Google Bard usa dati di ChatGPT senza autorizzazione: si dimette ricercatore di Mountain View

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Google Bard usa dati di ChatGPT senza autorizzazione: si dimette ricercatore di Mountain View

Un ricercatore che si occupa di intelligenza artificiale in Google si sarebbe dimesso dall’azienda di Mountain View dopo essere venuto a conoscenza che il nuovo modello linguistico alimentato da IA Bard usa senza autorizzazione dati provenienti da ChatGPT. Lo riporta The Information, che aggiunge che il ricercatore coinvolto nella storia si chiama Jacob Devlin e lo definisce con il termine “eminente”, sottolineando quindi una posizione di rilievo all’interno del team di Google che si occupa di intelligenza artificiale.

Dopo le sue dimissioni, Devlin è passato proprio a OpenAI, l’azienda che si occupa di ChatGPT. Secondo Deviln, Google, con il suo chatbot, faceva “pesante” affidamento sulle informazioni di ShareGPT, un’estensione di Chrome pensata per condividere le chat degli utenti di ChatGPT attraverso link permanenti. Google, quindi, se queste accuse fossero veritiere, avrebbe usato questo strumento di sua competenza per fare il training di Bard, di riflesso sfruttando i dati provenienti da ChatGPT.

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Tutto questo potrebbe avere implicazioni legali, anche perché Microsoft dispone di una licenza esclusiva per l’utilizzo di ChatGPT per scopi commerciali. Devlin, infatti, temeva che Google stesse violando i termini di servizio di OpenAI con questo tipo di utilizzo, il che scatenerebbe un “polverone”.

Google ha risposto pubblicamente a questa storia, negando categoricamente qualsiasi tipo di collegamento tra Bard e ChatGPT. Resta il fatto che il colosso di Mountain View è molto indietro sul piano dell’intelligenza artificiale, e che è stato rapidamente superato da Microsoft che, grazie alla partnership con OpenAI, è stata la prima ad integrare funzionalità di IA all’interno del suo motore di ricerca Bing. Google ha risposto riorganizzando i suoi team di sviluppo interni per dare priorità a Bard, con cambiamenti importanti già nel mese di dicembre, ma fino a oggi i risultati ottenuti non sembrano quelli sperati.

Tutti i protagonisti del mondo della tecnologia hanno fiutato l’affare, innanzitutto dal punto di vista economico oltre che sul piano del progresso tecnologico. L’intelligenza artificiale sembra poter rappresentare un settore estremamente remunerativo nei prossimi anni, anche se non sono poche le preoccupazioni in termini di perdita di posti di lavoro e sul piano della disinformazione che questi strumenti potrebbero alimentare. L’IA potrebbe portare alla perdita di 300 milioni di posti di lavoro secondo un’analisi di Goldman Sachs, mentre Elon Musk ha persino chiesto una pausa alla ricerca sulle IA in modo che le autorità di regolamentazione governative possano mettersi al passo. Microsoft ha risposto a tutti questi tipi di problemi licenziando il suo team di etica dell’IA, cosa per cui è stata pesantemente criticata.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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