Riders Republic: divertimento assicurato nell’open world di Ubisoft – Recensione PS5

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Riders Republic: divertimento assicurato nell’open world di Ubisoft – Recensione PS5

Uno Steep che non ha mai smesso di sognare? Un Forza Horizon per gli apppassionati degli sport estremi? Potrebbero essere dei paragoni un po’ azzardati, ma non sono poi così lontani dalla verità nel caso di Riders Republic. Dopotutto, l’ultima creazione di Ubisoft Annecy non vuole farsi prendere troppo sul serio: questo open world è una scarica di endorfina, un arcade dal gameplay frenetico e a tratti audace che non si sforza di nascondere la natura derivativa delle sue meccaniche più rilevanti. E, per certi versi, a noi va bene così.

Al netto di qualche imperfezione tecnica, sul fronte ludico Riders Republic centra il bersaglio più importante, quello del divertimento senza fronzoli, da accompagnare con tanta musica elettronica e un’abbondante spolverata di pazzia. Lo abbiamo giocato su PlayStation 5 grazie a un codice fornito da Ubisoft e oggi, finalmente, vi raccontiamo la nostra esperienza.

Sport estremi accessibili a tutti! O quasi…

Il concept di Riders Republic nasce dall’esigenza di accontentare quella nicchia di giocatori che non desidera altro che esibirsi in pericolose acrobazie a bordo di una bicicletta, di un paio di sci o di una tavola da snowboard, il tutto sfrecciando ad alta velocità. Del resto i simulatori dedicati agli sport estremi si contano sulle dita di una mano, almeno per quanto riguarda l’attuale generazione videoludica. Ecco dunque che interviene Ubisoft, da sempre attenta alle richieste del pubblico, ma anche genuinamente attratta dagli esperimenti più avventati.

I lavori sono stati affidati a dei veri esperti in materia, ma Ubisoft Annecy non si è limitata a soddisfare una semplice nicchia. Il team francese ha sfornato un autentico tripla-A immerso in un vasto open world dove ogni cosa è possibile, finché si possiede la giusta dose di sconsideratezza. Guai a chiamarlo simulatore, poi: Riders Republic prende le distanze dai tradizionali giochi sportivi per sbandierare una formula arcade spensierata e soprattutto accessibile, come osserveremo analizzando determinati aspetti del gioco.

Trattandosi degli autori di Steep, la ricerca dei punti di contatto diventa inevitabile e, effettivamente, la nuova opera di Ubisoft Annecy deve molto al suo predecessore spirituale. Come nel titolo del 2016, abbiamo provato quella sensazione di assoluta libertà derivata dalla componente esplorativa, qui elevata esponenzialmente da un mondo di gioco a dir poco sconfinato. Ritroviamo inoltre un’ampia varietà di discipline con cui mettersi alla prova, ma con Riders Republic si va ben oltre i già rodati sport invernali.

Abbiamo già menzionato snowboard, sci e biciclette, ma si potrà anche spiccare il volo con la tuta alare, qui potenziata con un inedito jetpack – perché ‘esagerazione’ è una delle parole chiave di questo prodotto. Ogni attrezzatura può essere equipaggiata in maniera dinamica tramite un sistema che richiama la gestione dei veicoli di The Crew 2. In questo caso, però, il passaggio da una tavola a una bici o a una wingsuit è pressoché istantaneo e invita il giocatore a sperimentare questa feature per creare evoluzioni aeree e spettacolari coreografie.

Sia chiaro, a dispetto di quanto si creda c’è anche molta originalità nel vivace mix di Riders Republic, a partire dalla sua presentazione. Il titolo sportivo sceglie un look sfacciato per rivolgersi (apparentemente) a un pubblico giovane e, più in generale, a un’audience molto ampia, nonostante le premesse di cui sopra. Lo si nota in primis dando uno sguardo al sistema di personalizzazione, ricco di skin colorate e di vistosi oggetti cosmetici con cui dar vita al proprio alter ego; peccato solo che questa meccanica passi per l’immancabile Negozio – con tanto di valuta premium (Republic Coins) – e che affianchi un editor del personaggio davvero scarno.

Un altro elemento che rispecchia la volontà di Ubisoft di puntare alla massima accessibilità è incarnato dal sistema di comandi, ma qui il developer francese ha ottenuto un effetto boomerang, forse accidentalmente. Da un lato, Riders Republic ci propone due diversi preset con cui gareggiare: possiamo scegliere tra la modalità Racer e quella Trickster, che differiscono per la possibilità di controllare manualmente la telecamera, opzione accantonata da Trickster per focalizzarsi sull’esecuzione delle acrobazie. Non avere il controllo sulla visuale equivale però a pestarsi i piedi, innescando manovre involontarie o veri e propri incidenti, il che costringerà il giocatore al rewind – che non influisce sull’andamento degli avversari – o al riavvio della gara.

Oltretutto, i comandi predefiniti risultano alquanto ostici, anche dopo aver trascorso una buona manciata di ore all’interno del gioco. Concatenare i trick in modalità Racer richiede un po’ di pratica, là dove la modalità Trickster risulta più reattiva assegnando l’input alle levette analogiche; in alternativa, i veterani di Steep possono optare per una terza modalità che replica il layout del ‘vecchio’ titolo per avviare le acrobazie con i tasti dorsali del controller.

Solo quando avrete superato questo scoglio potrete godervi il gameplay di Riders Republic. In ogni caso, gli sviluppatori ci vengono incontro consentendoci di rimappare ogni singolo comando associato a ciascuna disciplina e, per giunta, ci propongono un’ulteriore modifica per la manovra di atterraggio: dopo aver eseguito un trick, il giocatore potrà atterrare manualmente, e ottenere un bonus sul punteggio, o affidarsi all’atterraggio automatico per evitare ulteriori grane. La scelta dipende dal livello di sfida che si vuole affrontare; livello che, di base, si è dimostrato piuttosto ospitale, ma anche flessibile nei confronti dei giocatori più audaci ed esigenti.

Occorre specificare che ogni disciplina è caratterizzata dalla sua curva di difficoltà e, da questo punto di vista, alcune si sono rivelate semplicemente sconfortanti. È il caso delle gare di volo, dove siamo invitati a indossare la wingsuit o la rocket wing e che ci costringono a manovre quasi impossibili. Riemergono qui i suddetti problemi del sistema di comandi, accentuati da un evidente problema di fondo legato alle meccaniche di volo e all’utilizzo delle levette analogiche per il controllo della tuta. Di tutt’altra pasta sono fatti gli sport sulla terraferma: pedalare sullo sterrato e scivolare sulla neve restituiscono un feedback molto più piacevole.

Benvenuti nella Repubblica, dove ogni sogno (e acrobazia) è possibile

Su un piano ideale, quello scelto da Ubisoft Annecy è anche un pubblico meno pignolo, disposto quindi a chiudere un occhio sugli elementi inverosimili che contraddistinguono il setting. Dopotutto, la Repubblica riunisce sette dei più grandi parchi naturali degli Stati Uniti all’interno di un’unica gigantesca mappa, ricreando in maniera più o meno fedele le controparti reali di queste meraviglie geografiche: si parte così dalla splendida Yosemite Valley per arrivare alle Canyonlands, passando per la foresta di conifere del Sequoia National Park.

Va comunque riconosciuta la grandezza dell’ambientazione, non solo in termini di scala. Quello della Repubblica è un enorme e sfaccettato luna park, un luogo ricco di attrazioni con cui scatenarsi e in cui perdersi, letteralmente. Sì, perché l’open world straborda di attività a cui prendere parte, come dimostrano le dozzine di indicatori che costellano la mappa e che segnalano la presenza di una nuova gara o di un luogo d’interesse, quale può essere una formazione rocciosa, un salto d’acqua o un altro scorcio da ammirare durante una meritata pausa. Anche perché non si sta mai fermi in quel di Riders Republic, dove ogni strada porta a una nuova rampa da cui lanciarsi o a uno strapiombo da sorvolare a tutta velocità.

Dopo aver completato il lungo (e didascalico) tutorial, i giocatori saranno in grado di utilizzare tutte le attrezzature disponibili e potranno dunque affrontare le variegate sfide proposte dalla modalità Carriera. In merito a quest’ultima, sullo sfondo troviamo una componente narrativa scanzonata e penalizzata da una scrittura fin troppo debole, a tratti addirittura imbarazzante – o cringe, volendo scomodare il famoso anglicismo. Eppure, come anticipatovi, Riders Republic non vuole essere troppo serioso e per fortuna tutto questo passa rapidamente in secondo piano, poiché l’attenzione del giocatore sarà presto rivolta alla raccolta sfrenata di Stelle, l’elemento su cui poggia gran parte del sistema di progressione. Ogni gara completata darà diritto a una Stella, ma gli obiettivi facoltativi presenti in ogni competizione consentiranno ai più esperti di ottenere un numero aggiuntivo di Stelle e di accrescere, così, il proprio livello.

Parlando delle competizioni, queste possono essere affrontate in solitaria (Solo) o in compagnia di altri giocatori (PvP). In entrambi i casi, per avanzare nella Carriera si dovranno vincere un bel po’ di gare, come le classiche corse Downhill, le sfide di acrobazia e altre tipologie di incontri dedicati a ogni disciplina. Le vittorie ci permettono di guadagnare la simpatia di qualche sponsor, così come l’accesso ad alcune delle gare più folli del gioco, quali possono essere le sfide Shack Daddy. Queste ultime sono davvero uniche, se non fuori di testa: ci siamo ritrovati a indossare un costume da panda poco prima di ‘grindare’ su un enorme loop; abbiamo persino impersonato un fattorino – italiano, sottolineiamo – per consegnare delle pizze in un camping.

Se è vero che la progressione in single player sarà più lineare – e ‘rilassante’, grazie alla modalità Zen – è con la componente multigiocatore che l’open world di Ubisoft riesce a esprimersi al meglio, attraverso piccoli e grandi eventi competitivi per gli aspiranti campioni.

La componente ‘social’ assume così un ruolo di primaria importanza. Visitando gli hub del gioco non si interagirà solo con i vari NPC, ma si incontreranno anche altri giocatori. In quest’area si potrà inoltre accedere alle gare di massa, sfide a rotazione concepite per ospitare fino a 64 giocatori: proprio come ci si aspetta, questa competizione è caos allo stato puro e difficilmente riesce a sostenere l’attenzione del giocatore, ma se viene affrontata con lo spirito giusto può regalarvi tanto divertimento e, se sarete davvero bravi, grandissime soddisfazioni.

Bisogna poi considerare che il titolo di Ubisoft Annecy ha tutte le carte in regola per affermarsi come una vera piattaforma. Il clima allegro della Repubblica e il cameratismo della comunità online accolgono i giocatori di qualsivoglia provenienza, siano essi fan degli sport estremi o del tutto estranei a tali discipline, facendoli sentire sempre a loro agio. Il publisher francese sembra già intenzionato a supportare a lungo Riders Republic, come fatto per produzioni tripla-A altrettanto ambiziose: lo conferma lo stesso Season Pass (Anno 1), che include il primo add-on sviluppato per il gioco (BMX Sport) e un’ampia gamma di contenuti aggiuntivi.

Sul fronte tecnico Riders Republic si dimostra un prodotto di grande qualità, ma non è riuscito a lasciarci a bocca aperta. I paesaggi naturali della Repubblica prendono vita grazie a un’ottima resa della vegetazione e un’effettistica all’avanguardia, due grandi punti di forza del motore Snowdrop di Ubisoft. Rendono meno i modelli dei personaggi, più simili a fantocci che ad atleti in carne ed ossa. La risoluzione dinamica della versione PS5 fa il suo dovere (da 1620p fino a 2160p, tramite upscaling), mentre è il frame rate a soffrire nelle situazioni più concitate, ad esempio durante le gare di massa: qui i 60 FPS di base subiscono consistenti cali fino a toccare i 50 fotogrammi al secondo, in particolare quando la schermata si riempie di giocatori.

Si tratta indubbiamente di un gioco dalle dimensioni importanti, ma non oseremmo definirlo un prodotto ‘next-gen’. Ricordiamo che il titolo di Ubisoft Annecy deve essere riprodotto anche sulle meno performanti PlayStation 4 e Xbox One e questo ha senz’altro spinto il developer a ridimensionare le sue ambizioni tecniche, almeno per le console casalinghe. In compenso, gli utenti di PlayStation 5 e Xbox Series X|S ottengono una drastica riduzione dei tempi di caricamento, consentita dagli SSD NVMe integrati nelle console di ultima generazione. Occasione sprecata, invece, per il mancato supporto al feedback aptico del DualSense (PS5), tecnologia che avrebbe certamente brillato in un gioco come Riders Republic.

PRO

  • Un arcade divertente e spensierato, adatto a qualsiasi a tipo di giocatore
  • Ambientazione immensa e variegata al punto giusto
  • In solitaria si lascia giocare, ma online diventa elettrizzante
  • Quando esagera dà il meglio di sé

CONTRO

  • Personalizzazione dei personaggi povera di opzioni
  • Comandi di base ostici, a tratti disastrosi
  • ‘Storia’ e dialoghi del tutto dimenticabili
  • Più bassi che alti sul fronte tecnico

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