La famiglia Intel Xeon si espande con le CPU Sapphire Rapids e le GPU Ponte Vecchio

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La famiglia Intel Xeon si espande con le CPU Sapphire Rapids e le GPU Ponte Vecchio

Giornata importante per la divisione datacenter di Intel quella odierna, nella quale vengono presentate le CPU Xeon Scalable di quarta generazione meglio note con il nome in codice di Sapphire Rapids. Accanto a questi modelli troviamo anche le soluzioni Xeon CPU Max Series, note con il nome in codice di Sapphire Rapids HBM, oltre alle schede Intel Data Center GPU Max Series conosciute con il nome di Ponte Vecchio.

I benefici prestazionali delle nuove CPU Xeon della famiglia Sapphire Rapids rispetto alle precedenti generazioni sono decisamente rilevanti, stando a quanto annunciato dall’azienda. Si arriva ad un incremento sino a 2,9 volte nel rapporto tra prestazioni e Watt consumati, con una riduzione del TCO che può raggiungere il 55% e un contenimento dei consumi sino a 70 Watt attraverso la tecnologia Optimized Power Mode.

Entrando nel dettaglio delle specifiche tipologie di applicazioni, Intel afferma che nel confronto con la precedente generazione di CPU Xeon i nuovi arrivati permettono di ottenere un incremento medio del 53% con applicazioni di tipo general purpose, raggiungendo incrementi sino a 10 volte nei calcoli con intelligenza artificiale, sino a 2x con network 5G vRAN e con applicazioni di networking e storage, sino a 3 volte nel data analytics e sino a 3,7 volte in ambito HPC in quegli scenari di elaborazione che sono fortemente limitati dalla memoria di sistema.

La famiglia Xeon di quarta generazione, come segnalato, si differenzia in due distinte tipologie di processori: da un lato quelli Xeon classici appartenenti alla famiglia Sapphire Rapids, e dall’altra quelli Max Series che sono abbinati a 64GB di memoria HBM2e montata direttamente sul package del processore. Tutti i processori Xeon Scalable di quarta generazione integrano controller memoria DDR5 sino a 8 canali, oltre a controller PCI Express 5.0 che gestisce sino ad un massimo di 80 linee.

Al momento attuale queste sono le uniche CPU al mondo ad essere costruite in questo modo, proposte da Intel specificamente per quegli ambiti di elaborazione ad elevate prestazioni che dipendono fortemente dal sottosistema memoria. Queste CPU appartengono alla famiglia Xeon CPU Max Series, in versioni da 32 sino a 56 core con un TDP pari a 350 Watt e possibilità di venir installati in sistemi sino a 2 socket.

Questi processori possono essere configurati in differenti modalità, partendo dalla prima che prevede l’utilizzo della sola memoria HBM da 64GB come quella di sistema: in questo caso il workload deve ovviamente essere contenuto all’interno del quantitativo di memoria HBM a disposizione del sistema. La seconda modalità è quella HBM Flat Mode, con la quale memoria HBM e DDR sono utilizzate affiancate: viene richiesta una possibile modifica al codice dell’applicazione in uso per poterne massimizzare le prestazioni, dando priorità alla più veloce memoria HBM rispetto a quella DDR. La terza modalità è quella HBM Caching, con la quale la memoria HBM viene utilizzata quale cache per la memoria DDR installata sulla scheda madre: in questo caso non viene richiesto di modificare il codice delle applicazioni utilizzate per ottenere le massime prestazioni.

Per le CPU Xeon Sapphire Rapids Intel offre diverse declinazioni, con numero di core massimo che tocca quota 56 partendo da un minimo di 8 core; cambia il TDP che a seconda delle versioni passa da un minimo di 125 Watt spingendosi sino ad un massimo di 350 Watt nelle proposte di fascia più alta. Il numero di processori Xeon che Intel offre è così ampio che in generale è possibile trovare una versione adatta alle proprie specifiche esigenze di elaborazione, privilegiando in un caso il numero complessivo di core nell’altro la frequenza di clock massima. La lista completa di tutte le versioni di processore Xeon di nuova generazione, con specifiche dettagliate e prezzi ufficiali, è riportata in questo schema (cliccare l’immagine per vedere ingrandito).

Le GPU della serie Max, meglio note con il nome in codice di Ponte Vecchio, integrano un’architettura con un massimo di 128 Xe cores abbinati a memoria HBM2e sino a 128GB di capacità, con quella che è indicata come Rambo L2 Cache che può raggiungere i 408MB di capacità complessiva. L’architettura di queste GPU è molto complessa, integrando tecnolgie EMIB e Foveros per l’abbinamento delle differenti 47 tiles o moduli che le compongono.

Intel propone differenti versioni di GPU della serie Max, partendo dalle classiche declinazioni su scheda PCI Express sino ai moduli in form factor OAM destinati all’integrazione all’interno dei server. In questo modo cambia radicalmente la potenza, e quindi il consumo, della GPU permettendo di avere accesso a livelli di potenza di elaborazione molto diversi tra di loro: si parte dai 300 Watt della scheda PCI Express sino ai 2.400 Watt delle configurazioni con 4 schede in form factor OAM di potenza più elevata montate sullo stesso sistema.

A completare il quadro delle soluzioni Intel di nuova generazione troviamo oneAPI, l’approccio software unificato che permette di utilizzare tutte le soluzioni di elaborazione della famiglia Intel Xeon, tanto CPU come GPU, condividendo la stessa base software e lo stesso pacchetto di ottimizzazioni prestazionali. Questo permette di implementare molto rapidamente il proprio software su sistemi Xeon, basando il tutto su architettura x86, senza la necessità di dover riscrivere anche solo parte del codice ma sfruttando i tool che ottimizzano le prestazioni per le architetture degli acceleratori Intel.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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