TSMC in Europa? Si torna a parlare di un investimento produttivo in Germania
Secondo il Financial Times, la taiwanese TSMC sta portando avanti i necessari colloqui che dovrebbero portarla a costruire un impianto per la produzione di semiconduttori in Germania. In base alle informazioni raccolte, TSMC starebbe prendendo in considerazione un sito nell’area metropolitana di Dresda, dove altri produttori di chip hanno già impianti (GlobalFoundries, Infineon) e una filiera oliata.
Il Financial Times parla di colloqui avanzati, tanto che all’inizio del prossimo anno una delegazione di dirigenti potrebbe volare in Germania per parlare con il governo tedesco e appurare l’esistenza dei presupposti finanziari e tecnici per definire l’accordo.
TSMC, contattata, ha dato la classica risposta di rito: “Non escludiamo alcuna possibilità ma al momento non esiste un piano concreto“. Una dichiarazione sulla falsariga di quanto espresso a giugno. In passato si è parlato anche di un possibile interesse della società taiwanese per l’Italia, ma la Germania sembra essere da sempre in pole position.
La Sassonia, di cui Dresda è la capitale, ha affermato di essere sempre pronta a trattare con le società del settore della microelettronica, a cui però competono le decisioni su dove stabilire i loro impianti. “In tal senso, la Sassonia sostiene queste aziende con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la Silicon Saxony come luogo high-tech“, ha affermato il governo statale.
Qualora TSMC dovesse procedere con l’investimento in terra teutonica, l’impianto si concentrerà sulla produzione di chip con processi a 22 e 28 nanometri, molto usati nel settore dell’auto tedesco. TSMC, lo ricordiamo, ha deciso nelle scorse settimane di rivedere e rafforzare i suoi piani produttivi negli Stati Uniti (Arizona) e probabilmente è pronta a fare lo stesso con un secondo impianto in Giappone dove ha varato un investimento con Sony.
Recentemente il fondatore di TSMC ha parlato di globalizzazione quasi morta, mentre il CEO CC Wei ha criticato le sanzioni e i controlli sulle esportazioni: “Distruggono la produttività e l’efficienza acquisite con la globalizzazione, o almeno riducono i benefici offerti dal libero mercato. Ma la cosa più spaventosa è che la fiducia reciproca e la cooperazione tra i Paesi stanno iniziando a indebolirsi”.
“Non costruiamo uno stabilimento all’estero a causa degli incentivi governativi o perché i governi di Stati Uniti o Giappone ci hanno chiesto di farlo. Andremo in quei paesi solo per soddisfare la domanda dei nostri clienti. Le esigenze dei clienti sono la nostra massima priorità“, ha concluso Wei.
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