La Cina mette in ginocchio le crypto. Stop alla produzione di Bitcoin e al supporto bancario

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La Cina mette in ginocchio le crypto. Stop alla produzione di Bitcoin e al supporto bancario

Non è sicuramente un buon periodo per il mercato delle criptovalute e una delle cause principali è proprio la Cina. Bitcoin, Ethereum e gran parte delle altre altcoin hanno e stanno subendo un brusco calo rispetto ai mesi precedenti, situazione che non sembra essersi ancora stabilizzata. In questi giorni la Cina ha emesso nuove restrizioni contro le criptovalute, ordinando alla banche e ad altre piattaforme di pagamento di interrompere il supporto delle transazioni in criptovaluta.

Zune

“Combattere la speculazione su Bitcoin e altre transazioni in valuta virtuale, proteggere la sicurezza della proprietà delle persone e mantenere la sicurezza e la stabilità finanziaria. […] I dipartimenti competenti della Banca Popolare Cinese hanno sottolineato che le attività di commercio di valuta virtuale interrompono il normale ordine economico e finanziario, alimentano i rischi di trasferimento illegale transfrontaliero di beni, riciclaggio di denaro e altre attività illegali e criminali e violano gravemente le sicurezza della proprietà. Le banche e gli istituti di pagamento devono […] adempiere seriamente ai propri obblighi di identificazione del cliente e non devono fornire l’apertura del conto, la registrazione e attività correlate a prodotti o servizi quali negoziazione, compensazione e regolamento”, si legge nel comunicato della Banca Popolare Cinese.

Prima ancora, la Cina ha ordinato di chiudere le operazioni di mining di Bitcoin nella provincia dello Sichuan, secondo “polo estrattivo” nel Paese grazie all’ampia disponibilità di energia idroelettrica per alimentare i centri di mining. Il blocco è stato poi protratto nella Mongolia interna, nella provincia del Qinghai, Xinjiang e Yunnan. Il mercato delle criptovalute, già in un periodo non roseo, ha inevitabilmente accusato il colpo.

Subito dopo la notizia, Bitcoin ed Ethereum hanno perso in un giorno il 10% circa. Rispetto al massimo storico, raggiunto ad aprile, Bitcoin è scesa del 50% circa passando da un valore di 62 mila dollari ad un prezzo attuale di 32 mila dollari.

Stesso processo ha colpito anche Ethereum, seconda moneta digitale più potente sul mercato. Ethereum ha perso il 25% del suo valore in una sola settimana, mentre alla crypto nata per gioco Dogecoin non è andata meglio, dato che viene venduta ad un prezzo attuale di 0,20 dollari, segnando un calo del – 43% in una sola settimana.

Per intenderci, secondo l’università di Cambridge, la Cina lo scorso anno ha rappresentato il 65% dell’estrazione mondiale di Bitcoin. Il blocco del Governo ha ridotto la produzione di Bitcoin del 90% nel Paese (un terzo di quella mondiale), ordinanza che ha inevitabilmente messo al muro gli investitori di criptovalute, in un mercato che, per il momento, non sembra ancora dare segni di ripresa. Inoltre sembrerebbe che i ‘minatori’ cinesi stiano vendendo le loro attrezzature all’estero a prezzi stracciati.

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Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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