Oxford Ionics punta sugli ioni per i suoi computer quantistici

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Oxford Ionics punta sugli ioni per i suoi computer quantistici

Si chiama Oxford Ionics ed è una startup britannica fondata nel 2019. L’azienda ha annunciato di aver raccolto 30 milioni di sterline (circa 34 milioni di euro) per progettare e produrre computer quantistici che sfruttano, come lascia intendere il nome, le trappole ioniche. L’obiettivo è di produrre dispositivi con centinaia di qubit entro i prossimi cinque anni.

30 mil-ioni di sterline per Oxford Ionics

L’uso delle trappole ioniche per realizzare computer quantistici non è una novità assoluta. Ci sono infatti già altre aziende sul mercato, come Quantinuum e IonQ, che sfruttano proprio tali dispositivi per creare i propri computer quantistici. La novità che Oxford Ionics mette sul tavolo è rappresentata dal modo in cui gli ioni, che in questo caso corrispondono ai qubit, vengono controllati.

Sia Quantinuum sia IonQ usano, infatti, dei laser per controllare i qubit. Oxford Ionics, invece, ha sviluppato un metodo chiamato Electronic Qubit Control (EQC in breve) che sfrutta microonde e fotonica. Tale approccio consentirebbe di ridurre ulteriormente gli errori, nonché di creare processori con più qubit e, dunque, con maggiore potenza di calcolo.

Un ulteriore aspetto interessante della tecnologia di Oxford Ionics è che sfrutta i processi produttivi del silicio già in uso per i chip classici, come quelli del dispositivo che state usando per leggere questa notizia. Il vantaggio di tale approccio è che i metodi di produzione, con i loro pro e contro, sono già ben noti e non richiedono investimenti significativi per lavorare con nuovi materiali. Oxford Ionics ha siglato un accordo con Infineon per produrre i propri processori quantistici e intende arrivare a dispositivi con centinaia di qubit entro i prossimi cinque anni.

Si tratta di un obiettivo estremamente ambizioso, considerati gli investimenti miliardari che IBM ha fatto per arrivare a Osprey, il primo processore quantistico con 433 qubit. Tuttavia, Oxford Ionics ha già stabilito diversi record, tra cui il più lungo tempo di coerenza tra qubit (ovvero il mantenimento dello stato quantistico necessario per effettuare i calcoli), dunque le premesse appaiono positive. Resterà da vedere come l’azienda evolverà in futuro.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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