Blue Origin mostra un mock-up del lander lunare Blue Moon MK1 per Artemis V

Blue Origin, società di Jeff Bezos, deve ancora lanciare il suo primo carico utile in orbita grazie al razzo spaziale pesante New Glenn, con il primo lancio previsto per il 2024. Attualmente la società ha mostrato pubblicamente pochi dettagli di questo vettore mentre ha proseguito con le missioni suborbitali sfruttando il razzo e capsula New Shepard (anche se un problema alla fine dello scorso anno ne ha bloccato i lanci). La società si è però impegnata anche per le missioni lunari con un proprio lander.
Dopo essersi lasciata alle spalle la diatriba legale con SpaceX (vinta da quest’ultima) per il lander lander lunare della missione Artemis III, che riporterà l’essere umano sulla superficie del satellite, e per la successiva Artemis IV, Blue Origin è riuscita ad aggiudicarsi il contratto per la missione Artemis V dove il lander lunare Blue Moon dovrebbe essere impiegato per l’esplorazione spaziale dimostrando le capacità di Blue Origin di creare un dispositivo utilizzabile e concorrenziale.
Blue Origin mostra un prototipo del lander Blue Moon MK1
Rispetto ai primi mock-up, il design di Blue Moon è cambiato pur rimanendo di dimensioni più compatte rispetto a Starship di SpaceX. Secondo quanto riportato ufficialmente dalla società il dimostratore MK1 (Mark 1) ha un’altezza tale da poter essere alloggiato all’interno dei fairing da 7 metri di New Glenn così da sfruttare un singolo lancio per portare sulla superficie lunare fino a tre tonnellate di carico utile (a titolo di confronto Starship ne può portare circa cento tonnellate ma avrà bisogno di rifornimento orbitale).
Sempre stando alle intenzioni di Blue Origin, la missione MK1-SN001 sarà una missione dimostrativa mentre con MK1-SN002 e successive si inizierà a portare astronauti e carico utile sulla superficie lunare. In particolare la prima missione dovrà dimostrare che il propulsore BE-7, la gestione dei propellenti criogenici per la propulsione, l’avionica, le comunicazioni e la capacità di atterrare con una precisione entro 100 metri saranno fattibili con Blue Moon.
In particolare la società punta a poter sfruttare (non inizialmente) l’acqua presente sulla Luna per generare idrogeno e ossigeno per alimentare i suoi propulsori. Questo consentirà lo sfruttamento delle riserve in situ per ridurre la complessità delle operazioni sul nostro satellite naturale. Proprio dei prototipi del lander lunare Blue Moon saranno lanciati con le prime missioni di New Glenn così da ridurre i rischi per altri carichi utili e al tempo stesso ottimizzare le tempistiche di sviluppo. Chiaramente oltre alle parole a un mock-up bisognerà vedere se tutte le tempistiche e le caratteristiche annunciate saranno rispettate. Se il progetto potrà essere effettivamente un successo lo potremo scoprire già nei prossimi mesi con i primi (possibili) lanci del nuovo razzo spaziale.
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