Le startup italiane: la tecnologia nel mondo dello sport, del gaming e non solo

Another ICT Guy

Le startup italiane: la tecnologia nel mondo dello sport, del gaming e non solo

Il 2021 si è chiuso in modo trionfale per lo sport italiano: un anno speciale che non dimenticheremo in fretta. E non solo per la vittoria della Nazionale di calcio agli Europei o per le medaglie olimpiche conquistate nella terra del Sol Levante: il tricolore ha sventolato tutto l’anno anche in altre discipline sportive. I successi – per nostra fortuna – non sono limitati ai risultati sul campo o in pista: al CES 2022 diverse startup italiane hanno mostrato i loro prodotti e le loro idee nel settore della tecnologia applicata al mondo dello sport, grazie al supporto e alla supervisione di Innovation Factory, incubatore di Area Science Park, e ITA, la Italian Trade Agency

Footurelab: lo scouting delle squadre di calcio punta al cloud

Tecnologia e sport sono un connubio pressoché inscindibile: nel corso degli anni si sono evoluti sistemi e materiali e anche gli strumenti digitali per la gestione e valutazione degli sportivi. Nella vetrina di Las Vegas il Bel Paese sarà presente con Footure Lab, una startup italiana che mette a disposizione di chi opera nel mondo del calcio una serie di importanti strumenti per analizzare e vivisezionare match e calciatori. L’azienda, infatti, è in grado di “interpretare” i dati raccolti e di aiutare le società di calcio nella cosiddetta fase di scounting, per scovare un giovane talento da ingaggiare e bruciare l’agguerrita concorrenza dei principali top player europei. 

CES2022-Footurelab

Footure Lab offre ai clienti un team di data scouting dedicato all’osservazione dei migliori prospetti Under 18 di tutto il mondo: dal Sud America all’Africa, dagli Stati Uniti e dal Messico all’Europa. Sono oltre 2000 le variabili tecnico-tattiche che vengono prese in considerazione e che permettono agli sportsdata di Footure Lab di esaudire le richieste dei club o dei media.  

RawStone, la gamification viene utilizzata anche per assumere il personale

La startup italiana RawStone utilizza la gamification non solo nella produzione dei classici giochi da tavolo: la usa per trovare nuove connessioni o per rivoluzionare le esperienze nel mondo del retail. L’azienda casertana (fondata nel 2020) progetta ed esporta board game creati in Europa, nel continente nordamericano o in quello australiano: RawStone li distribuisce e li adatta attraverso la propria consociata di Ningbo per tutto il territorio cinesePer farlo, RawStone utilizza una piattaforma software in Saas modulare chiamata Magu adattabile in più contesti (dall’e-commerce fino ai tool per il game design). La gamification di RawStone viene utilizzata anche nella selezione del personale e applicata con successo nel crowdfunding attraverso la piattaforma MoDian.

Well-Fare, la startup che vuole migliorare la qualità della vita

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Well-Fare è una startup molto particolare: al contrario di altre realtà di questo tipo, infatti, è essa stessa un investitore, che ha già finanziato imprese innovative come Coyzy, HQVillage, WeGlad. Oltre a supportare le idee di imprese fondate e gestite da altri, Well-Fare sviluppa soluzioni digitali mirate a migliorare la qualità della vita tramite la tecnologia. Lavora su soluzioni per Smart City mirate a spingere i cittadini ad avere comportamenti virtuosi e solidali, collabora con le aziende che hanno attivato lo smart working per creare alternative agli attuali modelli aziendali, offre soluzioni che trovano applicazione nell’ambito del welfare e dei benefit che le aziende concedono ai dipendenti e realizza strumenti di sicurezza semplici e intuitivi da utilizzare. 

Hooro, l’IoT per la gestione degli inventari

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Hooro è una startup bolognese che sviluppa soluzioni IoT dedicate al mondo del retail e progettate per tenere sotto controllo le merci presenti nei magazzini e nei singoli punti vendita e incrociare questi dati coi comportamenti dei consumatori. La piattaforma di Hooro aiuta i negozianti a ottimizzare la gestione dello stock, a gestire l’inventario, ottimizzare la gestione della forza lavoro e ridurre le problematiche relative alla carenza di prodotti a magazzino. 

Una volta attivato un contratto con un cliente, Hooro parte dall’analisi dei dati storici, per poi selezionare i punti vendita in cui far partire la sperimentazione. In questi negozi verrà quindi implementata la piattaforma e, una vota, attiva, verranno avviati i processi per l’ottimizzazione dell’inventario.  

HRCOFFEE mette al centro delle imprese le persone. Obiettivo? Stimolare la crescita del business

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Il principale punto di forza di ogni azienda è rappresentato dalle persone che ci lavorano e HRCOFFEE vuole aiutare le imprese a sfruttarli al meglio, sfruttando la tecnologia per scovarli, motivarli, farli crescere e diventare ambasciatori. Una piattaforma che aiuta i reparti HR a misurare le performance della forza lavoro, a ottimizzare i flussi di lavoro interni, e comprendere e a valorizzare le loro competenze. Ma anche a supportare la trasformazione digitale del management, che potrà così verificare che tutti i lavoratori siano messi nelle condizioni ideali per dare il meglio, assicurandosi che abbiano a disposizione gli strumenti necessari e garantendo loro un equilibrio ottimale fra lavoro e sfera personale. 

Cubbit, il cloud privato senza canoni di abbonamento

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Ormai è difficile fare a meno del cloud ma appoggiandosi ai classici provider di questi servizi si va incontro a due problemi: i costi ricorrenti per gli abbonamenti e la sicurezza e riservatezza dei dati. Sulla carta la privacy è garantita, nella pratica leggi come il Cloud Act americano fanno venire meno le garanzie di riservatezza. La soluzione proposta da Cubbit è semplice ed essenziale: un piccolo box da collegare al router, il Cubbit Cell, che fornisce un cloud privato, accessibile da tutti i dispositivi (PC, Mac, Android, iOS, Linux), sia tramite app sia tramite browser. Un NAS estremamente facile da usare e configurare? Non proprio, dato che i dati rimangono comunque online e non in casa. 

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L’infrastruttura di Cubbit ruota intorno a tre cardini: l’utente, lo Swarm e il coordinator. L’utente accede a Cubbit direttamente tramite computer o telefono; lo Swarm è invece una rete P2P distribuita di Cubbit Cells in cui vengono archiviati i dati. Il coordinator, infine, è una suite di algoritmi di machine learning che ottimizza la distribuzione del carico utile sulla rete e si occupa della sicurezza e dei metadati. Ha anche il compito di attivare la procedura di ripristino dei file sullo Swarm.

Il risultato? Uno storage cloud sicuro e privato all’interno di un’architettura zero- knowledge, garantendo che nessuno nel sistema, nemmeno il coordinator, possa accedere ai dati degli utenti.

Mylime, la startup che crea gemelli digitali degli beni di lusso fisici

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I gemelli digitali, digital twin, sono molto utilizzati nell’ambito dell’industria, per esempio per creare copie digitali di specifici macchinari e valutarne il corretto funzionamento, così da attivare scenari di manutenzione predittiva e preventiva (e non solo). 
La startup Mylime però ha una visione differente e invece di copie di macchinari, edifici, porti o intere città, ha sviluppato una tecnologia in grado di realizzare gemelli digitali dei beni di lusso fisici. 

Un esempio concreto del suo utilizzo arriva da Valentino Balboni, ex chief test driver di Lamborghini, che la utilizza per certificare lo stato di restorazione delle auto storiche. Quando una vettura viene restaurata nelle sue officine, Balboni condivide con il proprietario tutti i dati relativi a ogni fase del processo, dati che vengono registrati all’interno di una blockchain, così da garantirne l’immutabilità.

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A ogni passaggio vengono inviati i dati al proprietario, che accettandoli confermerà la registrazione del blocco di dati sulla blockchain, creando così una sorta di registro digitale immutabile e certificato sullo stato di restaurazione dell’automobile.   

Alcune startup che fanno parte della missione italiana non erano fisicamente presenti all’Eureka Park. Le difficoltà legate all’emergenza sanitaria non hanno permesso ad alcuni imprenditori di andare a Las Vegas, ma ci è sembrato comunque giusto citare tutte le startup che hanno seguito il percorso di crescita organizzato da Innovation Factory e ITA.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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