Green pass: ecco perché non bisogna mai pubblicare il QR Code sui social. Fate attenzione!

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Green pass: ecco perché non bisogna mai pubblicare il QR Code sui social. Fate attenzione!

Il tanto sospirato Green Pass ossia la Certificazione verde COVID-19 è realtà da qualche giorno. Tutti gli italiani che hanno realizzato almeno una dose di vaccino, o che hanno realizzato il tampone o ancora sono guariti dalla malattia con tampone negativo, possono dallo scorso 18 giugno scaricare il loro certificato verde che attesta la possibilità di muoversi in Italia (se in futuro ci saranno zone arancioni) o andare ad eventi, banchetti o matrimoni o ancora viaggiare in Europa.

Sappiamo che una volta giunto l’SMS o anche la notifica sull’app IO, l’utente potrà visualizzare il suo Green Pass direttamente sullo smartphone tramite l’applicazione Immuni, l’app IO o ancora scaricandolo direttamente sul portale del governo da questo indirizzo. Come detto una volta scaricata la Certificazione Verde COVID-19 si avrà accesso agli eventi o altro presentando il famoso QR Code ossia un codice univoco che certifica appunto tutti i vostri dati. Bene, la moda del momento è quella di pubblicare il proprio QR Code direttamente sui social, una sorta di moda del selfie che però risulta piuttosto pericolosa. E il Garante della Privacy avverte proprio sulla pericolosità di questa mossa.

Green Pass: non condividete il QR Code!

Come detto, il codice è la chiave d’accesso a molti dati sensibili dell’utente, come quelli anagrafici o anche quelli relativi alla proprio stato di salute. Per questo diffondere pubblicamente il QR Code del Green Pass non è una buona idea. E non crediate che siccome le informazioni sono nascoste da un codice e dunque non visibili a occhio nudo, non possano essere facilmente decifrate da chi ha gli strumenti necessari per farlo. Anzi, gli esperti di queste azioni, sanno bene come fare soprattutto come poter riutilizzare i dati a proprio favore.

Ecco allora che pubblicare la foto del certificato potrebbe avere dei risvolti non proprio positivi come la facile diffusione di informazioni personali, o anche la creazione di falsi Green pass che andrebbero a minare l’efficacia degli originali. Il Garante della Privacy diffonde un messaggio chiaro e preciso: “Quel QR-code è una miniera di dati personali invisibili a occhio nudo ma leggibili da chiunque avesse voglia di farsi i fatti nostri. Chi siamo, se e quando ci siamo vaccinati, quante dosi abbiamo fatto, il tipo di vaccino, se abbiamo avuto il Covid e quando, se abbiamo fatto un tampone, quando e il suo esito e tanto di più”. Insomma si rischia di lasciare in giro per il web una scia di propri dati personali per di più sanitari che chiunque potrebbe utilizzare per finalità malevole.

Il QR Code, sottolinea ancora il garante, “deve essere esclusivamente esibito alle forze dell’ordine e a chi è autorizzato dalla legge a chiedercelo per l’esercizio delle attività per le quali la legge ne prevede l’esibizione e deve essere letto esclusivamente attraverso l’apposita APP di Governo che garantisce che il verificatore veda solo se abbiamo o non abbiamo il green pass e non anche tutte le altre informazioni e, soprattutto, non conservi nulla”.

Insomma tenetevi ben stretto il Green Pass perché non serve esibirlo nei social o far vedere agli altri che vi è arrivato pubblicando lo screenshot dello smartphone dove lo avete scaricato. Importante è farlo vedere alle Forze dell’Ordine, se lo richiedono, o a chi è stato predisposto per controllare ad un evento, in una struttura ricettiva o ancora per i viaggi. Insomma, fate sempre molta attenzione ai dati che rendete pubblici.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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