Google e Apple, 20 milioni di multa in Italia per l’uso dei dati a fini commerciali

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Google e Apple, 20 milioni di multa in Italia per l’uso dei dati a fini commerciali

Settimana poco favorevole ad Apple in Italia. Dopo la sanzione comminata dall’Antitrust sul caso Beats che l’ha vista protagonista insieme ad Amazon, l’AGCM – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – ha annunciato di aver accertato due violazioni del Codice del Consumo che interessano oltre che Apple anche Google. Entrambe sono state sanzionate per 10 milioni di euro, il massimo secondo la normativa vigente.

L’Antitrust ha accertato per ogni società due violazioni del Codice del Consumo, una per carenze informative e un’altra per pratiche aggressive legate all’acquisizione e all’uso dei dati dei consumatori a fini commerciali.

“Google fonda la propria attività economica sull’offerta di un’ampia gamma di prodotti e di servizi connessi a Internet basata anche sulla profilazione degli utenti ed effettuata grazie ai loro dati. Apple raccoglie, profila e utilizza a fini commerciali i dati degli utenti attraverso l’utilizzo dei suoi dispositivi e dei suoi servizi. Quindi, pur senza procedere ad alcuna cessione di dati a terzi, Apple ne sfrutta direttamente il valore economico attraverso un’attività promozionale per aumentare la vendita dei propri prodotti e/o di quelli di terzi attraverso le proprie piattaforme commerciali App Store, iTunes Store e Apple Books”.

“In tali contesti, l’Autorità ha ritenuto che esiste un rapporto di consumo tra gli utenti e i due operatori, anche in assenza di esborso monetario, la cui controprestazione è rappresentata dai dati che essi cedono utilizzando i servizi di Google e di Apple”.

Secondo l’AGCM, sia Google sia Apple non hanno fornito informazioni chiare e immediate sull’acquisizione e sull’uso dei dati degli utenti a fini commerciali. Google, tanto nella fase di creazione dell’account quanto durante l’utilizzo dei servizi stessi, “omette informazioni rilevanti di cui il consumatore ha bisogno per decidere consapevolmente di accettare che la società raccolga e usi a fini commerciali le proprie informazioni personali”.

Apple, sia nella fase di creazione dell’ID Apple, sia in occasione dell’accesso agli Store Apple (App Store, iTunes Store e Apple Books), non fornisce all’utente in maniera immediata ed esplicita alcuna indicazione sulla raccolta e sull’utilizzo dei suoi dati a fini commerciali, enfatizzando solo che la raccolta dei dati è necessaria per migliorare l’esperienza del consumatore e la fruizione dei servizi”.


Tim Cook, CEO di Apple

Le due società hanno attuato inoltre una pratica aggressiva. Nel caso di Google, in fase di creazione dell’account viene preimpostata l’accettazione da parte dell’utente al trasferimento e/o all’utilizzo dei propri dati per fini commerciali. “Questa pre-attivazione consente il trasferimento e l’uso dei dati da parte di Google, una volta che questi vengano generati, senza la necessità di altri passaggi in cui l’utente possa di volta in volta confermare o modificare la scelta preimpostata dall’azienda”, afferma l’Antitrust.

Nel caso di Apple, invece, l’attività promozionale è basata su una modalità di acquisizione del consenso all’uso dei dati degli utenti a fini commerciali senza prevedere per il consumatore la possibilità di scelta preventiva ed espressa sulla condivisione dei propri dati. Questa architettura di acquisizione, predisposta da Apple, “non rende possibile l’esercizio della propria volontà sull’utilizzo a fini commerciali dei propri dati. Dunque, il consumatore viene condizionato nella scelta di consumo e subisce la cessione delle informazioni personali, di cui Apple può disporre per le proprie finalità promozionali effettuate in modalità diverse”, conclude il Garante.

Codacons: multa irrisoria, non farà nemmeno il solletico ai due colossi

Secondo il Codacons, “a fronte di condotte illecite che assicurano alle aziende profitti stratosferici, la sanzione che l’Antitrust ha potuto elevare è di appena 10 milioni di euro per ciascuna delle due società sanzionate. Un importo irrisorio e inadeguato che, considerati i bilanci di Google e Apple, non farà nemmeno il solletico alle due aziende”.

“L’unico modo per imporre il rispetto dei diritti dei consumatori da parte dei colossi mondiali è quello di potenziare i poteri dell’Antitrust, aumentando il valore delle sanzioni erogabili dall’Autorità, e obbligare le società a risarcire gli utenti ogni volta che realizzano una pratica scorretta o non garantiscono adeguata trasparenza ai propri clienti”.

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