La NASA ha aperto un campione di roccia della Luna sigillato da 50 anni

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La NASA ha aperto un campione di roccia della Luna sigillato da 50 anni

La NASA ha annunciato di aver aperto un campione di roccia prelevato sulla Luna dalle missioni Apollo e che da allora (50 anni fa) era rimasto sigillato. Lo scopo è quello di acquisire nuove informazioni sulla superficie del nostro satellite naturale e preparare al meglio gli astronauti delle future missioni Artemis (con l’allunaggio previsto tra il 2025 e il 2026).

luna apollo

Il sito scelto per l’apertura di questa particolare “capsula del tempo” è il laboratorio del Johnson Space Center a Houston e in particolare la divisione astromateriali, ricerca e esplorazione scientifica (ARES). In passato sono già stati analizzati campioni di regolite lunare dalle missioni Apollo ma anche da quelle robotiche Luna (sovietiche). Recentemente inoltre la missione cinese Chang’e-5 ha riportato 1,7 kg di regolite con i dati delle analisi che stanno via via venendo rilasciati pubblicamente.

La NASA e il campione di regolite lunare delle missioni Apollo

Come spiegato da Thomas Zurbuchen (amministratore associato dell’agenzia spaziale), grazie alle nuove analisi sarà possibile migliorare la conoscenza geologica della Luna e cosa gli astronauti potranno incontrare nella zona di atterraggio vicina al Polo Sud lunare. Dopo Apollo, anche con Artemis verranno riportati sulla Terra nuovi campioni di rocce così da ampliare le possibilità di eseguire esperimenti.

regolite lunare

Bisogna poi considerare che, rispetto a 50 anni fa, le strumentazioni scientifiche e le capacità di analisi della NASA sono migliorate. Avere quindi un campione ancora sigillato era un’opportunità da sfruttare in tempi più recenti. E così è stato fatto. In particolare è stato aperto il campione siglato ANGSA 73001 (la lista completa è presente sul sito). Questo appartiene alla missione Apollo 17 del 1972, ultima del programma, raccolto da Eugene Cernan e Harrison Schmitt.

Gli astronauti NASA hanno impiegati due tubi da 3,8 x 36 cm per raccogliere i campioni di regolite, in questo caso da 809 grammi. La zona del prelievo è quella della valle Taurus-Littrow, nei pressi della stazione 3 del cratere LARA. Questo poi è stato sigillato singolarmente sottovuoto direttamente in loco. La particolarità di questi campioni è che solo due in totale hanno subito questo processo e questo è uno di quelli. ANGSA 73002 non era sigillato ed è stato aperto nel 2019.

apollo 17

Le operazioni di apertura del campione sigillato

Le possibilità di avere un campione sigillato è quella di recuperare anche sostanze volatili a temperatura ambiente (come piccole quantità d’acqua o anidride carbonica). Queste possono essere raccolte e analizzate, anche se i ricercatori si aspettano quantità ridotte. Fortunatamente la spettrometria di massa non ha bisogno di grandi volumi e quindi anche poco materiale può dare grandi risultati.

nasa apollo 17

All’operazione ha collaborato anche l’ESA attraverso la dottoressa Francesca McDonald (che si può notare nella fotografia qui sopra) che ha guidato il team di sviluppo del sistema di perforazione della capsula. Considerando la delicatezza dell’operazione, ci sono volute diverse settimane. L’11 febbraio sono iniziati preparativi con l’apertura della struttura protettiva esterna prelevando i gas presenti. Analizzandoli non sono stati rilevati gas di possibile origine lunare. Una buona notizia: la parte sigillata è intatta.

Il 23 febbraio invece è stato perforato il contenitore più interno prelevando anche questa volta i gas fuoriusciti. Alla fine di questa operazione si potrà passare alla parte solida con la regolite. Le nuove informazioni dovrebbero essere rilasciate in primavera. Tutti i dati saranno raccolti poi in uno studio che dovrebbe essere accessibile alla comunità scientifica. Mentre le missioni Artemis si allontanano nel tempo (anche se è quasi certo che le vedremo entro gli anni ’20) sulla Terra si pensa a prepararsi al meglio.

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