Google pagherà (alcune) tasse in Italia: arriva Google Cloud Italy Srl

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Google pagherà (alcune) tasse in Italia: arriva Google Cloud Italy Srl

Google ha annunciato che aprirà una filiale italiana che si occuperà dei servizi cloud nel nostro Paese. E pagherà anche, così, le tasse al fisco italiano. L’annuncio arriva assieme a quello dell’apertura di due nuove regioni in Italia, a Milano e a Torino.

Apre Google Cloud Italy Srl: Google pagherà le tasse in Italia (o almeno l’IVA per il cloud)

Google aveva promesso investimenti nel nostro Paese e così annuncia che aprirà due regioni del suo servizio di cloud computing a Milano e a Torino. Le due nuove regioni andranno a fornire servizi nei due capoluoghi, dove c’è sempre più richiesta di servizi cloud in virtù del forte progresso nella trasformazione digitale delle aziende grandi e piccole presenti sul territorio.

L’aspetto però forse più importante è un altro. E riguarda le tasse, tema da sempre piuttosto scottante. Il punto è che da sempre le grandi aziende come Google, Apple, Microsoft e così via non pagano le tasse in Italia, ma in altri Paesi dell’UE come Lussemburgo (dov’è Amazon, ad esempio) o Irlanda (dov’era, fino a poco fa, Google Cloud). In questo modo, questi colossi riescono a pagare molte meno tasse di quante dovrebbero se lo facessero nel Paese dove vendono il servizio o il prodotto.

In questo equilibrio delicatissimo si sta, però, muovendo qualcosa. L’Unione Europea aveva annunciato un anno fa la volontà di introdurre tasse sui giganti della tecnologia e, più di recente, era stato trovato un accordo per fissare un’imposta minima valida tra i principali Paesi.

In questo scenario che appare in rapida evoluzione, Google ha comunicato ai suoi clienti via email che “istituiremo una persona giuridica dedicata per fornire i servizi cloud nel paese: Google Cloud Italy S.r.l. (“Google Cloud Italy”). Di conseguenza, tutti gli account Google Cloud e Google Workspace (precedentemente noto come G Suite) e i contratti dei clienti e partner con un indirizzo di fatturazione in Italia saranno migrati da Google Ireland Ltd a Google Cloud Italy nel corso delle prossime settimane […]. Inoltre, inizierai a ricevere una fattura elettronica con IVA italiana (in aggiunta alla fattura commerciale di Google) per soddisfare i requisiti locali.”

Ci saranno pochi cambiamenti per i clienti italiani, con le più grandi differenze nel fatto che Google emetterà la fattura elettronica e applicherà l’IVA italiana. Una differenza importante sarà che d’ora in poi Google pagherà le tasse in Italia, almeno per quanto riguarda il cloud e Workspace e almeno per quanto riguarda l’IVA. Il colosso della ricerca non è l’unico a seguire questa strada: anche Netflix ha recentemente comunicato ai suoi clienti via email l’apertura della propria filiale italiana con partita IVA locale.

L’opinione pubblica sta cambiando e sta muovendosi verso una richiesta di maggiore responsabilità da parte dei colossi del Web americani, che finora hanno coltivato i propri interessi sfruttando buchi nella legislazione dei vari Paesi e dell’Unione Europea e sottraendo così importanti risorse al gettito fiscale locale. E se ciò è perfettamente comprensibile nell’ottica dell’azienda che deve fare i propri interessi, è altrettanto vero quanto diceva John Donne: nessuno è un’isola. Non lo sono nemmeno le grandi aziende tecnologiche che devono operare all’interno della vituperata società e, si potrebbe dire, devono anche darvi il proprio contributo, visto che ne colgono tutti i vantaggi.

Quello di Google, così come di Netflix, è un primo passo verso una maggiore equità verso le aziende e i cittadini italiani che pagano le tasse in Italia. Vedremo se anche gli altri grandi nomi seguiranno e come.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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