Nikon Z9: pazzesca la raffica a 120 fps. Ecco il nostro primo contatto

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Nikon Z9: pazzesca la raffica a 120 fps. Ecco il nostro primo contatto

Alla presentazione, poco più di un mese fa, Nikon Z9 aveva spiazzato tutti: i tecnici giapponesi hanno infatti deciso di giocare subito tutti gli assi e non tenere delle carte in mano (come invece fatto da Canon con la sua EOS R3). Gli ingegneri nipponici le hanno infilate uno dopo l’altra: alta risoluzione, video 8K, raffiche velocissime, mirino da zero black-out.

Era quindi molto grande la curiosità nell’approcciarsi per la prima volta agli esemplari definitivi di questa fotocamera durante l’evento organizzato da Nital, lo storico distributore dei prodotti Nikon per il territorio italiano, per i giornalisti.

Nikon Z9: eccola in video

[HWUVIDEO=”3186″]Nikon Z9: ecco in anteprima dal vivo l’ammiraglia mirrrorless full frame[/HWUVIDEO]

Nikon Z9: ora sono tutti contenti, anche i più esigenti

Lo ricordiamo, siamo al cospetto di una mirrorless full frame sportiva, che vuole convincere anche i fotografi reflex più incalliti a passare alle senzaspecchio. Stando a quanto riportano in Nital, pare che la missione di Z9 sia compiuta: molti professionisti che scattano con Nikon D6 hanno già ordinato il nuovo modello e in generale Nikon Z9 ha suscitato quell’entusiasmo nell’ambiente che invece era mancato al lancio di Z7 e Z6.

Parliamo di una fotocamera con ergonomia da supersportiva, con impugnatura integrata e batteria maggiorata, ma che comunque riesce a essere del 20% più piccola di D6, senza però sacrificare nulla sul fronte della comodità d’uso, anche con ottiche ingombranti e pesanti. A livello di peso il risparmio è pari a 90 grammi.

Per sostituire una reflex il mirino è fondamentale e Nikon ha lavorato su due fronti in questo ambito. Da un lato troviamo un pannello OLED Quad-VGA da 3,690k punti ad elevata luminosità, in grado di arrivare fino a 3.000 nit di picco. Dall’altro il sistema Dual-Stream, che sfrutta la capacità di calcolo del processore quad-core EXPEED 7 e riesce a gestire in modo separato i dati che vanno memorizzati sulla scheda di memoria e quelli che invece devono servire alla visualizzazione in tempo reale delle immagini nel mirino. In questo modo è garantita una visione ‘migliore del pentaprisma’ in cui il flusso di immagini nel mirino (che può arrivare fino a 120 fps) non è mai interrotto: nessun black-out (tipico dell’alzata dello specchio nelle reflex o della memorizzazione del file nelle mirrorless), ma nemmeno nessun rallentamento. Le immagini scorrono nel mirino sempre fluide anche durante le raffiche più profonde. Davvero a volte non ci si accorge nemmeno di scattare.

Deputato a ricevere la luce e a sfornare immagini è il sensore stabilizzato full-stacked CMOS in formato FX da 35,9 mm x 23,9 mm da 45,7 megapixel effettivi in grado di produrre immagini da 8256×5504 pixel con RAW NEF a 14 bit. Il design full-stacked permette una lettura velocissima del sensore e l’accoppiata con il nuovo processore permette di scattare a piena risoluzione in RAW+JPEG a 20 fps e in JPEG a 30 fps. Di rilievo anche la profondità di raffica, che anche in RAW+JPEG può arrivare a 1.000 immagini. Limitando la risoluzione finale a ‘soli’ 11 megapixel, ma senza ritaglio dell’immagine, è possibile salire fino all’incredibile raffica di 120 fotogrammi al secondo. Il tutto con AF attivo e possibilità di tracking avanzato dei soggetti, incluso Eye-AF.

Grazie al supporto di un doppio slot CFexpress/XQD, la nuova Nikon Z9 può registrare internamente video 8K UHD a 30p e video 4K 120p. È stata curata molto la gestione del calore prodotto da elettronica e sensore, anche grazie a un corpo totalmente in lega di magnesio: Nikon dichiara che la registrazione 8K può protrarsi ininterrottamente fino a 125 minuti, ossia più di due ore. Inoltre finito un ciclo di registrazione la fotocamera non dovrebbe nemmeno richiedere ‘minuti di pausa’ prima di riprendere a girare. Tra i formati a disposizione troviamo anche quelli a elevata qualità Apple ProRes 422 HQ (10 bit), oltre ai più classici H.265/HEVC (8 bit/10 bit), H.264/AVC (8 bit). I formati N-RAW e ProRes RAW HQ saranno resi disponibili con aggiornamento firmware nel corso del 2022, assieme al supporto alla registrazione 8K/60p.

Nikon ha fatto la scelta di limitare al massimo le parti in movimento e ha rinunciato del tutto all’otturatore meccanico, a favore di un sistema a otturatore elettronico fino a 1/32.000s. L’elevata velocità di lettura del sensore garantisce la minimizzazione dell’effetto rolling shutter. La gamma ISO nativa da 64 a 25.600 (espandibile a 32-102400 equivalente) è forse l’aspetto su cui Nikon è stata più conservativa, ma il valore massimo risulta utilizzabile, mentre, d’altro canto, la sensibilità minima di soli 64 ISO potrebbe fare comodo a molti.

A livello di ergonomia chi utilizza una reflex sportiva di casa Nikon si troverà perfettamente a proprio agio. Novità per le ammiraglie Nikon è rappresentata dal display touchscreen, snodato e inclinabile su 4 assi: una soluzione a cui bisogna un po’ fare l’abitudine, ma che in certi contesti può risultare molto comoda. A livello di tropicalizzazione Nikon dichiara di aver raggiunto maggiore robustezza e resistenza rispetto a D6 per questa nuova Z9. Tra le chicche troviamo i tasti retroilluminati per l’uso notturno, con la possibilità di passare a un’interfaccia rossa sul display per gli scatti al buio. Come fatto anche da altri produttori, la fotocamera integra un sistema che protegge il sensore al cambio dell’ottica: in pratica si tratta dell’unico sistema meccanico in movimento di questa fotocamera.

Nikon Z9: big burst, big megapixel

Abbiamo avuto la possibilità di provare la macchina in tre contesti controllati organizzati da Nital presso il centro sportivo Ronchiverdi di Moncalieri. Dapprima due acrobate, poi dei runner nel parco e infine due tennisti in allenamento. Vista la scarsità di sample a disposizione ci siamo dovuti passare la macchine tra noi giornalisti, ma, rispetto all’esperienza con Canon EOS R3, sono riuscito a utilizzare la macchina in tutti e tre i contesti.

Sicuramente il tennis è stata la prova più difficile, ma anche i primi due scenari hanno messo in luce caratteristiche interessanti. L’interfaccia con la macchina è molto semplice e in due minuti permette di utilizzare al meglio tutte le funzioni.

Il mirino è davvero uno dei punti di forza di questa fotocamera: è sempre fluido e chiaro, con un’esperienza che può essere paragonata a quella del vetro delle reflex. In più anche durante le raffiche più profonde la visualizzazione è sempre fluida, senza blackout o frame persi, superando in questo aspetto l’esperienza delle fotocamere reflex.

Ecco una GIF dalla raffica a 120 fps, sotto lo scatto singolo con particolare al 100%

Due cose mi hanno stupito veramente. Una è la raffica a 120 fotogrammi al secondo. Soprattutto in un contesto come il tennis, la differenza coi 20/30 fps è molto evidente: impostando la fotocamera a 120 fps si ha sempre la certezza di immortalare il momento in cui la racchetta colpisce la pallina.

Sempre. Inoltre avere 120 fotogrammi al secondo rende la fotocamera uno strumento di analisi della postura e dei micromovimenti degli atleti formidabile, in quanto ogni fotogramma è perfettamente nitido e a fuoco, a differenza di quanto spesso accade nell’estrazione di singoli frame da video (a meno che non si tratti di un flusso ALL-I ad elevata qualità). Rispetto al video, inoltre, abbiamo a disposizione tutta la superficie del sensore in 3:2 e non il ritaglio in 16:9.

L’altra cosa che mi ha stupito è la perfetta resa della fotocamera con le luci artificiali. Chi ha mai scattato in interni con l’otturatore elettronico conosce bene i problemi di ‘banding’ che spesso affliggono le foto. Anche con la raffica a 120 fps, tutte le foto sono perfettamente esposte, in nessuna ci sono problemi di banding o di illuminazione parziale. Avere un otturatore silenzioso per scattare a 120 fotogrammi al secondo con le luci artificiali senza problemi è davvero ‘tanta roba’.

Sul campo l’autofocus ha dimostrato di lavorare molto bene nel riconoscimento dei soggetti umani, sia in luce naturale, sia in luce artificiale. Il riconoscimento lavora bene anche se i soggetti sono piccoli all’interno dell’inquadratura e appena gli occhi sono visibili li aggancia. Sugli esemplari in prova forse c’è ancora da limare qualcosa sull’affidabilità dell’autofocus e sull’aggancio del soggetto, in alcuni casi mancato in modo inaspettato, ma si è trattato di rarissimi casi. Da menu è possibile lasciare il riconoscimento agli algoritmi della fotocamera, oppure preselezionare il tipo di soggetto che verrà fotografato. Nelle prime prove il riconoscimento è stato più affidabile se accoppiato all’area di tracking Full e non al sistema 3D tracking, probabilmente per una sovrapposizione di funzioni e di calcoli a carico del processore.

L’autofocus lavora bene come nelle raffiche anche durante la registrazione dei video, formato 8K Apple ProRes incluso. Oltre che come fotocamera sportiva, la nuova Nikon Z9 può giocarsi carte molto importanti anche come cinepresa professionale.

Il primo contatto con la macchina è stato certamente molto soddisfacente, ma non ha permesso di mettere davvero alla frusta la fotocamera, speriamo di poterla avere presto a disposizione per una reale prova sul campo, magari per testare proprio il riconoscimento dei veicoli, siano essi auto o moto.

In Italia, con la distribuzione di Nital, la fotocamera è proposta a 6.099 €, con disponibilità dei primi pezzi da dicembre. Inizialmente saranno gli esemplari in vendita e Nikon farà fatica a tenere il passo della richiesta, ma la situazione dovrebbe normalizzarsi verso febbraio/marzo, giusto in tempo per ricevere anche i primi aggiornamenti firmware, con lo sblocco delle capacità video 8K a 60 fps e – probabilmente – con la correzione dei primi problemi emersi nell’uso di massa sul campo.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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