Stanzione (Privacy), il Metaverso sia ‘antropocentrico’

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Stanzione (Privacy), il Metaverso sia ‘antropocentrico’

Il dovere di promuovere “un’innovazione sostenibile e non democraticamente regressiva”, affinché il Metaverso, “guidato in direzione antropocentrica” possa rappresentare “quell’eterotopia capace, come la nave in Foucault, di dischiudere orizzonti di senso”: lo ha detto questa mattina il Garante della Privacy Pasquale Stanzione aprendo il convegno “Il Metaverso tra utopie e distopie: orizzonti e sfide della protezione dei dati”, organizzato a Roma in occasione della 17/a Giornata europea della protezione dei dati personali.

“La personalizzazione dei contenuti propria del Metaverso lascerà emergere, verosimilmente, nuove istanze di tutela, a fronte di nuove vulnerabilità e persino nuove soggettività, come quella del gemello digitale in cui si proietterà il nostro io”, ha sottolineato il Garante. Più nello specifico, ha aggiunto Stanzione, “la trasversalità e molteplicità delle esperienze suscettibili di realizzazione e il volume delle informazioni che potranno generarsi nel Metaverso determineranno una raccolta di dati personali non comparabile con quella del web, per quantità ma anche per qualità. Vi saranno, infatti, compresi anche dati biometrici veicolati, tra gli altri, da dispositivi indossabili, di cui va impedito ogni utilizzo abusivo. La rilevanza qualitativa e quantitativa dei flussi di dati indurrà a ripensare by design il sistema di raccolta del consenso e le garanzie di trasparenza negli obblighi informativi”.

Attenzione anche nei confronti dei minori: per proteggerli “da esperienze pregiudizievoli, sarà determinante la garanzia dell’age verification”. “Il rischio è che la libertà di dare forma al proprio mondo, promessa dal Metaverso, sia solo apparente e nasconda, invece, un’eterodirezione delle scelte indotta dal microtargeting”, ha concluso. “In assenza di correttivi adeguati, la capacità di orientamento propria della selezione dei contenuti proposta dagli algoritmi rischia infatti di divenire, in un’esperienza virtuale così pervasiva, una vera e propria egemonia culturale”.

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