NASA: nessuna conferma di alieni per i fenomeni anomali non identificati (UAP)

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NASA: nessuna conferma di alieni per i fenomeni anomali non identificati (UAP)

In questi giorni l’attenzione sulla tematica degli alieni e più in generale sulla vita dell’Universo è torna alla ribalta sia per la presentazione di presunti resti di esseri extraterrestri durante una conferenza tenutasi al congresso messicano sia per la pubblicazione di un nuovo rapporto da parte della NASA. Se il caso più sensazionalistico è quello legato all’ufologo Jaime Maussan (che ha una cattiva reputazione, considerati i precedenti), il rapporto dell’agenzia spaziale statunitense legato ai fenomeni anomali non identificati, o UAP, è meno “esaltante” ma molto più concreto.

Gli UAP è un “nuovo” acronimo coniato per sostituire quello di UFO (più conosciuto) ed essere maggiormente comprensivo rispetto a fenomeni di varia natura che hanno origine ignota o che sarà chiarita solamente in futuro. Inizialmente la sigla era invece associata a Unidentified Aerial Phenomena con una modifica successiva per quanto riguarda le parole utilizzate. Il lavoro della NASA è iniziato diversi mesi fa e in passato era già stata tenuta una conferenza stampa sulla tematica. In queste ore è stato pubblicato un nuovo rapporto per capire cosa è stato appurato finora.

La NASA e i fenomeni anomali non identificati (UAP)

Nel rapporto indipendente della NASA la commissione (della quale fa parte anche una ricercatrice italiana) non ha fatto rivelazioni eclatanti e non c’è, attualmente, alcuna prova verificata e certa di contatti con alieni. Questo non significa che non ci siano casi insoliti e particolari e che “l’ipotesi aliena” sia effettivamente stata scartata del tutto, anzi. Servono però prove solide prima di fare affermazioni di questo genere.

nasa uap

Bill Nelson (amministratore della NASA) ha dichiarato che “alla NASA, è nel nostro DNA esplorare e chiederci perché le cose sono come sono. Voglio ringraziare la squadra di ricerca indipendente per aver fornito informazioni su come la NASA potrà studiare e analizzare meglio gli UAP in futuro. Il nuovo Direttore della ricerca UAP della NASA svilupperà e supervisionerà l’implementazione della visione scientifica della NASA per la ricerca UAP, compreso l’utilizzo dell’esperienza della NASA per lavorare con altre agenzie per analizzare l’UAP e applicare l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico per cercare anomalie nei cieli. La NASA svolgerà questo lavoro in modo trasparente a beneficio dell’umanità”.

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Come già dichiarato in passato, per comprendere al meglio i fenomeni anomali non identificati (UAP) che possono avere diverse origini e cause, servono prima di tutto più dati. Per questo la NASA cercherà di facilitare la comunicazione di avvistamenti da parte di semplici cittadini così come di piloti commerciali. Questo permetterà di avere un database più ampio che potrebbe consentire di identificare quei fenomeni già noti in altre forme e contestualizzarli.

Uno dei limiti del gruppo di studio indipendente sugli UAP è che sono impiegati dati non classificati. Questo ovviamente non consente di sapere se lo stesso governo statunitense con programmi segreti possa essere all’origine di alcuni avvistamenti. L’agenzia sottolinea che “esiste un numero limitato di osservazioni di alta qualità di UAP, che rendono attualmente impossibile trarre conclusioni scientifiche definitive sulla loro natura”. Questo non significa che siano necessariamente di origine aliena, ma che le conosce e i dati a disposizione non li hanno resi spiegabili.

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All’interno del rapporto viene spiegato, per esempio, che i satelliti pur non potendo fornire immagini dettagliate degli UAP (in quanto troppo piccoli), possono invece aiutare a capire il contesto nel quale si è verificato il fenomeno, aiutando nella sua comprensione. Anche radar meteorologici possono dare indicazioni in tal senso.

L’utilizzo di nuovi sensori commerciali (escludendo così quelli militari, coperti da segreto) di vario genere potrebbe aiutare a raccogliere dati sui fenomeni anomali non identificati. Proprio i sensori possono essere anche la causa di “falsi positivi” con artefatti e problematiche di compressione video che modificano le forme degli oggetti ripresi. Per questo la NASA cercherà capire come poter avere sensori calibrati correttamente per migliorare le rilevazioni. Siamo solo all’inizio di una ricerca estesa sugli UAP e molto potrà essere scoperto nel corso del tempo.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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