Non solo realtà aumentata, ma “augmented people”: l’indagine di Kaspersky tra aspettative e timori

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Non solo realtà aumentata, ma “augmented people”: l’indagine di Kaspersky tra aspettative e timori

Quando si parla di realtà aumentata l’associazione rapida, in questa fase storica e di mercato tecnologico, è quella con i visori tipo Hololens o con le capacità degli smartphone di oggi di sovrapporre uno strato di oggetti virtuali quando si inquadra una porzione di realtà. In maniera più precisa e formale, però, la realtà aumentata è l’espansione delle capacità e percezioni sensoriali con informazioni aggiuntive, in genere mediate da uno strumento tecnologico/elettronico, che non sarebbero altrimenti percepibili con i normali cinque sensi.

Il progresso tecnologico che ha portato miniaturizzazione in primis, ma anche connettività, tecnologie quali la geolocalizzazione, e migliori mezzi di visualizzazione ha permesso di concretizzare tutto ciò, con molte realtà che hanno già realizzato o stanno realizzando soluzioni capaci di offrire a tutti questo genere di esperienze.

Ma se oggi pensiamo agli “occhialini”, la realtà aumentata di domani andrà ancor più in profondità. Protesi, chip sotto pelle, lenti a contatto “smart” sono alcuni esempi di ciò che ci aspetta, senza dimenticare ambiti ancor più visionari come ad esempio ciò che Elon Musk sta portando avanti con il progetto Neuralink.

Insomma, un futuro dove più che di “augmented reality” è forse il caso di parlare di “augmented people” e di “human augmentation”, come la società di sicurezza Kaspersky fa in un’indagine condotta in Europa per fotografare le aspettative, i timori, le speranze e i dubbi che le persone hanno nei confronti del “potenziamento” umano. E lo studio ha messo in luce aspetti molto importanti, ad esempio come una mancata comprensione dell’argomento potrebbe essere di ostacolo a sviluppi potenzialmente entusiasmanti.

L’indagine di Kaspersky è basata su un campione di 6500 persone adulte in sette nazioni europee (Austria, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Regno Unito e Spagna) e rileva come quasi la metà, il 46,5%, crede che gli individui dovrebbero avere la libertà di decidere di migliorare il proprio corpo con le tecnologie di potenziamento umano.

Come detto, però, non mancano dubbi e timori. Ad esempio si evidenzia che una parte del campione, pur contenuta e pari al 12%, sarebbe contraria a lavorare con un individuo “potenziato” poiché questi potrebbe godere di un vantaggio asimmetrico. Il 39% del campione teme invece che il potenziamento tecnologico umano possa condurre ad un nuovo tipo di diseguaglianze sociali, tali da formare la scintilla per nuovi conflitti. In generale però il 49% del campione si è detto “entusiasta” o “ottimista” guardando ad una società futura che comprenda anche individui potenziati.

Ovviamente il potenziamento o “aumento” umano si può presentare in forme diverse e sostanzialmente rientrare in due macro-categorie: chi ne ha bisogno, per motivi di salute, oppure chi per scelta decide di “aumentare” le proprie capacità, magari anche solo semplicemente con un chip RFID sottocutaneo.

Nel momento in cui un membro della famiglia scegliesse di affidarsi ad una tecnologia di potenziamento per motivi di salute, gli intervistati si sono detti più a loro agio nel caso in cui si trattasse di un arto bionico come un braccio (38%) o una gamba (37%) con i britannici tendenzialmente più favorevoli.

Se invece si dovesse trattare di un aumento volontario, sono i portoghesi (56%) e gli spagnoli (51%) a sostenere che le persone dovrebbero avere la libertà di fare ciò che vogliono con il proprio corpo, mentre la percentuale di consenso si abbassa per i britannici (36%). In generale il 29,5% del campione darebbe sostegno ad un membro della famiglia che ha deciso di aumentare se stesso, indipendentemente dal tipo di scelta: dal campione emerge come i portoghesi appaiano più inclini a questa prospettiva (46% del campione) mentre i francesi emergono come più “conservatori” (19% del campione).

E dal punto di vista delle relazioni interpersonali? Più della metà del campione, il 51%, ha affermato di aver già incontrato qualcuno con una forma di “potenziamento”. E il 45% non avrebbe alcun problema a frequentare una persona “aumentata”, mentre il 5,5% afferma di averlo già fatto. In generale più di un terzo afferma di aver “sempre accettato” gli individui aumentati e il 17% afferma di accettarli maggiormente ora rispetto a 10 anni fa. Il 50% degli uomini del campione si dice “entusiasta” od “ottimista” per il futuro di una società composta anche da individui aumentati, rispetto al 40% delle donne.

Pensando invece a se stessi, il 16,5% del campione vede come “strana” la scelta di affidarsi al “potenziamento”, mentre il 24% lo definisce “coraggioso”. Il 27% ritiene inoltre che gli individui aumentati dovrebbero avere una rappresentanza speciale a livello governativo, mentre il 41% si oppone a questa idea.

Marco Preuss, Direttore del Global Research & Analysis Team Europe per Kaspersky, ha commentato: “Anche se troviamo ampio sostegno e interesse per il potenziamento umano in tutta Europa, ci sono comprensibili preoccupazioni circa le implicazioni del potenziamento umano per la società. I governi, i leader del settore e le persone potenziate devono unirsi per contribuire a plasmare insieme il futuro dell’aumento delle risorse umane, in modo da poter garantire che questo entusiasmante settore si sviluppi in modo regolamentato e sicuro per tutti “.

Il tema è stato dibattuto lo scorso 17 marzo in occasione dell’evento Kaspersky Next, e di cui potete vedere la registrazione nel video poco sopra, e al quale hanno partecipato anche alcune personalità che sono in qualche modo toccate direttamente dall’ambito del potenziamento umano tra cui Tilly Lockey, modella bionica, speaker e presentatrice, Dr. Bertolt Meyer, professore di Work and Economic Psychology presso la Chemnitz University of Technology in Germania, Viktoria Modesta, artista pop bionica, direttore creativo e futurista, Hannes Sjöblad, consulente di biohacking, David Jacoby, Security Evangelist eSenior Security Researcher per Kaspersky e Marco Preuss.

La parola, ora, a voi lettori: che posizione avete sul “potenziamento” dell’essere umano? Lo guardate con entusiasmo o con scetticismo? Vi dovrebbero essere dei limiti? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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