Sony A95K: prime misure sul nuovo pannello QD-OLED. Le altre tecnologie invecchiano di colpo

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Sony A95K: prime misure sul nuovo pannello QD-OLED. Le altre tecnologie invecchiano di colpo

Sono stati i grandi protagonisti del CES 2022 in ambito TV, potrebbero esserlo per tutto l’anno, viste le premesse. Parliamo dei nuovi TV Sony A95K, modello di punta per la gamma 2022, con cui Sony fa debuttare la nuova tecnologia QD-OLED.

Abbiamo avuto l’occasione di vederli da vivo e non solo: in collaborazione con AVMagazine, siamo riusciti a ritagliarci del tempo prima dell’evento di presentazione italiana a Milano, per effettuare alcune veloci misure sui nuovi pannelli, per saggiarne la bontà. Collaboriamo con AVMagazine ormai da tempo e abbiamo un set di strumenti hardware e software intercambiabile, che ci permette di condividere tra di noi tutte le misure, oltre che di effettuarle sul campo in tandem, fatto che ci ha permesso di raccogliere nel giro di meno di un’ora molto materiale interessante sui nuovi pannelli. A questo indirizzo trovate l’approfondimento di Emidio Frattaroli di AVMagazine a partire dalle misure fatte.

Emidio Frattaroli di AVMagazine alle prese con una misura di luminanza con fotometro Minolta LS150 (in questo caso su un pannello Mini-LED tra quelli Sony esposti all’evento)

Facciamo però un passo indietro, per tutti quelli che non sono avvezzi alle varie sigle che popolano il mercato dei televisori. QD-OLED è una tecnologia di nuova generazione che unisce i concetti di Quantum Dot e di pannello OLED. Fino a oggi quando in ambito TV si è parlato di OLED ci si è riferiti alla tecnologia W-OLED brevettata da LG, che prevede uno strato di pixel bianchi a base organica attivi, la cui luce viene filtrata nei subpixel rosso, verde e blu per creare immagini a colori. Un subpixel viene poi lasciato bianco e senza filtri per ottenere la massima luminosità del pannello.

Strutture a confronto: W-OLED a sinistra e nuovi QD-OLED a destra

In questo approccio la luce bianca viene creata sovrapponendo diversi materiali emettitori (blu, verde, verde/giallo e rosso), come potete vedere dallo schema che apre la nostra recensione del TV LG OLED EVO G1, e poi filtrata nei pixel colorati. Lo svantaggio della filtrazione è che molta della luce generata viene ‘sprecata’ e infatti nei colori a piena saturazione i pannelli W-OLED soffrono di scarsa luminanza massima, visto che per ottenerli il pixel bianco non viene utilizzato.

La tecnologia QD-OLED, su cui ha lavorato Samsung Display, adotta invece un approccio diverso. Alla base troviamo pixel autoilluminanti che emettono nella regione del blu. Per il subpixel blu la luce viene sfruttata direttamente, solo con un passaggio attraverso un filtro per rendere lo spettro di emissione più stretto. Nel caso dei subpixel rosso e verde entrano invece in gioco i nanomateriali Quantum Dot, che vengono eccitati dalla luce blu e poi riemettono a lunghezze d’onda maggiori (ossia a frequenze inferiori e a minore energia) con uno spettro centrato nelle rispettive regioni del verde e del rosso. Sebbene comporti comunque una certa dissipazione di energia, questo processo di conversione è molto più efficiente della filtrazione e i pannelli QD-OLED promettono alti valori di luminanza sia sul bianco (che è ottenuto con la somma dei tre colori), sia sui singoli colori puri.

Quando diciamo ‘mettere le mani su’ non scherziamo

Promettono, e da quello che abbiamo potuto constatare sul campo, mantengono. Abbiamo – letteralmente – ‘messo le mani’ su un QD-OLED Sony 65A95K, con spettrometro, colorimetro e suite di misura Calman. Partiamo proprio dallo spettro, che abbiamo messo a confronto con quello di un TV OLED ‘tradizionale’, ad esempio l’A90J a fianco utilizzato per le demo durante l’evento. L’immagine dello spettro parla da sola: picchi di emissione più stretti, meno sovrapposizione nell’emissione dei diversi colori e un rosso con un picco di emissione molto più spostato verso l’infrarosso, a poco più di 640 nanometri.

A confronto W-OLED (in trasparenza) e QD-OLED

Le campane più strette e il raggiungimento di un rosso ‘più profondo’ si traducono nella possibilità di raggiungere saturazioni nei diversi colori davvero spinte. Un dato su tutti: la copertura dello spazio colore BT.2020 arriva al 90%.

Non solo: anche sul fronte della luminosità i nuovi pannelli staccano di netto la concorrenza. Generalmente i produttori rilasciano il dato della luminanza massima con un punto di bianco spostato da quello ideale e ottimizzato per il pannello: quando poi si va a calibrare il pannello il dato reale di luminanza massima cala. Nel caso di questo QD-OLED Sony 65A95K, con una veloce calibrazione base su due punti abbiamo ottenuto valori di luminosità davvero di rilievo: 900 NIT fino al 10% dell’area del quadro, 500 NIT per il 25% e addirittura oltre 200 NIT per l’intera superficie. Considerando che si trattava di apparecchi pre-serie e che siamo al debutto di questa tecnologia, le premesse sono davvero interessanti.

Nel confronto ‘a occhio’ con i pannelli OLED di vecchia generazione, le differenze rilevate a livello strumentale sono subito evidenti e percepibili. Colori più luminosi e ben definiti sono certamente la carta più importante di questi pannelli QD-OLED, che fanno invecchiare di colpo tutte le tecnologie precedenti.

Stiamo lavorando a un approfondimento ulteriore, analizzando il resto delle misure, continuate a leggerci su queste pagine se siete curiosi di scoprire come si è comportato il nuovo QD-OLED Sony 65A95K anche nella scala di grigi e nella riproduzione dei campioni colore di riferimento.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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