Il telescopio spaziale James Webb rileva la temperatura dell’esopianeta TRAPPIST-1 b

Another ICT Guy

Il telescopio spaziale James Webb rileva la temperatura dell’esopianeta TRAPPIST-1 b

Recentemente abbiamo scritto dell’esopianeta VHS 1256 b che è stato osservato dal telescopio spaziale James Webb per definirne parte delle caratteristiche (comprese delle tempeste di sabbia nella sua atmosfera). Questo però non è l’unico pianeta all’esterno del Sistema Solare che il JWST ha avuto modo di esaminare e le cui scoperte sono state annunciate in questi giorni.

jwst

La novità riguarda l’esopianeta TRAPPIST-1 b che si trova a 40 anni luce dalla Terra nella costellazione dell’Acquario e che orbita attorno a una nana rossa di tipo M (molto più fredda del Sole, con una temperatura superficiale di 2200°C). Le potenzialità del nuovo strumento scientifico sono in grado di rilevare dati che fino a questo momento non erano disponibili. In particolare il JWST è riuscito a rilevare la temperatura del lato illuminato dalla stella. Informazione importante per definirne anche le caratteristiche dell’atmosfera e della superficie. Questo è quello che sappiamo.

Il telescopio spaziale James Webb e l’esopianeta TRAPPIST-1 b

Secondo quanto riportato da NASA, ESA e CSA, grazie al JWST si è potuto misurare l’emissione termica dell’esopianeta attraverso la rilevazione degli infrarossi. In particolare è stato impiegato lo strumento Mid-Infrared Instrument (MIRI) che ha consentito di sapere che il lato illuminato dalla stella ha una temperatura di 230°C. Questo ha fatto ipotizzare che ci sia un’atmosfera molto tenue o che non ci sia alcuna atmosfera intorno al pianeta.

Si tratta della prima volta che gli scienziati riescono a rilevare la temperatura di un corpo roccioso così piccolo e relativamente freddo al di fuori del Sistema Solare. Thomas Greene (astrofisico della NASA) ha dichiarato “queste osservazioni sfruttano davvero la capacità nel medio infrarosso di Webb. Nessun telescopio precedente ha avuto la sensibilità per misurare una luce così fioca nel medio infrarosso”.

jwst

Interessante notare che TRAPPIST-1 b ha un’orbita molto più vicina di quella dei pianeti del Sistema Solare (0,011 AU) con una rotazione che ha una durata di 1,51 giorni terrestri. In particolare la distanza è circa un centesimo di quella della Terra rispetto al Sole, ma grazie alle caratteristiche della nana rossa riceve circa quattro volte la quantità di energia. Un’orbita così interna non è tra quelle che gli scienziati pensano possa sostenere la vita ma si tratta comunque di dati utili per continuare a esplorare la grande varietà di esopianeti presenti nell’Universo.

Lo stesso Greene ricorda che le nane rosse sono molto diffuse nella nostra galassia (dieci volte di più rispetto a stelle come il Sole) e la probabilità che attorno a essere orbitino pianeti rocciosi è elevata. La problematica legata allo sviluppo della vita riguarda in particolare le fasi iniziali della loro vita dove l’emissione di raggi X è elevata tanto da distruggere atmosfere primordiali.

jwst

Il pianeta TRAPPIST-1 b era stato già osservato dal telescopio spaziale Hubble, ma è stato il telescopio spaziale James Webb a dare informazioni essenziali. In particolare sapevamo che l’esopianeta è bloccato marealmente rispetto alla stella.

Per la misurazione della temperatura è stata impiegata la tecnica della fotometria dell’eclissi secondaria (con l’eclissi che è avvenuta effettivamente entro un paio di minuti rispetto a quanto stimato). Si procede alla misurazione dell’emissione infrarossa della stella da sola e poi dell’emissione della stella e del pianeta insieme. Sottraendo le due emissioni si può ottenere quella del pianeta singolarmente. I dati hanno permesso di ipotizzare un pianeta particolarmente scuro, con roccia nuda e senza atmosfera per far circolare il calore dal lato caldo a quello freddo. Non è stata neanche rilevata la presenza di anidride carbonica. In futuro nuove osservazioni durante le eclissi permetteranno di aggiungere nuovi dati con il cambiamento di emissione durante l’intera orbita. Questo dovrebbe permettere di confermare o meno che non sia presente un’atmosfera.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *