Nel 2022 rallenta ‘.it’, solo +0,50% domini italiani

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Nel 2022 rallenta ‘.it’, solo +0,50% domini italiani

(ANSA) – FIRENZE, 31 GEN – Nel corso del 2022 sono stati
registrati 475.768 nuovi domini .it, per un totale di 3.467.693
domini nostrani attualmente in Rete: lo 0,50% in più rispetto al
2021. “Un risultato inevitabilmente diverso da quell’effetto
pandemia che aveva fatto segnare +2,24% e addirittura +4,20%
rispettivamente nel 2021 e nel 2020”. Lo rendo noto Registro
.it, organo dell’Iit- Cnr e anagrafe dei domini a targa
italiana, che rileva “un anno di stasi fisiologica per il web
italiano,- rappresentato anche dal dato sulle nuove
registrazioni, in calo del 13% rispetto al 2021, ma anche un
grande potenziale di crescita e di sviluppo per il futuro”.
    “Il 2020 dei lockdown – spiega Marco Conti, responsabile del
Registro .it e direttore dell’Iit-Cnr – era stato l’anno
dell’approdo alla Rete per coloro che si affidavano al web per
salvare la propria attività o per avviarne una nuova; il 2021
era stato l’anno resiliente”: “Dopo il boom degli ultimi due
anni, il 2022 non poteva che essere un anno di stasi
fisiologica”. Si può ipotizzare che il dato di quest’anno sia
stato influenzato anche dalle conseguenze economiche degli
ultimi avvenimenti internazionali, tra emergenza sanitaria
ancora in corso, crisi geopolitiche e ricadute su consumi.
    A conferma c’è anche il calo generale nelle categorie che il
Registro .it monitora mensilmente: tra gennaio e ottobre scorsi
diminuiscono le registrazioni attribuite a persone fisiche, imprese, enti pubblici e al no profit (-14,5%). In positivo i
liberi professionisti (+3,1%) mentre gli inediti outsider sono
le registrazioni appartenenti alla categoria ‘stranieri’, ovvero
i nuovi domini .it registrati da cittadini e organizzazioni di
altri Paesi dell’Ue oppure da aziende con almeno una sede
nell’Ue: fanno il + 66,7%. Ancora tra gli italiani che hanno
registrato un dominio .it meno di un quarto è donna e la maggior
parte ha tra i 42 ai 49 anni. Sud e isole continuano a essere il ‘fanalino di coda’ dell’Italia digitale. (ANSA).
   

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