Green Pass falsi venduti a 100 (in criptovalute) l’uno su Telegram! Scoperti gli autori della truffa

Avevano organizzato tutto alla perfezione gli autori della nuova truffa nei confronti dello Stato che prevedeva la vendita tramite i canali di Telegram di Green Pass falsi ma perfettamente funzionanti. Li vendevano a 100€ l’uno a tutti coloro che si proponevano, chiedendo semplicemente documenti come carta d’identità e tessera sanitaria. Una truffa come tante altre che si stanno sommando in quest’ultimo periodo e che portano tutti lo stesso comune denominatore ossia il Green Pass, quella tanto sospirata Certificazione Verde che permette di avere accesso a ristoranti, cinema, teatri ma anche stadio e molto altro.
Green Pass ”falsi” ma funzionanti a 100€ l’uno
L’ennesima truffa è stata scoperta dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza in un’indagine coordinata dalla procura di Milano che ha portato ad una serie di perquisizioni e sequestri. In questo caso specifico sarebbe quattro, secondo quanto si apprende, gli indagati, che avrebbero già ammesso le loro responsabilità nel confezionamento dei falsi Green Pass. Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati infatti diversi documenti di identità e tessere sanitarie di decine di clienti.
Le perquisizioni sono state eseguite in abitazioni di diversi cittadini residenti in Veneto, Liguria, Puglia e Sicilia, amministratori degli account Telegram sui quali pubblicizzavano i Green Pass, ognuno confezionato ad hoc con il CR Code funzionante. In questo caso per riuscire a funzionare e dunque a riprodurre un certificato autentico, gli indagati dicevano di poter contare sulla complicità di appartenenti al servizio sanitario e, in ogni caso, garantivano ai clienti la possibilità di procedere con un rimborso della quota pattuita se il Green Pass non avesse funzionato. Il pagamento avveniva rigorosamente in criptovalute.
Le indagini e gli accertamenti tecnici sui telefoni e sui dispositivi degli indagati hanno consentito di rinvenire e sequestrare fotografie di documenti d’identità e tessere sanitarie, referti di tamponi con esito negativo, false recensioni dei clienti che in precedenza avevano acquistato i pass contraffatti e le criptovalute con i quali erano stati pagati i certificati. Sono decine i clienti che, oltre ad aver perso i soldi, hanno condiviso con gli indagati i propri dati nella speranza di avere il Green Pass senza doversi vaccinare o fare un tampone.
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