Tesla rimborsa 8.000 sterline al proprietario di una Model 3 a causa dell’FSD

Il software di guida autonoma di Tesla, l’FSD (Full Self Driving) continua a fare parlare di sé, ma non bene; dopo le indagini (alcune ancora in corso) portate avanti dalla NHTSA ( National Highway Traffic Safety Administration), l’organo statunitense di controllo e verifica della sicurezza delle auto circolanti su suolo americano e della causa intentata dagli eredi di Micah Lee, nel Regno Unito il proprietario di una Model 3 ha chiesto (e ottenuto) da Tesla il rimborso totale del costo del sistema di guida autonoma.
Sotto accusa la “presunta incapacità di soddisfare le richieste di guida autonoma completa”: la casa americana aha deciso di risolvere la disputa in via extragiudiziale, ovvero con un accordo fra le parti senza il ricorso all’iter giudiziario.
Ed Butler, il proprietario di una vettura di Tesla, che ha condiviso la storia sul forum del Tesla Motor Club (tramite Drive Tesla Canada), aveva chiesto alla società texana un rimborso pari a 5.800 sterline, ovvero il costo della funzione FSD, più interessi.
L’uomo ha spiegato di aver acquistato l’auto nel 2019 con il sistema di guida autonoma, dopo essere rimasto entusiasta bel vedere un video (del 2016) in cui una Model X guidava verso il quartier generale dell’azienda e parcheggiava senza l’intervento umano.
Tesla aveva inoltre dichiarato che “La funzionalità delle strade cittadine sarebbe stata pronta entro il fine del 2019”, una promessa non mantenuta, che ha accresciuto la frustrazione di Butler, che pur non essendo un avvocato, ha consultato la legislazione britannica riguardante i diritti del consumatore (ovvero il Consumer Rights Act del 2015 del Regno Unito, sezione 11) e ha fatto valere le sue richieste.
“La mia opinione era che Tesla non avesse rispettato il contratto con il modo in cui descrivevano l’FSD in quel momento”, ha spiegato il proprietario nel post sul forum. “Chiaramente, la storia mostra che erano lontani chilometri dal mantenere la loro richiesta”.
Il documento che Butler ha consultato, nella sezione 11, cita:
“Ogni contratto per la fornitura di beni secondo la descrizione deve essere considerato come comprensivo di una clausola secondo cui i beni corrisponderanno alla descrizione”.
Partendo da questa definizione, il proprietario ha recuperato la descrizione dell’FSD presente sul sito web di Tesla quando decise di ordinare la sua Model 3:
“In arrivo entro la fine dell’anno [ndr, il 2019]: Riconoscere e rispondere ai semafori e ai segnali di stop. Guida automatica sulle strade cittadine.”
Dal momento che gli ordini per una vettura Tesla vanno inseriti direttamente sul sito, secondo la normativa vigente in UK, “qualsiasi descrizione utilizzata dalla società faceva parte del contratto”. Tesla non ha mantenuto le capacità FSD promesse entro la fine del 2019, e quindi ha violato il suo stesso contratto.
Poco prima che il caso andasse in tribunale e si tenesse la prima udienza, l’uomo è stato contattato da Tesla, che ha proposto un accordo extra-giudiziale che consisteva nel rimborso di poco più di 8.000 sterline e la rimozione dell’FSD dalla Model 3.
Butler ha rifiutato di firmare un accordo di non divulgazione (che gli avrebbe fatto ottenere più soldi da Tesla) perché vuole che il suo caso diventi di dominio pubblico e possa essere usato in future controversie della stessa natura.
Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/