Keanu Reeves contro tecnologie IA e Deepfake: nel suo contratto una clausola apposita

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Keanu Reeves contro tecnologie IA e Deepfake: nel suo contratto una clausola apposita

L’attore Keanu Reeves ha rivelato di aver inserito ormai da diversi anni una clausola nei suoi contratti che impedisce che la sua recitazione venga manipolata digitalmente senza il suo esplicito permesso. In un’intervista a Wired, l’attore ha raccontato che in passato una sua interpretazione è stata trasformata con l’ausilio degli effetti digitali, inserendo una lacrima sul suo viso. Il che lo ha non poco infastidito.

“I Deepfake sono spaventosi, perché inseriscono dettagli che non ti appartengono. Sarà interessante vedere come gli esseri umani gestiranno queste tecnologie” ha detto Reeves, il quale è poco incline anche ad accettare le recenti tecnologie che portano alla generazione di opere d’arte con l’intelligenza artificiale. “Ascoltiamo già musica creata dall’intelligenza artificiale, nello stile dei Nirvana ad esempio, e c’è l’arte digitale NFT. Probabilmente c’è troppa fascinazione su cosa possono fare queste macchine” sono state le sue parole.

Reeves non è il primo attore a criticare pubblicamente la tecnologia Deepfake. A gennaio, Robert Pattinson ha denunciato il “terrificante” Deepfake di sé stesso sui social media, che adesso ha oltre un milione di follower su TikTok. Secondo le dichiarazioni dell’attore, queste ricostruzioni sono talmente realistiche da poter mettere addirittura a rischio la sua carriera.

Tuttavia, l’industria dell’intrattenimento si sta rivolgendo sempre più ai software di intelligenza artificiale. I recenti film Marvel e Star Wars, ad esempio, usano tecnologie del genere per ringiovanire gli attori e rispondere alle nuove esigenze narrative. Molto eclatante anche il caso del thriller d’azione Fall. Quando è stato richiesto ai produttori di rimuovere certe espressioni volgari pronunciate dagli attori, si è provveduto al Deepfake invece di rigirare le scene, perché molto meno costoso. Il lavoro è stato eseguito da Flawless, una startup con sede a Londra che lavora con le moderne tecnologie di intelligenza artificiale.

In modo che il film potesse essere approvato con una classificazione PG-13 meno restrittiva, l’agenzia di produzione Lionsgate ha deciso di rimuovere circa 30 parolacce in tutto il film in post-produzione piuttosto che realizzando nuove riprese. Il film aveva un budget complessivo di circa 3 milioni di dollari, troppo basso per poter rigirare le scene. Fortunatamente, è giunto in soccorso di Lionsgate il sistema TrueSync AI dell’azienda londinese, il quale è in grado di mappare e modificare i volti degli attori sia per cambiare ciò che viene detto sia per alterare la bocca in modo da seguire il nuovo parlato.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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