Criptovalute ed energia: per la BCE la Proof of Stake è come l’auto elettrica

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Criptovalute ed energia: per la BCE la Proof of Stake è come l’auto elettrica

La Banca Centrale Europea ha pubblicato un rapporto che riassume il suo punto di vista e relative preoccupazioni sulla “singificativa impronta di carbonio” della tecnologia Proof of Work alla base di Bitcoin e di svariate altre criptovalute.

Nel documento “Mining the environment: il rischio climatico è prezzato nelle criptovalute?” pubblicato lo scorso 12 luglio la BCE sostiene la posizione secondo la quale la Proof of Work rappresenta una minaccia per il pianeta a fronte della potenza di calcolo che richiede e dei conseguenti consumi energetici. Secondo la Banca Centrale Europea la Proof of Stake è l’unica opzione criptografica sostenibile.

Gli studi della BCE mettono a confronto la quantità di energia consumata da Bitcoin con il consumo energetico annuale di singoli Paesi europei, concludendo che l’impronta di carbonio combinata di Bitcoin ed Ethereum vanifica i risparmi sulle emissioni di gas serra per la maggior parte dei paesi dell’Eurozona. In generale la posizione della BCE è che il meccanismo di consenso Proof of Work non sia sostenibile e un suo eventuale passaggio a fonti di energia rinnovabile potrebbe rappresentare una minaccia al processo di trasformazione green intrapreso dall’Europa, sottraendo la disponibilità di fonti di energia pulita ad attività produttivamente più importanti. Non solo, secondo la Banca Centrale Europea il rischio è anche inverso: la transizione ecologica può rappresentare un rischio per la valutazione dei crypto-asset.

Il documento della BCE si spinge poi a proporre un paragone con un altro tema particolarmente attuale, quello della mobilità. Mettendo in dubbio l’effettivo vantaggio di Bitcoin per la società, lo studio afferma che “è difficile vedere come le autorità potrebbero decidere di vietare le auto a benzina nel periodo di transizione, ma chiudere un occhio sugli asset basati su tecnologia PoW”, precisando inoltre che il meccanismo di consenso Proof of Stake è paragonabile, concettualmente, ad un veicolo elettrico e potrebbe rappresentare un “ovvio candidato” per il supporto da parte dei responsabili politici.

Lo studio della BCE cita Ethereum, che attualmente è basato su PoW ma sta lavorando proprio in direzione della migrazione verso il meccanismo di consenso PoS. All’inizio del mese di luglio la Ethereum Foundation ha compiuto alcuni significativi passi avanti sul percorso del passaggio a PoS per il quale tuttavia non vi è ancora una data certa, ma che potrebbe avvenire entro la fine dell’anno.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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