di ottobre. Si tratta di un momento importante perché non è mai stata provata una soluzione di questo tipo. C’è però da precisare che queste provette sono quelle di backup e quindi potrebbero rimanere sul Pianeta Rosso senza venire effettivamente riportate sulla Terra. Il JPL ha reso noti alcuni dei passi utili per il successo. Ecco quello che sappiamo.

NASA Perseverance e il rilascio delle provette dei campioni di roccia

Ricordiamo che la missione Mars 2020, oltre all’esplorazione diretta di Marte, punta anche a raccogliere campioni di roccia, regolite e atmosfera all’interno di provette da riportare (intorno al 2033) sulla Terra con una missione decisamente ambiziosa. Se la Cina non arriverà prima, NASA ed ESA saranno le prime agenzie spaziali a riportare dei campioni da un altro pianeta (attualmente invece abbiamo campioni da asteroidi e da un satellite, la Luna).

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Secondo quanto riportato, si è cercata una zona pianeggiante e senza rocce che permetta a due elicotteri di classe Ingenuity di volare e raccogliere la provetta con il campione attraverso un piccolo braccio robotico. Questa sarà la strategia di backup in quanto quella primaria prevede che NASA Perseverance si avvicini al lander e che un altro braccio robotico (costruito dall’ESA) prelevi i campioni dalla parte inferiore del rover. Per questo motivo l’agenzia ha raccolto una coppia di campioni e non solamente uno per tipo.

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Sul terreno saranno lasciate dieci provette facendole cadere da circa 88 cm (dalla zona inferiore del rover fino alla superficie). Meenakshi Wadhwa (scienziata dell’Arizona State University) ha dichiarato “non solo abbiamo rocce ignee e sedimentarie che hanno registrato almeno due e forse quattro o anche più tipologie distinte di alterazione acquosa, ma anche regolite, atmosfera e una provetta per capire se ci sono state contaminazioni”.

NASA Perseverance rilascerà i campioni in dieci diverse zone permettendo di avere più possibilità di ritrovarli nel corso del tempo. Le provette dovranno essere posizionate distanziate perché il braccio robotico dei droni può prendere un campione alla volta e quindi non possono essere troppo vicine le une alle altre. La distanza minima tra i vari siti di stoccaggio avrà un diametro di 5,5 metri. La procedura di rilascio durerà complessivamente circa un mese.

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Le tempistiche così “dilatate” sono necessarie perché il rover dovrà anche registrare correttamente la posizione di rilascio (attraverso punti di riferimento non essendoci un GPS su Marte). Questo consentirà di recuperare le provette anche nel caso vengano ricoperte da uno strato di sabbia.

Il JPL ha anche dichiarato che il 6 gennaio 2023 sarà la fine della missione primaria di NASA Perseverance (circa un anno marziano). Dopo la fase di rilascio delle provette, il rover marziano si dirigerà verso la cima del delta del cratere Jezero per iniziare la fase Delta Top Campaign, della durata di circa otto mesi. Si continuerà a studiare quindi la zona dove si dovrebbero trovare sedimenti e rocce interessanti legati alla presenza di un fiume ormai prosciugato.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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